MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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MINA 2 - di Paolo - I

MINA 2
di Paolo Driussi
Era tanto che non mi fermavo in quel luogo, tanto, troppo. L'ora di
cena, dopo vorticose ore passate in apnea immerso in carte,
telefonate, visite, decisioni, problemi e rispettive soluzioni
tirate fuori dal cappello magico.
Pochi chilometri divorati senza rendermi conto di quanto si stesse
muovendo intorno, senza volutamente buttare l'occhio oltre il
finestrino. Semafori, stop, via, macchine, rumori, il farneticare
della gente, l'inveire contro ingorghi. Tutto deliberatamente
lasciato scivolare lungo il vetro di un parabrezza e subito dopo
spazzato via a suon di tergicristallo.

Subito dopo la sosta. Pochi minuti da casa. Era lì. Lì dove da tempo
non mi fermavo, dove anni fa ho consumato incontri rubati con chi
rimarrà riposto in quel secondo cassetto come una camicia lisa.

La scelta del luogo poteva sembrare casuale, ma non lo era. Un luogo
apparentemente poco accogliente, ma un luogo che ha da raccontare
davvero tanto. Un colpo di freno, un giro di chiave, un cd inserito
appositamente per quel momento, fuoco, fumo e il volante avvinghiato
tra le mani.


“Se non ci fossi tu che farei… se non ti avessi più morirei…”

È un colpo al cuore, come aprire una porticina dipinta di rosso dopo
aver attraversato un lungo corridoio spoglio. Oltre quella porta, lo
spazio profondo.


Parole che volavano in alto, oltre quel muro di cinta, oltre quel
freddo cancello di metallo, fino all'interlocutore di quello
pseudo-monologo. Iniziai a raccontare come da tanto non facevo, come
da tanto desideravo. Un raccontarmi nello snodarsi di eventi,
emozioni, fiamme rabbiose, sfoghi e dolci parole che chi stava
dall'altra parte del muro conosceva benissimo, fin troppo bene, ma
che necessitavano di essere dette. Avevano bisogno di prendere aria.
Di prendere vita. Ascoltava. Come complice condivideva lacrime,
sorrisi isterici, sguardi persi.


“Uno busca lleno de esperanzas el camino que los sueños prometieron
a sus ansias…” Tormento, paura, inquietudine. Quella voce si
lamentava,si disperava.


In quel momento non c'era più quel muro di cemento, c'era quel
confidarsi, quel chiedere scusa, c'era quel sentirsi in colpa per
quei mesi bui andati, c'era quel promettersi, quel ritrovarsi.
Domande, risposte. Parole, carezze.
Il tempo sembrava essersi davvero fermato. E quel desiderio
relativamente appagato.

Un giro di chiave al contrario, l'ingranare la marcia, un colpo di
acceleratore, il cambio della musica, il finestrino abbassato e
l'aria condizionata accesa. Aria fresca, ossigeno, vita. Tutto
quello che serviva per apprestarmi a solcare di nuovo quella porta.
All'improvviso una mano, una mano tiepida sulla mia. Un breve
sobbalzo dell'anima, uno sguardo traboccante di stupore e il sentire
quella mano e quella presenza seduta sul sedile a fianco. Nessuna
parola. Un semplice gesto.
Mi voltai, dritto a quegli occhi ed emisi solo una parola "Sì" ...
La risposta ad una domanda giunta nella notte, una domanda
imprevedibile, una domanda inaspettata, una domanda che "stringe" e
che regala un battito di "quiete al cuore".

Il tempo scorre. L'estate invadente, impertinente, e violenta
raccoglie i propri stracci sporchi, inceneriti, colmi di sudore e li
va a riporre in un prossimo equinozio. Il sole è alto, va a
raggiungere la sua massima altezza e illumina le anime con il suo
geometrico gioco. L'aria che strozza, che appesantisce, che
paralizza, inizia a frizzare, si rende limpida, muta la sua essenza,
si veste di seta ventosa, di pollini, di colori caldi... è il tempo
che si riappropria delle sue vesti autunnali. Le aveva lasciate lì,
appese nell'armadio dell'universo e lì le ha ritrovate con il suo
viaggiare.

