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Don Backy compie 70 anni

Don Backy compie 70 anni


Non si può dire che Don Backy si sia risparmiato nei suoi primi settanta anni che compie oggi 21 agosto. Cantautore, scrittore, vignettista, pittore e attore ha però avuto, nonostante i suoi molti talenti, un nemico di troppo: se stesso. Un carattere difficile il suo che lo ha portato alla rottura con Celentano negli anni Settanta. Una cosa mai davvero superata e che ha compromesso tutta la sua carriera: «ho pagato troppo per il mio ribellismo - dice oggi -. Comunque, se potessi tornare indietro rifarei tutto, ma mi affiderei a dei professionisti capaci di controbilanciare le forze del male che hanno fatto sì che io non sia più emerso». E che le forze del male siano quelle messe in moto dalla lite anche giudiziaria con Celentano è evidente. Per molti allora, oltre che per Celentano, fu considerato un traditore, una cosa che non gli è mai stata davvero perdonata. «Non sopporto le ingiustizie», spiega Don Backy che annuncia nuove rivelazioni sulla vicenda delle royalties con il Clan nel suo prossimo libro in uscita ad ottobre (Storia di altre storie, 1970-1980, sequel di Questa è la storia, 1955-1969)«. Così - dice ancora -»sono stato a un certo punto cancellato dal clan. E, va detto, negli anni che vanno dal ‘67 al ‘69 ero come su una rampa di lancio. Facevo film, scrivevo libri e tutto questo in un momento un cui Adriano era in una fase calante«. Da allora confessa Don Backy, pseudonimo di Aldo Caponi (nato a Santa Croce sull’Arno nel 1939) »non l’ho più sentito. Sono comunque disponibilissimo dopo tanti anni a mettere una pietra sopra al passato, ma finchè Celentano continua a dire che io l’ho tradito, sono stato irriconoscente questo non è possibile. Nel 1974 Adriano, d’altronde, ha fatto in tribunale una transazione. Le accuse contro di lui erano gravissime come ad esempio falso in bilancio e truffa aggravata e continuata«. E ribadisce Don Backy:»se lui fosse un pochino più modesto e non credesse che l’unico a guadagnare di questa pace sarei solo io, potrei tornare sui miei passi. Celentano poi non dice che parla con Gesù? allora non ha mai sentito la parola perdono«. E sul boicottaggio sulla sua persona dopo quella vicenda, il cantautore ha ancora qualcosa da dire. »Anche in tv mi invitano raramente e sempre in programmi meno importanti o solo quando proprio non ne possono fare a meno e ci vuole uno che gli canti L’immensità«. Don Backy che ha in uscita un nuovo cd dal titolo Il mestiere delle canzoni, si ritiene, al di la di ogni suo eclettismo, soprattutto un cantautore:»tante cose le ho fatte solo per la mia grande curiosità, ma devo dire che, oltre la musica, ho praticato solo la scrittura con altrettanto piacere«. Il segreto del suo aspetto da ragazzino? »Intanto - dice - stare in pace con se stessi e poi rispettare il proprio corpo. E io in questo ho ormai delle mie piccole manie che non tradisco mai«.



www,marcogianfranceschi.it

Don Backy - Sognando

Don Backy - Sognando



Intervista a Don Backy - di Ottavio Buonomo - 15.05.2007 - I

BREVE INTRODUZIONE (o chiamatela come vi pare): Don Backy! Stavolta ho l'onore di intervistare un pezzo di storia della canzone italiana, una pietra miliare del nostro panorama musicale, un vero artista ma soprattutto una persona infinitamente gentile e disponibile. Tutti conoscono Don Backy, il celebre autore di canzoni come "L'immensità", "Sognando", "Bianchi cristalli sereni", "Poesia", "Amico", "Ho rimasto"... e la lista potrebbe continuare ancora con molti altri capolavori, con molti altri brani che sono stati la colonna sonora di moltissime persone che non smettono mai di sognare. Esiste un concetto di "belle canzoni", e molte di queste portano la firma di Don Backy, all'anagrafe Aldo Caponi. In questa intervista mi racconta dei suoi inizi, poi di alcuni passaggi nel Clan, delle sue esperienze cinematografiche, del lato artistico e di quello privato... una bella chiacchierata, emozionante, e che sicuramente offre tanti spunti di riflessione. In una risposta, quando mi parla della trasgressione, di cosa oggi può passare per trasgressivo l'avrei voluto abbracciare... Beh grazie Don Backy, anzi siccome il napoletano lo parli bene, ti ringrazio in napoletano: Grazie assaje Don Bà!









