MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Dedicato a mio padre - di Osvaldo e Paolo - I

DEDICATO A MIO PADRE

Riordinando lo scaffale dei dischi
(quasi una recensione di "Dedicato a mio padre")
di Osvaldo Marinelli e Paolo Driussi

Un secco rumore, quello schiaffo del lino nell'aria, apre finestre lontane
dell'infanzia e le tranquille certezze, fatte di biscotti, odore di
pulito, amorevoli voci domestiche.
"Senza tempo... senza tempo, le immagini si ripetono uguali", penso, preso
da un fastidioso senso d'inutilità ma anche d'attesa impaziente di non so
cosa. "
"Duttò... mannaggia stì carte!"
"Queste carte, che?"
"Sti' carte, fuglietielle, a chili, a chili... Manco fòsseno sfugliatelle,
ne sfurnate in quantità! E liggiteve nù bello giurnale! A che ve servono,
stì cazz' 'e carte?""
"Ma signora Maria, che vuole dire?"
"Voglio dicere: ittatélo, stu muntòne 'e carte! V'e' ggirate, v'e'
riggirate, v'e' liggite ... e pò? Ch'avite concluso? Vuje avite perzo 'o
tiempo e io 'a salute pe' sistemà tutte ccose!"
Riallineo i fogli, ignorando il borbottio e mi accendo un'altra
provocatoria sigaretta, perfida compagna dei miei pensieri afferrando
carta e matita sul tavolo accanto; inforco gli occhiali e prendo a
scrivere sulle gambe. Mi estranio con il pensiero che io, in un niente, so
come volarmene lontano...
Maria se n'è andata a rassettare la camera.
Pensando ad un'improbabile uscita, vado a radermi nella stanza da bagno.
Mi sbircio allo specchio riconoscendomi la stessa espressione di sempre:
negli occhi, il guizzo di burloneria, curiosità, velo d'amarezza, certezza
d'essere. Le solite gocce di dopobarba diluite nell'acqua, ne assaporo la
frescura serrando gli occhi. All'arare disperato del pettine sui pochi
capelli mi chiedo a quale mai dei miei amori piacerò ancora.
Riordinando il ripiano dell'armadio in cui c'era la collezione dei miei 33
giri ho trovato "Dedicato a mio padre" di Mina. Avevo dieci anni, in casa
un vecchio giradischi e alcuni 78, quando un pomeriggio dal piano di sopra
sento arrivare una musica che mi fa battere il cuore. Vado sul terrazzino
per ascoltare meglio: era Elvis, "Jailhouse rock". Ricordo la voglia di
saltare a tempo di musica. Appena in grado di poter comperare dischi, ecco
i Beatles e i Rolling Stones. Grazie a mio padre che mi ha comperato nel
1964 i miei primi 45 giri. "From Me to You" e "She Loves You"dei Beatles.
Grazie per avermi regalato per la promozione alla quarta ragioneria quella
mitica fonovaligia Europhon con cui lo avrei assordato negli anni a
venire.
"Dedicato a mio padre" è il primo album di Mina inciso per la neonata PDU,
ed è quindi un album importante. Mina sembra volersi impossessare di un
repertorio (internazionale) più vicino al suo sentire e alle sue corde.
Un'operazione simile a "Mina due" inciso pochi mesi prima per la Ri-fi con
un'enorme differenza però sia nel timbro vocale sia nella maturità
dell'interprete che verrà comunque consacrata l'anno successivo con le
apparizioni televisive a "Canzonissima".
Apre la prima facciata "Lazy River", che era già appartenuta, tra gli