Re: MINA 2 - di Paolo - II

Sono giornate strane, sono giornate vuote e piene, giornate di mare
in tempesta e di mare che lambisce i fianchi. Il vento torna a
soffiare, un vento nuovo, un vento che si fa sentire, che ti entra
dentro, ti prende gli occhi e li porta verso traiettorie scritte
nell'anima. C'è il viscerale desiderio di ghermire tutto ciò che si
è lasciato dietro l'angolo, tutto ciò che ora deve tornare priorità.


“Full moon and empty arms”, la seduzione sinuosa della canzone, la
magia della soffice atmosfera che si respira sono sublimate dai
riverberi dei tintinnii, dal rimbombare moderato delle cadenze
ritmiche, dalle effusioni morbide della chitarra.

Stasera, dopo tante sere, non sono tornato a mani vuote, non sono
tornato con le mani colme di insofferenza, di sofferenza, di
impotenza. Stasera ho riportato per le strade, sotto la luce, in
mezzo alla danza della gente, quell'anima solitaria sperduta in
stanze bianche. Me la sono riportata a casa, a fatica, con la
consapevolezza di tutte le possibili conseguenze, ben cosciente che
si scateneranno ulteriori mulinelli nel fiume della mia anima, ma me
la sono riportata a casa.

“I’m glad there is you” . Il recupero dei lavori passati viene
filtrato con un’attitudine diversa. Rimarchevole il lavoro
incessante degli archi.

Sono giorni bizzarri, giorni in cui a stento vado riappropiandomi di
quel trono che mi fa stare troppo bene, che ho raggiunto in questi
ultimi anni, che ho sudato, che ho reso mio. Quella poltrona
composta dalla mia stessa pelle, quel mondo che vi ruota intorno e
che mi ha regalato tante soddisfazioni. Devo riaverlo, me ne hanno
privato per troppo tempo.

Sono notti particolari, notti in cui mi guardo dentro e scorgo uno
strano nodo a cui è legato un filo invisibile, un filo ben saldo, un
filo che non sa dove va a finire. Lo osservo, lo sento, lo vivo nei
miei brividi... ed è proprio in una di quelle notti che una luce
argentata piovuta dall'empireo mi va ad illuminare, mi fa oscillare,
mi fa prendere vita e mi fa parlare. Quel filo è vivo.
Maledettamente vivo. Un filo invisibile. Regala presenza in un vuoto
amato e odiato. Regala forti coincidenze che scuotono, che
sconquassano, che fanno riaffiorare eventi ben custoditi.

“Lontanissimo” rinvigorita e raffinata da un ottimo ed eclettico
gioco strumentale, con la sezione degli archi che riesce a
oltrepassare i limiti di un accompagnamento granitico e inserti
pianistici. Un pezzo ridondante e decadente, ma veramente notevole.
Piccole perle di piacere che fanno guardare giù, che spogliano e che
vestono, che svuotano e che riempiono. Fine e inizio, inizio e fine.



Sono attimi intimi in cui bussa alla porta del cuore il desiderio di
andare a trovare due occhi, quegli stessi occhi tiepidi posati sulle
spalle, occhi grigi che raccontano e che brillano. Rinasce quel
desiderio. Ci si riappropria di quel volere temuto, quel volere che
nasconde paura, paura di deludere, paura di non riuscire a portare
sul piatto dorato tutto quello che ci si era promessi. Aspettami.

“Caminenos” In certi momenti non ci sono appigli, ti ritrovi in
caduta libera fra lande musicali inesplorate delle quali Mina si è
fatta perlustratrice.

Parole, le mie, che sgorgano. Aspettavano solo un semaforo che
diventava verde. Tempo, il mio, che scorre, schizza. Illusorio tempo
terapeutico. Non è lui che cura, siamo noi che curiamo, che
cicatrizziamo, che anestetizziamo. Noi, con il nostro affrontare,
con il nostro agire, con il nostro lottare, con il nostro viaggiare,
con il nostro vivere. Paure, le mie, che si sprigionano e che
vengono sedate, forse, nel migliore dei modi. Libri, i miei, che si
scrivono, si archiviano nell'anima e lasciano posto a nuovi capitoli
incisi con lacrime, sudore, sangue e colori.