1. Che onore Don! Che onore davvero! Intervisto un pezzo di storia della canzone italiana… ma che bello! L’immensità nella canzone italiana… Le butto così la prima, sperando di arrivare poi a fare tutte le domande! Se lei, Don, dovesse presentarsi in due righe a qualcuno che non la conosce, non sa niente di lei, cosa direbbe?
R: Che sono un artista artigiano, capitato per sbaglio in un mondo che non gli appartiene. Nella sostanza, sono rimasto un dilettante, nel senso alto del termine. La fase del dilettante è la più vera attraversata da un artista. Conscio delle sue qualità, getta il cuore al di là di ogni ostacolo pur di affermarle. Diventato professionista, comincia a calcolare cosa gli conviene di più pur di conservare il trono. E allora perde la spontaneità e solitamente diventa un’industriale di se stesso.

2. Come ha cominciato Don Backy? Ci parli dei suoi inizi nel mondo dello spettacolo…
R: Per questo, occorrerebbe lo spazio di un libro ed è proprio quel che ho fatto. Infatti tra il 5 e il 10 di giugno, sarà in libreria il mio volume "Questa è la storia…", nel quale – partendo dal 1955 e arrivando al 1969 – racconterò la mia sorprendente avventura, fatta di colpi di genio e colpacci tout court, corredata da circa 600 tra foto e documenti epocali. Insomma un’opera davvero interessante e soprattutto divertente, che sarebbe davvero difficile sbrigare in poche righe. Comunque, i miei inizi somigliano agli inizi di ciascuno che ha fatto questo "mestiere". Il film musicale ispiratore (nel mio caso "Senza tregua il rock and roll"), la prima chitarra, le prime esibizioni nelle balere, i primi ostracismi, gli ostacoli, le prime canzoni, l’affermazione grazie a queste. Insomma un iter che non si distacca, da Sinatra a Little Tony, a me.

3. Lei è l’autore e l’interprete di "Sognando" (che è stata anche una delle canzoni più belle interpretate da Mina)…A distanza di tanti anni dalla prima incisione della cantante (metà anni Settanta), il brano ancora oggi è di grande impatto, attualissimo e musicalmente moderno! Come può un brano resistere nel tempo? Quali sono gli ingredienti per l’etichetta “eterno”?
R: E’ il concetto! Diverse mie canzoni di molti anni fa – anche misconosciute – oggi sarebbero attualissime. Mi riferisco a Fantasia, Il pianeta del sole, Terra, Viaggio e molte altre. Ma facciamo l’esempio con la mia trilogia più popolare: L’Amore, L’Immensità, Poesia. Leggendo i testi di questi brani, si può evincere che l’amore universale in essi raccontato, va oltre labbra da baciare e capelli d’oro da carezzare. Il mio è un linguaggio che non si può incasellare in un periodo, così come per Sognando. Magari invecchiano le ritmiche e i suoni, ma il concetto resta eterno. Prova ne sono i Negramaro che hanno inciso L’Immensità, rendendola – alla loro maniera – di grande attualità, in un momento dove il grido di speranza si leva più forte.

4. E così come "Sognando", anche “L’immensità”, questo capolavoro assoluto! Cos’è per lei l’immensità? Può essere un sogno? Un orizzonte che l’uomo non potrà mai raggiungere?
R: L’ho detto prima. E’ il grido di speranza che l’uomo leva verso il cielo, conscio di essere meno che un granello nel cosmo. L’auspicio di stringersi tutti intorno a una sola "parola": Amore. Che sia un traguardo che si possa raggiungere, dipenderà solamente da noi.

