Gately, oscura morte di un Boyzone (è la prima vittima delle boybands)

Dalla fama provvisoria, scrosciante, che sempre circonda le boyband, a una morte ancora coperta dal mistero. Stephen Gately, 33 anni - il Boyzone che aveva fatto outing giusto dieci anni fa quando ancora non era di moda, e che solo nel 2008, con Ronan Keating e gli altri compagni, aveva rimesso insieme la già brillante formazione - è stato trovato senza vita ieri, nel letto del suo albergo a Port D''Antraxt nell''isola di Maiorca, dove stava trascorrendo un periodo di vacanza con il fidanzato storico Andy Cowles. Le avare testimonianze dicono che la sera prima aveva fatto tardi e bevuto «un paio di drink»: si sa che con gli irlandesi in questo campo bisogna sempre fare la tara, ma nessuna indiscrezione trapela per ora sulla fine di un ragazzo che a 33 anni aveva già molto vissuto, come sempre capita nelle boyband, uno dei fenomeni che già annunciavano la fine della vocazione artistica della discografia.

Le boyband erano dilagate con i Novanta. Gruppi nascevano a tavolino, nell''industria, fra i due oceani: si sceglievano volti carini di ragazzetti in fiore, e almeno un po'' intonati; spesso venivano subito baciati da un successo esplosivo, finendo in balia di una difficile gestione della popolarità, che poi puntualmente si dileguatava fra ego, eccessi e contrasti. L''unico che ha davvero mietuto successi come solista, di tutti costoro, è stato Robbie Williams: ma le sue depressioni, il ricorso ai medicinali, i ricoveri, la dicono lunga sui costi pagati a una fama che ti rotola addosso senza fatica e senza preparazione adeguata. Le cronache di questi ultimi anni raccontano di riunioni massicce - dai Backstreet Boys ai Take That - per tornare a riacchiappare (magari brevemente) la gloria, raschiando il fondo dei ricordi di fanciullezza delle ancor giovani fan.

La storia di Stephen, e dei Boyzone, non fa eccezione. Nata nel 1993, sciolta nel 1998 - gli anni d''oro del fenomeno - la band irlandese ebbe sei numeri uno nelle classifiche inglesi dell''epoca, battendo i Take That che erano i re indiscussi dell''epoca. Dei piacenti ragazzini, che cantavano un pop all''acqua di rose, andavano pazze le ragazzine, quando cantavano «Words» o «All That I Need»: erano nati per questo, loro. Ma Gately violò il patto d''amore con le fan, dichiarando al mondo nel 1997 di essere omosessuale, e di amare quello stesso Andy che ora gli faceva compagnia a Maiorca: si unirono con rito civile nel 2006 a Londra. Alle ragazze in gramaglie il povero Stephen spiegò: «E'' la cosa più difficile che io abbia mai fatto, ma lo debbo a voi, oltre che a me stesso: devo essere completamente onesto. Molti dei nostri seguaci potranno esser scioccati, ma spero che capiscano quanto è importante per me rivelare di essere gay».

Fra le prime condoglianze arrivate ai Boyzone, ci sono quelle di Elton John e del suo sposo: «Io e David siamo sconvolti da questa tragedia, Stephen era l''anima più gentile che si potesse immaginare». Ovviamente distrutti i compagni della ricostruita band, che nella giornata di ieri sono partiti per Maiorca: «Ronan, Keith, Mikey e Shane sono devastati da questa notizia e inviano il loro profondo cordoglio alla famiglia di Stephen e ai suoi molti amici sparsi in tutto il mondo», ha detto il manager Louis Walsh. E poiché i Boyzone venivano considerati un patrimonio artistico irlandese, si è fatto vivo con le condoglianze anche l''ex premier Bertie Ahern, amico dello scomparso: il quale, appena pochi giorni fa su Twitter, aveva rivelato che stava scrivendo un libro, e a morire non ci pensava proprio.



Marinella Venegoni

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Boyzone - Baby Can I Hold You Tonight