“Lunedì 26 ottobre” un vero gioiello di atmosfera e arrangiamento:
un crescendo arricchito da archi, con Mina che si produce in una
delle sue migliori performance.

Vuoto e pieno. Un vuoto che c'è stato, che c'è e che ci sarà sempre.
Un vuoto che mi appartiene, che odio e che amo, che piango e che
rido, che mostro e che maschero. Un pieno a due teste, una di
ricordi, di attimi, di gesti e una di "puntini" lasciati da chi
attraversa la propria atmosfera. Vuoto e pieno, tutto e niente. Un
pieno di parole che prendono le redini di una notte e sporcano il
vuoto di una pagina bianca di vita.

Ci sono giorni, ci sono sere, ci sono notti, attimi, ore, giorni,
settimane e periodi in cui sarebbe così facile mettersi dinnanzi ad
un foglio di carta impugnando un pennino straboccante di inchiostro
e iniziare a farlo scorrere sui binari di pensieri, di emozioni, di
fatti, di vita ... attimi in cui potresti stilare un intero libro,
capitolo dopo capitolo, personaggio dopo personaggio e scenario dopo
scenario ... attimi in cui un treno di parole prenderebbe velocità e
inizierebbe a lanciarsi in corsa lungo le sottili righe di un
racconto ...

“Ebb tide”. Notevole, ammaliante, crepuscolare, ambientata in
scenari ampi e desolati, che implode in un altro crescendo. E’ in
quei momenti che diventa piacevole affidare quel vortice a delle
note, a melodie che ci appartengono, a componimenti musicali che ci
disegnano benissimo e che hanno la delicatezza di avvolgere in gocce
salate le esplosioni emozionali che ci coprono con un manto azzurro…


“Invitation”: Glamorous Mina, personaggio che, a guardarla, sembra
piovuto da chissà quale galassia, come una meteora caduta fuori
tempo massimo.

A qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che quella di Mina possa
essere un’operazione di pedissequo recupero del passato, sia a
livello d’immagine che di stile musicale, ma non ci troviamo di
fronte a un blando esercizio stilistico. E’ un complesso
intrecciarsi di contaminazioni che rendono la Nostra un caso unico.

Pioggia che picchietta su pozzanghere interiori dipingendo cerchi di
emozioni infreddolite che si espandono verso orizzonti di arcobaleni
sconosciuti .. pioggia che travolge come mille sorridenti molecole
cristalline ... pioggia che riflette cascate di pensieri ... pioggia
di melodie prese tra le mani, lanciate verso l'empireo e fatte
ricadere su corpi avvolgendoli come calde lenzuola durante notti
trascorse ranicchiati sul tetto della vita ...

“Angustia”. Chitarra a farla da padrona, come a voler scarnificare
l'esistenza stessa, mettendone in luce la solitudine e la miseria.
La voce di Mina sembra concedere l'unico spiraglio di luce.

E’tempo di regalare dolci vassoi di parole, di mani che sostengono,
di dita che ascoltano battiti irregolari di cui conoscono
perfettamente il ritmo, di sorrisi sinceri, di sguardi termici, di
piccoli grandi gesti che sostengono, che illuminano, che innalzano,
che permettono di compensare a quei polmoni ormai colmi di gocce
salate ...“My melancholy baby” trascorre in maniera gradevole ma fin
troppo stilosa, movimenti portati avanti incuranti del sax che vanno
a colpire e scuotere archi e pianoforte.


Novembre che si presenta di lunedì, quando proprio non vorrei essere
qui ... si veste di un cielo nuvoloso che invita semplicemente ad un
tanto sognato riposo ... un cielo arredato con soffici piumoni
morbidosi, sotto i quali vivresti in simbiosi, ... quell'aria
malinconica di un autunno che si spera apra le porte, per chi parte,
per chi torna, per chi viaggia e per chi resta, per chi ha vissuto
un estate molesta, per chi sopporta e per chi si rivolta ... un
fresco vento che per tanti è un tormento e per molti altri è
godimento ... quando vorresti essere su di un isola tropicale,
gettando il cellulare nel mare, lasciando alle spalle tutto il da
fare, spruzzando lo spray per zanzare a chi vorresti insultare con
una sorta di giudizio universale, a chi ha saputo regalare un
inaspettato male…

“I’’m a fool to want you” sospirosa complessità musicale, dove Mina
trova spazio per la sua vena più diretta.