5. Johnny Dorelli ha reinterpretato nel suo penultimo album (Swingin’ – Carosello, 2004) appunto “L’immensità”. Alcuni artisti, incidono dei loro successi a distanza di tanti anni, con nuovi arrangiamenti, con nuove sonorità, con un’altra voce. Da artista, come trova queste operazioni?
R: Non sono certo io che critico le scelte dei colleghi. Ciascuno è libero di pensarla come vuole. Io non lo farei mai. Personalmente penso che se una canzone è stata amata in una certa maniera, per quel pubblico deve restare in quella maniera lì. La stessa canzone – incisa da gruppi o artista attuali – può venir manipolata a piacimento, perché dovrà rivolgersi ai gusti di oggi. Ma che un artista di altra data, snaturi un brano che ha reso in passato in altro modo, no, non sono d’accordo. Si finisce per deludere il "vecchio" pubblico e certamente non conquistare il nuovo.

6. Quand'è stata l'ultima volta che ha messo piede in una sala cinematografica? E per vedere cosa?
R: Non vado al cinema, credo dall’aver visto "E.T.". Il cinema oggi è davvero brutto. Lo constato tutte le sere guardando film in Tv (salvo rare eccezioni in qualche buona pellicola americana). Ogni volta dico a me stesso: "Meno male non sono andato a vederlo al cinema". Non parliamo di quello italiano. Non trovo parole per definirlo: Monotematico, noioso, con attori che tutto potrebbero fare fuorché recitare (recitano di recitare). La presa diretta poi ti consente di capire 22 parole su 115. Storielle banali e raffazzonate, buone solo per lanciare fighette e bellocci. Ogni tanto (in Tv) vedo qualche film buono francese, sia in costume che no. Ecco, i francesi ancora sono capaci di articolare qualche buona pellicola piacevole.

7. Il suo ultimo album (Signori si nasce ed io lo nacqui) è un omaggio a Totò. Nella tracklist anche una canzone dedicata al Principe. Totò è un personaggio indimenticabile, è stato (e nessuno lo ha mai superato) il più grande attore comico italiano! Lei ci ha lavorato nel film "Il monaco di Monza" di Sergio Corbucci. Lei e Adriano Celentano eravate due finti monaci (anche Totò nel film indossava il saio pur non essendo un cappuccino), e cantavate "La carità" in una locanda. Totò entrava e vi ammoniva, e ci sono due simpaticissime scene condivise con il grande comico e con Erminio Macario. Come ricorda quei momenti? E com’era il Principe sul set?
R: Ho visto Totò nel momento in cui – vestiti da falsi fraticelli – io e Adriano siamo entrati sul set della locanda. Stava girando una scena da solo seduto a un tavolino e recitava le orazioni. Quando improvvisamente – sorprendendo tutti - si è alzato in piedi per mettersi a strillare "Brigitte Bardot, Bardot / Brigitte bijoux bijoux…" ho creduto di morire dal ridere e con me, l’operatore di macchina, il regista Corbucci e tutto il resto dei presenti. Poi ci è stato presentato e abbiamo scambiato un po’ di chiacchiere sull’imminente lancio di "Amico", che avrebbe contenuto anche la mia "La Carità", che io e Adriano avremo eseguito di lì a poco. Si è complimentato ed ha accettato di fare delle foto con me e Macario. Foto che sono finite puntualmente sulla copertina del 45gg "Amico".

8. Lei ha lavorato in 22 film, alcuni facenti parte di quella commedia all’italiana degli anni Settanta, tanto rivalutata in questi ultimi anni! Ma che rapporto ha avuto lei con il cinema in quegli anni? C’è stato un momento in cui magari, si è sentito più attore che cantautore?
R: No, mai. Come dicevo prima, il mio essere "dilettante", ha fatto sì che non prendessi la "carriera" seriamente. Ho perduto occasioni importantissime per non tradire l’amico che mi rappresentava allora nel cinema. Non ho mai frequentato salotti, feste o quant’altro (è indispensabile), fregandomene bellamente di tutto. Che sia stato bravo, non l’ho detto io. Ho vinto premi come miglior attore non protagonista, girando insieme a calibri tipo G.M. Volontè, la Gravina, Cucciolla, Montagnani ecc... e pubblico sul mio libro "Questa è la storia…" recensioni che non temono smentite. E’ andata così. E’ stata una mia scelta naturale. Ci siamo separati consensualmente. Mai rammaricarsi, quindi.