altri, a Louis Armstrong, e che Mina affronta quasi con spavalderia,
introdotta inizialmente da un sax e poi dagli archi e dalla pomposità
dell'orchestra di Augusto Martelli che firmerà tutti gli arrangiamenti del
disco. Una versione ancora non ultimativa se pensiamo alle successive
reinterpretazioni di Mina, in particolar modo quella di "Teatro Dieci"
dove appunto abbiamo l'ultimo banco di prova di questo classico jazz.
Segue "I should care" dove la voce sorretta dagli archi introduce il tema
principale, passando da registri medi a registri più alti ("…as lovely as
you, but I should care and I do…"). Mina è particolarmente attenta a ogni
sfumatura e a ogni parola del testo, che in perfetta simbiosi col tappeto
sonoro, rende questa canzone (un po' sconosciuta) un gioiello di prova
interpretativa. Mina è già grande, grande, grande…
Mina sussurra "I discorsi che fai non mi parlano di te" introdotta da
un'arpa e qualche tocco di pianoforte; canta con una sconvolgente
tenerezza e naturalezza ogni parola del testo, firmato da Lei medesima, e
questa tenerezza forse rispecchia un periodo di grazia in campo
sentimentale. Anche qui gioca tra bassi, medi fino ad esplodere nel finale
dell'inciso che però non ha le caratteristiche del "classico" inciso ("Tu
mi ami e so che questo basterà"). E' l'unico inedito dell'album e verrà
riproposto successivamente in varie compilation, prima tra tutte la stessa
"I discorsi".
"Somos" è una sorta di tango rallentato, che narra la drammatica fine di
una storia d'amore che sembra essere stata molto intensa. ("Pero que
importa la vida con esta separación... somos dos gotas de llanto en una
canción"). Canzone tornata alla ribalta grazie ad uno special televisivo
di Paolo Limiti di qualche anno fa.
All'improvviso una chiave, ma pareva esitare, rigira la serratura
facendomi sobbalzare. E' Maria che risale dalla cantina con un tappeto. La
stanza è pervasa da una folata d'aria, quasi fredda, pungente e come resa
elettrica dopo un temporale; si fa debole corrente tra le ante del
finestrone appena accostate.
Ricordo una dichiarazione di Fabrizio De Andrè: "Se una voce miracolosa
non avesse interpretato nel 1967 'La canzone di Marinella', con tutta
probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi
all'avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e
soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti".
Il tragico fatto di cronaca cui si ispira la ballata è sdrammatizzato da
Mina, che la interpreta come fosse una favola, un canto popolare, quasi un
canto della sua pianura padana. A conferire quest'anima popolare
sicuramente la presenza della fisarmonica, lo strumento che allora era più
accessibile ai musicisti in erba. Una canzone che deve aver colpito Mina,
se pensiamo che è il suo primo singolo per la PDU.
Una Mina appassionata e classica in un vestito lussuoso, quel "The Man
that got away", scritta da Gershwin, di cui Ella Fitzgerald fu la prima
interprete e che Judy Garland riprese in "E' nata una stella" del 1954.
Ricorre il tema della fine, ma con un approccio disincantato. Atmosfera di
gran classe con gli interventi del sax e dello xilofono.