Dolci colazioni condivise con presenze arrivate sulla punta dei
piedi in situazioni improvvise... improvvisando una nuova settimana,
un nuovo mese, senza pretese ... mettendosi al timone, schiacciando
un bottone e far scrosciare un tanto desiderato acquazzone ...
snodandosi tra alti e bassi di pressione, con mani che vanno a
massaggiare zone con accumuli di tensione ... stappando una mente
caotica inzuppata di pensieri agrodolci, accelerando, sorpassando,
svincolando, correndo, sorridendo e saltellando su nuovi attimi
quotidiani che carezzeresti tra le mani ... cicatrizzando un ieri e
crescendo un domani...

I TESTI - I

Se non ci fossi tu
(Pallavicini – Rusca)

Se non ci fossi tu
che farei
se non ti avessi più
morirei
puoi chiedermi
tutto quello che vuoi, lo sai
ma tienimi con te.
Se non ci fossi tu
che farei
non devi dirmi
che te ne andrai
abbracciami
perchè ho voglia di piangere
di piangere d'amor
con te.

Non devi dirmi
che te ne andrai
abbracciami
perchè ho voglia di piangere
di piangere d'amor
con te.

Uno

(Enrique Santos Discépolo- Marianito Mores)

Uno busca lleno de esperanzas
el camino que los sueños
prometieron a sus ansias
sabe que la lucha es cruel
y es mucha
pero lucha y se desangra
por la fe que lo empecina

Uno va arrastrándose entre espinas
y en su afán de dar su amor
sufre y se destroza hasta entender
que uno se ha quedado
sin corazón

Precio de castigo que uno entrega
por un beso que no llega
o un amor que lo engaño
vacío yo de amar y de llorar
tanta traición

Si yo tuviera el corazón
el corazón que di
si yo pudiera como ayer
querer sin presentir

Es posible que a tus ojos
que me gritan su cariño
los cerrara con mis besos
sin pensar que eran como esos
otros ojos, los perversos,
los que hundieron mi vivir

Si yo tuviera el corazón
el mismo que perdí
si olvidara a el que ayer
lo destrozó y pudiera amarte
me abrazaría a tu ilusión
para llorar tu amor

Es posible que a tus ojos
que me gritan su cariño
los cerrara con mis besos
sin pensar que eran como esos
otros ojos, los perversos,
los que hundieron mi vivir

Si yo tuviera el corazón
el mismo que perdí
si olvidara a el que ayer
lo destrozó y pudiera amarte
me abrazaría a tu ilusión
para llorar tu amor


Full Moon And Empty Arms

(Mossman – Kaye)

Full moon and empty arms
The moon is there for us to share
But where are you?
A night like this could weave a memory
And every kiss could start a dream for two
Full moon and empty arms
Tonight I'll use the magic moon to wish upon
And next full moon if my one wish comes true
My empty arms will be filled with you


And next full moon if my one wish comes true
My empty arms will be filled with you

Re: I TESTI - II

I’m Glad There is You

(Madeira – Dorsey)

In this world of ordinary people
Extraordinary people
I’m glad there is you

In this world of over-rated pleasures
Of under-rated treasures
I’m so glad there is you

I live to love, I love to live with you beside me
This role so new, I’ll muddle through with you to guide me

In this world where many, many play at love
And hardly any stay in love
I’m glad there is you

More than ever, I’m glad there is you

Lontanissimo

(Devilli – Sondheim – Bernstein)

Lontanissimo
o vicinissimo
ci dev'essere un angolo
per noi due soli.
Lontanissimo
o vicinissimo
c'è un giorno d'attendere
che verrà
che verrà.
Vedi
chiedi
e se alla vita non cedi
quello che speri
si avvera
credi.
Lontanissimo
o vicinissimo
per sognare
c'è un angolo,
c'è un giorno
per vivere
credi
sempre
credi.