9. Ha mai detto “Sono felice”?
R: Sostanzialmente non so cosa sia la felicità. E’ una chimera che si insegue e quando si raggiunge – essendo una chimera – essa ci sfila via dalle dita, arrivando a farti dire soltanto "Sono feli…", per poi far perdere la cognizione di sé e ricominciare nuovamente a farsi inseguire. Così via, fino alla fine…

10. Cosa fa Don Backy quando non lavora? Come trascorre il tempo libero?
R: Il tempo libero lo occupo scrivendo. La letteratura è l’altra mia passione. Ho cominciato a pubblicare nel 1967 ("Io che miro il tondo" – Feltrinelli) e prima avevo pubblicato racconti a puntate su alcuni giornali, poi nel ’70, nel ’74 e ancora dal ’96 al ’98. Poi nel 2003 il racconto "Sognando", con annesso Cd e oggi con questo nuovo volume. Altri ne ho nel cassetto in attesa di trovare l’editore che ci creda. Ho lo studio attiguo ad un grande terrazzo, dove coltivo bonsai che creo io, all’italiana. Ho gatti e cani randagi che raccolgo abbandonati e feriti. Scrivo interviste e canzoni di tanto in tanto. Come vedi non mi annoio.

11. Un mio amico dice sempre che la trasgressione più grande è essere se stessi da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire. Altri dicono che è l'esasperazione dell'assurdo. Ma cos'è per lei la trasgressione?
R: Oggi sarebbe presentarsi su un palcoscenico vestito con un classico smoking e farfallino. Prova a immaginare Vasco Rossi così e vedi un po’ come finalmente si staccherebbe da tutta una pletora di sciamannati tutti uguali, che credono di essere anticonformisti solo perché portano calzoni di 4 misure più grandi. La trasgressione è riuscire ad emergere con la "nuda" personalità e non costruendo il monumento di sé attraverso ammennicoli vari.

12. La verità è la sorella maggiore delle bugie, oppure è una Cenerentola maltrattata che vive tra le cattiverie di Genoveffa e Anastasia?
R: Sì, credo che la seconda opzione sia quella più aderente. La verità fa paura – ecco perché è bistrattata – ma fa paura solo a chi l’ha offesa.

13. A volte vince il bene, a volte vince il male, a volte può capitare che pareggiano. Quando vince il bene, il male urla, quando invece è il male a vincere, il bene per non dare fastidio, tace. Ma ad oggi, conta più vittorie il bene o il male?
R: Se gli uomini sono arrivato ad oggi, penso che – tutto sommato – il bene sia stato più forte del male. Il male vince spesso molte battaglie, ma il bene – alla fine – vince le guerre. Magari in silenzio, ma le vince.

14. Quanto tempo prende nelle sue giornate la sua prolifica attività di disegnatore?
R: Non è prolifica per niente. Non disegno dall’ultimo Clanyricon e – per il momento – non vedo altri progetti. Quella è un’altra delle mie passioni, ma non è una ragione di vita. Mi diletto ogni tanto a realizzare storie, ma l’impegno è talmente totale, che mi impedisce di far altro, pertanto ci vado piano.

15. Ha dei rimpianti? Mi dica solo si o no!
R: Sì!

16. Ennio Flaiano diceva "A venti anni si tenta la poesia, a cinquanta si pensa che bisognava insistere". Da varie esperienze personali, mi sono accorto che oggi i ventenni lasciano perdere ancor prima di tentare. Perché secondo lei? Posso anche pensare che forse il mio campionario era tutt’altro che vasto… Lei che è un uomo di esperienza e di grande cultura, e soprattutto attento alle evoluzioni della società, mi illumini… ci illumini…
R: Per carità. Ho molto più da imparare che da offrire. Il fatto è che i giovani di oggi, hanno davvero avuto tutto – forse troppo – e non riescono più a individuare traguardi da raggiungere. Quelli della mia generazione, uscivano da una guerra terribile. L’unica cosa che ci teneva in vita, era la speranza nel futuro. Cambiare quella situazione disastrosa, era un obbiettivo possibile da raggiungere. Bastò "poco", perché il traguardo fosse ben visibile e il futuro apparisse roseo. L’entusiasmo – e credere in se stessi - fu la spinta determinante, insieme alle maggiori possibilità, che oggettivamente c’erano.

