MUSICA




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Sanremo in dialetto? Non è nuova. (Riparte il carrozzone, con dispetti)

(Stamattina alle 10,15 ho ricevuto una bella lavata di capo dal medesimo (questa, lo so, non è granché). "Non abbiamo la notizia di Sanremo in dialetto!". Ma non è mica una notizia, dico io, è passato di tutto, dall'Ariston, dal sardo al veneto al napoletano (qui però c'è discussione, essendo il napoletano considerato da alcuni - soprattutto dai napoletani - lingua).

Già, però questa volta lo prevede espressamente il regolamento del Sanremone 2010: art.6, leggo sul Corsera ("si considerano appartenenti alla lingua italiana, quali espressioni di cultura popolare, canzoni in lingua dialettale italiana").

Già, e perché il Corriere lo ha scritto, e io no? Perché io non sapevo. L'ufficio stampa del Festival, Goigest, comincia bene: per aprire la campagna del Festival, dà un'esclusiva a Corriere della Sera e a Repubblica, dopo aver menato tutti gli altri (me compresa) per il naso, offrendo lunedì prossimo interviste a Clerici e al direttore Mazzi. Che incornata.... Ma incornati, apprendo, sono rimasti pure Corriere e Repubblica: ognuno dei quali ha messo la notizia in prima pagina pensando di avere uno scoop; invece, Gola Profonda ha sì fatto loro un favore, ma li ha pure menati per il naso, convincendoli di essere gli unici destinatari.

Dalia Gaberscick, la Boss della Goigest, dice che è innocente e che è stata bypassata. Io, al posto suo, mi dimetterei prima di cominciare, se davvero è così. Tutti i media le stanno telefonando, o scrivendo messaggi di fuoco. Lei difende Lucio Presta, agente della Clerici, al quale staranno telefonando altri mille: "Non è stato lui". Lucio Presta darà la colpa ai poteri forti; Mazzi dirà magari che è stato il suo singolare, Mazza, direttore di Raiuno. Ma intanto, che mazzate, dai tavoli delle redazioni.

La non-notizia ha fatto adirare mezzo mondo del giornalismo italiano. Ci sono stati direttori di giornale che hanno telefonato a supposti responsabili della faccenda e gli hanno tolto la pelle. Perché il dialetto è simbolico, perché parlare di dialetto in questi anni vuol dire parlare di Bossi, e della sua supposta influenza anche sul regolamento di Sanremo. Un tempo il dialetto a Sanremo era proibito, in nome della lingua italiana unificante; ora lo si favorisce. A mio parere, due stupidaggini messe insieme: la musica non ha bisogno di leggi, stando che è il Festival della Canzone Italiana, uno canti in friulano o in fiorentino o in italiano, a casa nostra siamo. Ma poi, dai, è Sanremo. O no?

E il fatto che a metà febbraio si celebrino i 60 anni del Sanremone, e che invece siamo qui alla partenza del Grande Carrozzone a discutere e ammazzarci per uno scoop in nome della lingua o del dialetto, ci dice una cosa sola: che il Festival è sempre lo specchio della società italiana. O meglio, della sua politica (che conta sempre di più, e le canzoni sempre di meno).




Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Sanremo in dialetto e senza case discografiche - di M. L. Fegiz

...Sono uscite delle indiscrezioni sul nuovo regolamento del festival 2010. Una delle principali riguarda la possibilità di cantare in dialetto (che perlatro c'è sempre stata), e questo, chissà perchè, solo per quanto riguarda i big (chiamati artisti) il nuovo regolamento consente l' accesso diretto ai giovani (nuova generazione) Si manda un bustone alla Rai contenente il CD e documenti vari (entro il 3 dicembre), la canzone viene messa in rete, discussa dalla gente in apposito forum e alla fine la commissione decide. Chiunque ci puà provare senza la la mediazione di case discografiche.
Notare che la canzone deve essere inedita fino all'invio alla Rai e alla sua messa in rete sul sito. Poi nulla vieta di trasmetterla, propagandarla in modo che in teoria possa arrivare a diventare nota prima di approdare sul palco dell'Ariston. Il che consente, in teoria, una vera e propia campagna elettorale. Se io fossi Radio Italia ne manderei una e la farei diventare un tormentone sulla mia rete, anche per influenzare la giuria.
Mi sembra una novità non da poco che fa molto arrabbiare piccole e grandi case discografiche che spesso chiedevano per l'allestimento della pratica per la presentazione al festival anche qualche migliaio di Euro. Naturalmente ci sarà un assalto tipo sanatoria delle badanti......

il lancio dei brani degli 8 giovani a partire dal 10 gennaio (quindi non saranno inediti) e ci sarà una vera e propeia "campagna elettorale".
gli 8 giovani (chiamati quest'anno "nuova generazione"