Re: Dedicato a mio padre - di Osvaldo e Paolo - II

Il cielo è gonfio di nuvoloni bianchi. Volto il disco sul piatto.
"That old feelin'". All'inizio solo voce e basso. Mina calibra questo suo
album creando a tutti gli effetti un disco di musica da camera. Il
repertorio, scelto evidentemente per ragioni affettive, andando cioè a
pescare tra le canzoni della sua giovinezza quelle che più di altre
avevano fatto breccia nella sua sensibilità e musicalità di ascoltatrice,
prima ancora che di artista, mette in mostra una sequenza di canzoni
superbe. Notare anche qui come Mina è attenta alle pause, all'emissione di
fiato, a dare il giusto suono ad ogni parola del testo. "So" è la versione
italiana di un incantevole pezzo brasiliano "Eu preciso aprender a ser
so". Narra di una donna ferita nell'orgoglio dal suo compagno ma con una
positività di fondo verso il prossimo. E' forse il brano che più
rappresenta le sonorità dell'epoca e anche Mina qui sembra tornare ad
essere la cantante che incideva per la Ri-fi.
Bello l'andamento swingheggiante di "Sentimental journey" , già di Bette
Midler, bello l'arrangiamento. Una canzone di cui non si può dire nulla se
non della sua perfezione.
Mina continua con il suo canto. Un filo di atmosfera agrodolce, di
malinconia nell'omaggio al cinema, "Johnny Guitar", bel motivo conduttore
del film di Nicholas Ray, un celeberrimo western interpretato da Joan
Crawford, una delle attrici preferite da Mina.
E' forse l'interpretazione più struggente del disco.
Con gli occhi umidi vengo richiamato dal borbottìo di Maria che rimette
ordine. Alzo lo sguardo.
"Fumate! Fumate pure, Duttò! Tanto, 'a salute, v''a regalano. Tanto vuje
d''a salute, nun n'avite bisogno, eh?""
Distaccato come sempre verso qualunque forma di litania, ascolto passivo,
estraneo ad ammonimenti, angosce, arrabbiature.
L'aria è come sospesa in quel mio studiolo senza capo né coda, dove niente
è funzionale e al suo posto, ma a mia immagine.
Intensamente filtra luce, disegna le cose come un'accetta magica, scavando
oggetti dalle ombre.
"Ma se ghe penso" era una canzone amata dal padre di Mina, Giacomo, di cui
Mina si impossessa con estrema naturalezza, calandosi per la prima volta
nel dialetto genovese. Belle le immagini evocative, molto più forti delle
"Lacrime napulitane". Sono chitarre classiche che accompagnano Mina in
questa canzone di emigrati lontani dalla loro terra.
Maria si agita nell'impresa quotidiana che le diventa sempre più
fastidiosa, come per una fatica sprecata.
"Marì benedetta, ma che s'incazza affà? Tanto, finita la sua ora di
servizio, pianta tutto e se ne va: "buongiorno duttò"... e chi s'è visto
s'è visto!"
Pulviscoli di polvere salgono, come neve tagliata dalla striscia di sole
infiltrato fin sul letto, raggiungendomi alla mia scrivania.
"Besame mucho", un brano scorrevole e molto popolare, sulle cui note si
chiude un disco raffinato, emozionante e riflessivo, un disco senza tempo,
dove Mina è ormai interprete matura al pari delle sue colleghe straniere
se non oltre.
E Maria stizzosa, affaccendata sul letto disarmato, canticchia a spezzoni:
" …besame, besame mucho....-".
"Maro', me sento proprio accisa pe' mezz' 'e stu viento. Comm' avite ditto
che se chiamma "sciroppo"? Eh, ognuno tene 'a croce soja... tanti ccose
duttò. 'A roba è tutta stirata, duttò…. Ma, ittatélo, 'stu muntone 'e
carte! V'e' ggirate, v'e' riggirate, v'e' liggite ... e pò? Ch'avite
concluso? Vuje avite perzo 'o tiempo e io 'a salute pe' sistemà tutte
ccose!"
Ce vedimmo viennarì".

Re: I Testi - I

I TESTI


Lazy River
(Carmichael/Arodin)

Up a lazy river by the old mill run
That lazy lazy river in the noon day sun
Linger in the shade of a kind old tree
Throw away your troubles, dream a dream with me.
Up a lazy river where the robin's song
Awakes a bright new mornin', we can love along.
Blue skies up above,
Everyone's in love
Up a lazy river, how happy you can be
Up a lazy river
How happy you can be
Up a lazy river with me.
Linger in the shade of a kind old tree
Throw away your troubles, dream a dream with me.
Up a lazy river where the robin's song
Awakes a bright new mornin', we can love along.
Blue skies up above,
Everyone's in love
Up a lazy river, how happy you can be
Up a lazy river
How happy you can be
Up a lazy river with me

I Should Care
(Cahn - Weston)

I should care
I should go around weeping
And I should care
I should go without sleeping
Strangely enough I sleep well
Except for a dream or two
But then I count my sheep well
Funny how sheep can lull you to sleep
So I should care
I should let it upset me
I should care
But it just doesn't get me
May be I won't find someone
As lovely as you
But I should care
And I do
May be I won't find someone
As lovely as you
But I should care
And I do

I Discorsi
(Mina - A. Martelli)

I discorsi che fai
non mi parlano di te
dici cose
curiose
ma non sono cose tue.
I timori che hai
mi spaventano perché
l'uomo nero, amore
non esiste
non lo sai.
Vieni qui, vieni qui, non importa se non sei,
se non sei
il premio Nobel di quest'anno e non farai,
non farai niente d'immortale, niente di geniale,
non ti preoccupare
tu mi ami e so questo basterà.
Vieni qui, vieni qui,
non importa se non sei,
se non sei
il premio Nobel di quest'anno e non farai
non farai niente d'immortale niente di geniale,
non ti preoccupare
tu mi ami e so questo basterà.