Caminemos

(Martins – Gil)

No, ya no debo pensar que te amé,
es preferible olvidar que sufrí.
No, no concibo que todo acabó,
que este sueño de amor terminó,
que la vida nos separó sin querer.
Caminemos, tal vez nos veremos después.

Esta es la ruta que estaba marcada,
sigo insistiendo en tu amor que se perdió en la nada,
y vivo caminando sin saber donde llegar,
tal vez caminando la vida nos vuelva a juntar.

No, no, no, no
No, no, no, no.

Lunedì 26 Ottobre

(Marchese – Califano – Cichellero)

Mio caro amore,
oggi lunedì ottobre ventisei,
è autunno più che mai.
Fa tanto freddo
e piove che non sai,
un mese è andato già
da quando non ci sei.
Giorno per giorno ti leggo
ma non mi basta mai,
io vivo ma
mi manchi tu,
fammi sapere al più presto
quando ritornerai
e come stai laggiù
senza di me.
Anche domani, sai
ti scriverò,
tu pensami, se puoi,
a presto caro, ciao.
Ciao.

Re: I TESTI - III

Ebb Tide

(Sigman Maxwell)

First the tide rushes in
Plants a kiss on the shore
Then rolls out to sea
And the sea is very still once more
So I rush to your side
Like the oncoming tide
With one burning thought
Will your arms open wide
At last we're face to face
And as we kiss through an embrace
I can tell, I can feel
You are love, you are real
Really mine
In the rain, in the dark, in the sun
Like the tide at its ebb
I'm at peace in the web
Of your arms

Invitation

(Kaper / Webster)

You and your smile hold a strange invitation
Somehow it seems
We've shed our dream but we're
Time after time in a room full of strangers
Out of the blue, suddenly you were there

Wherever I go you're the glow of temptation,
Glancing my way in the grey of the dawn
And always your eyes smile that strange invitation
Then you are gone
Where oh where have you gone

How long must I stay in a world of illusion
Be where you are so near yet so far, apart
Hoping you'll say with a warm invitation
Where have you been, darling come in
Come into my heart

Wherever I go you're the glow of temptation,
Glancing my way in the grey of the dawn
And always your eyes smile that strange invitation
Then you are gone
Where oh where have you gone

How long must I stay in a world of illusion
Be where you are so near yet so far, apart
Hoping you'll say with a warm invitation
Where have you been, darling come in
Come into my heart



Angustia

(Orlando Brito)

Angustia de no tenerte a ti,
tormiento de no tener tu amor;
angustia de no besarte más,
nostalgia de no escuchar tu voz.

Nunca podré olvidar,
nuestras noches junto al mar;
contigo se fue toda ilusión
la angustia lleno mi corazón.

Nunca podré olvidar,
nuestras noches junto al mar;
contigo se fue toda ilusión
la angustia lleno mi corazón.



My Melancholy Baby

(Norton – Burnett)


Come to me, my melancholy baby
Cuddle up and don’t be blue
All your fears are foolish fancies, maybe
You know, dear, I’m in love with you

Every cloud must have a silver lining
Wait until the sun shines through
Smile, my honey dear, while I kiss away each tear
Or else I shall be melancholy too


Smile, my honey dear, while I kiss away each tear
Or else I shall be melancholy too


I'm a fool to want you

(Wolf – Sinatra – Heron)

I'm a fool to want you
I'm a fool to want you
To want a love that can't be true
A love that's there for others too

I'm a fool to hold you
Such a fool to hold you
To seek a kiss not mine alone
To share a kiss that devil has known

Time and time again
I said I'd leave you
Time and time again I went away
But then would come the time
When I would need you
And once again these words I had to say

Take me back, I love you
pity mre, I need you
I know it's wrong, it must be wrong
But right or wrong
I can't get along
Without you

Mina - Uno

Re: MINA 2 - di Paolo - II

Ma sai che non ricordo questi racconti? Forse perchè quando li hai postati, leggevo messaggi inerenti alle novità e magari leggevo velocemente i tuoi senza capire l'importanza che essi hanno in realzione all'ascolto del disco di Mina del 1966.
Come al solito, sei molto preciso, infatti hai messo i testi delle canzoni e hai fatto bene a ricordare in video il brano più famoso di questo disco.
Complimenti, un racconto toccante.
Luigi