MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Al Friuli arrivano i Coldplay

«Singing la la la la la la ehh. And the night over London hey» non l’avrà scritto Shakespeare, ma confessiamo che in questi giorni l’abbiamo canticchiato spesso in allenamento aspettando di ascoltarlo direttamente dai Coldplay domani sera allo stadio Friuli, dove il nuovo (quarto) album della band inglese, Viva la vida – che comprende questa canzone: Cemeteries of London – sarà la spina dorsale dell’attesissimo concerto di Chris Martin & amici, unica tappa italiana di un tour che procede a colpi di sold out e che porterà a Udine oltre 40 mila fan provenienti da tutta la penisola, ma anche dall’Est Europa, dall’Austria, dalla Germania e persino dalla Scandinavia. Insomma, i Coldplay chiudono un trittico memorabile (con Madonna e Bruce Springsteen) che grazie alla Regione e ad Azalea promotion è stato capace di portare allo stadio Friuli circa 120 mila spettatori complessivamente: musica, divertimento, turismo e promozione di un’intera regione.

I Coldplay arrivano in uno stato di grazia che dura da tempo. Inutile negare che il carismatico Chris Martin, Guy Berryman, Jon Buckland e Will Champion rappresentano l’Everest del pop rock britannico del momento, l’apice di un percorso produttivo che non ha badato a spese nel tentativo – per il momento non riuscito – di creare gli U2 di domani (cambieranno il nome in U3?). Nell’humus che ha generato altri fenomeni come Blur, Verve e Travis e come i più grandi Oasis e Radiohead, si sono inseriti con prepotenza e con indubbio merito questi quattro ragazzi londinesi di poco più di 30 anni che dal 2000 a oggi hanno saputo confezionare – con megaproduzioni alle spalle – un frullato melodico gradevole ricco di ingredienti importanti: Randy Newman, Jeff Buckley, Sting, McCartney, Jim Kerr, qualche briciola di Pink Floyd e persino dei Cure, per non parlare degli U2, loro nemici dichiarati dopo alcuni pezzi che somigliano fin troppo – per ritmica, stile chitarristico e linee melodiche – a pezzi della leggenda d’Irlanda.



La musica dei Coldplay ci sembra musica innocua, che non fa le rivoluzioni e non esplora il futuro, né sorprende per originalità o sperimentazioni (come i Radioehad, fin troppo cerebrali ma certo più talentuosi di loro). Dei Coldplay piace l’eleganza, piace il raffinato songwriting di Chris Martin, che non sarà un genio (il chip della genialità purtroppo non è ancora in vendita) ma possiede grande appeal (ne sa qualcosa Gwyneth Paltrow), ha buona voce e indubbio carisma da frontman un po’ tenerone e un po’ tenebroso, con una spruzzatina (poca) di poesia e tanta tanta melodia che ricorda tante e tante altre melodie.

Questa è la scena britannica di oggi, un po’ esangue, lontana dal rock delle viscere, lontana dalle cattedrali sonore barocche, dalle barricate e dalla spazzatura punk che lordava con rabbia l’e stablishment di una Londra già dimentica dei Beatles, i re dei re. I Coldplay adesso sono la miglior risposta possibile a chi domanda nuove vie per un pop in crisi d’identità e di soldi e sempre più distante dalla strada principale del rock.

I quattro album, che insieme hanno venduto oltre 50 milioni di copie, testimoniano questo percorso, senza grandi balzi creativi in avanti, ma con un progresso preciso e deciso, costruito scientificamente con professionalità, intuizione, furbizia e grande spiegamento di mezzi. Parachute, debutto del 2000, è illuminante circa le potenzialità del quartetto (ascoltare Shiver, Yellow e Trouble per credere). A Rush of blood to the head (2002) tiene le posizioni e ci regala Politik, In my place, The Scientist, Clock e Green eyes: rimane il nostro preferito. Senza sorprese e di buon livello è X&Y del 2005, ma ci regala perle come Square One, Fix you e Talk. Poi il vendutissimo Viva la vida dello scorso anno, con omaggio a Frida Khalo (nel titolo) e a Delacroix e alla Libertà (in copertina). Qui i pareri sono molto discordi: dalle stroncature ai peana. Però Life in technicolor, Cemeteries of London e Yes non ci sembrano poca cosa.

Allora cosa manca ai Codlplay nononstante queste magaproduzioni (per l’ultima si è scomodato persino Brian Eno)? Manca il citato chip della genialità. Ma i grandi non nascono ogni giorno, così questi quattro ragazzi ce li teniamo ben stretti!

Nicola Cossar

(30 agosto 2009)

(Da Il Messaggero Veneto di Udine)

Coldplay - Cemeteries Of London (Live - Strasbourg - France - 2008)

Coldplay - Cemeteries Of London (Live - Strasbourg - France - 2008)