Somos
(Mario Clavell)

Somos un sueño imposible que busca la noche
para olvidar en su sombra del mundo y de todo...
Somos en nuestra quimera doliente y querida
dos hojas que el viento juntó en el otoño - o - o
Somos dos seres en uno que amando se muere
para guardar en secreto lo mucho que quiere...
pero, ¿qué importa la vida con esta separación?
Somos dos gotas de llanto en una canción!
Pero, ¿qué importa la vida con esta separación?
Somos dos gotas de llanto en una canción!
Nada más, eso somos,
nada más!

La canzone di Marinella

Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra una stella.
Sola senza il ricordo di un dolore
Viveva senza il sogno di un amore
Ma un Re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla tua porta.
Bianco come la luna il suo capello
Come l'amore rosso il suo mantello,
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue un aquilone.
E c'era il sole e avevi gli occhi belli
Lui ti baciò le labbra ed i capelli,
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi.
Furono baci e furono sorrisi
Poi furono soltanto i fiordalisi
Che videro con gli occhi nelle stelle
Fremere al vento e ai baci la tua pelle.
Dicono poi che mentre ritornavi
Nel fiume, chissà come, scivolavi
E lui che non ti volle creder morta
Busso cent'anni ancora alla tua porta.
Questa è la tua canzone Marinella
Che sei volata in cielo su una stella
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno come le rose.
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno come le rose.

The Man That Got Away
(Arlen - Gershwin)

The night is bitter.
The stars have lost their glitter.
The wind grows colder and suddenly you're older.
And all because of the man that got away.
No more his eager call.
Oh the writing's on the wall.
The dreams you dreamed have all gone astray.
The man that won you
Has run off and undone you.
That great beginning
Has seen its final inning.
Don't know what happened.
It's all a crazy game.
No more, no more that old time thrill.
Oh , you've been through the mill.
And never a new love will be the same.
Don't know what happened.
It's all a crazy game.
No more, no more that old time thrill.
Oh , you've been through the mill.
And never a new love will be the same.
Don't know what happened.
It's all a crazy game.
No more, never that old time thrill.
Oh , you've been through the mill.
And never a new love will be the same.

Re: I Testi - II

That Old Feelin'
(Brown - Fain)

I saw you last night and got that old feelin'
When you came in sight I got that old feelin'
The moment that you danced by I felt a thrill
And when you caught my eye
My heart stood still
Once again I seemed to feel that old yearning
And I knew the spark of love was still burning
There'll be no new romance for me
It's foolish to start
For that old, old feelin' is still in my heart
And I knew the spark of love was still burning
There'll be no new romance for me
It's foolish to start
'cause that old, old feelin' is still in my heart


So
(Bellanca - M. Ep. S. Valle)

So
che troppe volte
inventavo per noi
sogni che mai
tu vivevi con me
ma oggi ormai
sono mille perché.
Non è colpa mia
se i nostri giorni
non tornano più
se guardo te
non vedo che lui
io gli darò tutto quello che ho.
Non giocherò
con un amore
come sai fare tu
io vivrò
io vivrò
come nessuno
sa vivere più.
So
che finalmente qualcuno vorrà
credere ai sogni
che invento per lui
che non han ieri né oggi
non hanno domani ma solo
eternità.
Io vivrò
io vivrò
come nessuno
sa vivere più.
So
che finalmente qualcuno vorrà
credere ai sogni
che invento per lui
che non han ieri né oggi
non hanno domani ma solo
eternità.

