MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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[FULL] Michael Jackson - This is it (HD) NEW SONG 2009 DI MARINELLA VENEGONI


Siamo ormai abituati alle faville di marketing che si alzano intorno alla gestione della memoria dei divi della musica pop. Trattandosi ora di Michael Jackson, nemmeno i fuochi artificiali potrebbero rendere l'idea di ciò che ci aspetta da qui in avanti. Tutto è cominciato già ieri, con l'uscita quasi imprevista, nelle radio e su You Tube, del singolo «This is It»: stesso titolo dei concerti che erano in programma a luglio all'Arena 02 di Londra, e che non si sono mai tenuti per l'improvvisa, drammatica scomparsa di Jacko, lo scorso 25 giugno. In tre mesi, l'industria del ricordo ha messo su una corrazzata Potemkin che per adesso comprende - sempre sotto lo stesso titolo «This is It» - un doppio album in uscita il 27 ottobre, e il giorno successivo il film delle prove («Michael Jackson This is It» che rimarrà a incassare nei cinema in veste di evento per gli inconsolabili, per sole due settimane, prima di diventare un dvd.

Ricordando le ultime produzioni, la canzone non è una delle sue più brutte, anzi. E' una ballad romantica un po' di maniera, nel suo stile più classico, un po' deja vu; ricorda l'epoca di «Dangerous», come in effetti conferma la Sony, che la fa risalire ai primi Novanta; di maniera anche il testo, un inno all'amore imprevisto («Mi sento come se ti avessi conosciuto da mille anni/ E tu mi dici che non hai mai visto prima la mia faccia/ e mi hai detto che non mi vuoi fra i piedi...» . Ma l'autore proclama pure «Sono la luce del mondo, mi sento grande». Manie da tempi d'oro, dunque antiche, quando pensava di poter nutrire il mondo.

Il dibattito fra i critici è amplissimo. A qualcuno ha evocato «What More Can I Do» del 2001, o più facilmente «I Just Can't Stop Loving You» dell'87; il New York Times pensa invece a «I Never Heard» del '91, scritta con Paul Anka e finita in un disco di Safire, interprete di Porto Rico, con un testo differente. Quel che è certo, è che il brano era in origine per pianoforte e voce, ma lo hanno arrangiato e arricchito con i coretti dei fratelli Jackson.

I quali da anni stavano seduti sulla sponda, in attesa di una riunione dei Jackson Five; si prendono così la loro mesta rivincita, da qualche parte assai criticata: «Lui non avrebbe mai voluto e mai permesso», dice ShowBiz411 da Hollywood, e aggiunge che il brano è stato prodotto da John McClane, un amicone di Jackson nonché fra gli esecutori del suo fondo. Tout se tien.

Per la Sony, il presidente della Epic/Columbia, Rob Stringer, ribadisce quel che già si sa: «Ci sono un centinaio di brani inediti, e finiti solo in parte». Diventeranno nostra compagnia nei decenni a venire (nel frattempo, in Italia si muove anche l'editoria: nei prossimi giorni è attesa la ristampa dell'autobiografia «Moonwalk», con i ricordi spensierati di gioventù .