MUSICA




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BOOSTA TASTIERISTA DEI SUBSONICA PARLA DI MINA

La voce di Mina è unica
fa accapponare la pelle"

Boosta, il tastierista dei Subsonica


torino
Veleggia alto. Altissimo. E tanto l’immagine da sola non basta. Come si fa a descrivere il sentire di un musicista che scrive una canzone per Mina? «Neanche il musicista sa bene come parlarne. Pensa al sogno della vita: ed è realtà quando sente il proprio brano interpretato dalla sua voce. Inutili altre parole, la storia di Mina ha già consegnato tutto».

La storia di Boosta invece sembra un bruciar di tappe veloci, di artista in perenne movimento, i Subsonica, i progetti da produttore, l’anima da scrittore. E a 35 anni è autore di un pezzo scelto da Mina, diventato traccia del suo album «Facile» da oggi in circolazione.

Una giornata storica, risultato di un privilegio per pochissimi: l’incontro e il lavoro in studio con lei: come c’è riuscito?
«Tecnicamente è stato facile, sapevo che stava scegliendo i pezzi nuovi e umilmente, attraverso i rapporti fra le case discografiche, ho mandato due provini incisi da me. E lei ne ha scelto uno. L’esperienza professionale e umana è cominciata proprio quando sono andato in studio, quando ho riascoltato con lei la canzone».

Che si intitola?
«"Non ti voglio più", un amore finito, raccontato in modo romantico. La sua interpretazione fa accapponare la pelle».

La domanda è d’obbligo: è ispirato a una sua storia personale, al rapporto con la sua compagna Fernanda Lessa?
«Tutti gli artisti hanno l’ angolo della malinconia, e a me l’accordo maggiore proprio non viene, non sono capace di scrivere pezzi allegri. La pesantezza d’animo la si ritrova un po’ in tutte le mie canzoni, nulla a che vedere con la mia vita personale».

E’ soddisfatto di questo brano?
«Credo sia uno dei miei più riusciti, uno di quelli che un musicista pensa “vorrei averlo scritto io”. E io l’ho fatto».

Si è mai sentito sovrastato dalla grandezza di Mina?
«La collaborazione artistica è stata meravigliosa. Mina è un’artista che prende il progetto completo, e non cerca di cambiarlo, anzi ascolta, dà fiducia. E così lavorano i suoi figli, Massimiliano e Benedetta. La scoperta vera è stata aver trovato dei nuovi amici, persone con cui raccontarsi, parlare della vita in generale, dei figli. Senza regalarsi grandi verità, ma il piacere di confrontarsi insieme, semplicemente».

Era in studio quando Mina ha cantato la prima volta «Non ti voglio più»?
«Purtroppo no. Ci eravamo visti per discutere il lavoro, e accordati sul mio ritorno qualche giorno dopo. Quando sono arrivato l’aveva già incisa, le è bastata una prova. E’ unica». Le ha chiesto se si farà mai vedere ancora una volta? «Non mi sono permesso. Ha fatto una scelta di vita meravigliosa pur continuando a lavorare con una dedizione che pochi artisti hanno. Stare fianco a fianco a lei per me è stato un momento di confronto tostissimo, il massimo della cartina tornasole dell’essere