Re: I Testi - III

Sentimental Journey
(Brown - Green - Homer)

Gonna take a sentimental journey
Gonna set my heart at ease
Gonna make a sentimental journey
To renew old memories
Got my bag, got my reservation
Spent each dime I could afford
Like a child in wild anticipation
Long to hear that "All aboard"
Seven, that's the time we leave, at seven
I'll be waitin' up for heaven
Countin' every mile of railroad track
That takes me back
Never thought my heart could be so yearny
Why did I decide to roam?
Gotta take that sentimental journey
Sentimental journey home
Sentimental journey home
Sentimental journey home

Johnny Guitar
(Lee - Young)

Play the guitar
Play it again, my Johnny
Maybe you're cold
But you're so warm inside
I was always a fool
For my Johnny
For the one they call Johnny Guitar
Play it again, Johnny Guitar
What if you go
What if you stay
I love you
What if you're cruel
You can be kind
I know
There was never a man
Like my Johnny
Like the one they call Johnny Guitar
I was always a fool
For my Johnny
For the one they call Johnny Guitar


Ma se ghe penso
(Cappello - Margutti)

O l'êa partio, ma sensa na palanca
l'êa za trent'anni e forse anche ciu
l'êa andòo pê mette i dinæ a-a banca
pê poeisene un giorno tornâ in zu
pê fase a palassin-a e o giardinetto
co-o rampicante e a cantinn-a e o vin
a branda attaccâ a- erboi a uso letto
pê daghe na schenn-a seia e mattin
ma o figgio o ghe dixeiva no ghe pensâ
a Zena cose ti ghe veu tornâ
Ma se ghe penso alloa mi veddo o mâ
veddo i mæ monti e a ciassa d'Annunziâ
riveddu Righi e me s'astrenze u coeu
veddu a Lanterna a cava e lassu u moeu.
riveddo a-a seia Zena illuminâ
veddo la foxe e sento franze o mâ
e alloa mi penso ancon de ritornâ
a pòsâ e òsse da-a mæ madonâ
L'ea za passòo do tempo forse tròppo
o figgio o ghe dixeva stemmo ben
dove teu anâ papâ pensemmo dòppo
o viagio ormai t'ê vegio o no conven
ò no ò no me sento ancon in gamba
son stanco e no ne pòsso proprio ciu
son stuffo de sentì "señor carramba"
mi veuggio ritornamene ancon zu
ti t'ê nascio e t'ê parlòo spagnòllo
mi son nascio zeneize e no me mòllo
Ma se ghe penso alloa mi veddo o mâ
veddo i mæ monti e a ciassa d'Annunziâ
riveddu Righi e me s'astrenze u coeu
veddu a Lanterna a cava e lassu u moeu.
riveddo a-a seia Zena illuminâ
veddo la foxe e sento franze o mâ
e alloa mi penso ancon de ritornâ
a pòsâ e òsse da-a mæ madonâ
E sènsa tante cose u l'éa partìu
e a Zena u gh'ha furmau turna u so niu



Bésame Mucho
(Consuelo Velazquez)


Bésame, bésame mucho,
Como si fuera esta noche la última vez.
Besame, besame mucho,
Que tengo miedo perderte,
Perderte otra vez.

Quiero tenerte muy
Cerca, mirarme en tus
Ojos, verte junto a mí,
Piensa que tal vez
Mañana yo ya estaré
Lejos, muy lejos de ti.

Bésame, bésame mucho,
Como si fuera esta noche la última vez.
Bésame mucho,
Que tengo miedo perderte,
Perderte después.

Bésame mucho,
Que tengo miedo perderte,
Perderte después

Mina - The man that got away - Live 1972

Mina - The man that got away - Live 1972

Re: Dedicato a mio padre - di Osvaldo e Paolo - I

non ricordo di averlo mai letto! bello! sembra quasi adatto ad un videoclip (ci fosse un regista, chissà..)

Re: Dedicato a mio padre - di Osvaldo e Paolo - I

Infatti concordo con te. E bel racconto ed anche commovente. Solo che leggo il nome di Osvaldo nel senso che è stato fatto insieme, però dalla lettura sembra tutto di Paolo.
Grazie Paolo per averlo riproposto che non ricordavo più.

Re: Dedicato a mio padre - di Osvaldo e Paolo - I

Bellissimo
grazie
Vincent