17. L’uomo nasce per sbagliare o per cercare di evitare lo sbaglio?
R: Nessuno nasce "per" sbagliare o "per" far bene. Sono le condizioni che s’incontrano nella vita a determinare gli sbagli o le cose giuste. Sbagliare può capitare a tutti ed evitare di sbagliare è – quanto meno – l’intento di ciascuno. Non sempre ci si riesce. Ma queste mi sembrano cose piuttosto ovvie. L’importante è credere in quello che si fa.

18. Mi dica sinceramente: Il soldi fanno la felicità?
R: Forse no, ma insomma, aiutano molto…

19. Per lei: Elvis Presley
R: Come per tutti i ragazzi di allora. Anche se io avevo preferenze verso Eddie Cochran, gli Everly Brothers e Little Richard, il vero terremoto del rock and roll. Elvis, era piuttosto un cantante country, prestato all’emergente genere nero. Grande voce e swing naturale. Non parliamo poi dei movimenti, davvero sensuali, che affascinavano non solo le fanciulle. Se è diventato l’incontrastato re del rock, una ragione ci deve pur essere.

20. Nell’aprile del 2005, Daniela Setta, una ragazza laureanda in scienze della comunicazione, discusse la tesi "Biografia di Don Backy: Dalla seconda guerra mondiale al trionfo nel Pop". Come apprese questa notizia? Che effetto le ha fatto essere materia di studio di una studentessa universitaria?
R: La ragazza mi telefonò per parlarmi di questo suo desiderio. Io accettai con entusiasmo (non capita tutti i giorni essere oggetto di una tesi di laurea). Mi rese visita a Roma a casa mia, per quattro o cinque viaggi (lei è dell’Aquila), durante le quali mi torchiò ben bene per ore, prendendo tutti gli appunti che le servivano. Poi mi mandava via mail l’elaborato, che io provvedevo a correggere o integrare. Un bel lavoro, anche divertente. Alla fine le sono venute 500 pagine (un bellissimo libro che mi ha donato) ed io andai al tavolo degli esaminatori a presiedere durante l’esame. Davvero una bella soddisfazione. Laureata con 110 e lode, più menzione. Un trionfo.

Re: Intervista a Don Backy - di Ottavio Buonomo - 15.05.2007 - II

21. Una mia curiosità… ha mai ascoltato la versione cantata da Claudio Villa di "Bianchi cristalli sereni"?
R: Certamente. Ci mancherebbe altro. Sono orgoglioso di quella versione. Claudio voleva venire a cantarla in coppia con me a Sanremo, ma la mia casa discografica di allora, aveva altri programmi. Peccato.

22. Eraclito disse "Nessun uomo si bagna nello stesso fiume due volte". Quindi faccio una riflessione: o ci sono così tanti fiumi, che l'uomo non si bagna mai in quello in cui già si è bagnato prima, oppure aspetta che un fiume nel quale si è bagnato, straripi, e crei quindi altri fiumi, dove si può bagnare quanto vuole, tanto quegli altri non fanno testo, non vengono messi in conto, perchè in geografia non esistono. Qualcuno quegli altri fiumi potrebbe chiamarli "pozzanghere".
Lei come potrebbe commentare le parole di Eraclito? E soprattutto, lei si è mai bagnato nello stesso fiume più di una volta?
R: Con tutto il rispetto per Eraclito, penso che questa sia una sciocchezza bell’e buona. Da ragazzo facevo del canottaggio in Arno, il fiume che passa anche dal mio paese e posso assicurarti che di bagni ce ne ho fatti a centinaia. Se poi questa è una metafora, allora non ho capito a cosa si volesse riferire. Bisognerebbe sapere se il contesto nel quale ha pronunciato questa massima, era più ampio.

23. Aristotele disse "Con gli amici bisogna comportarti come vorremmo che loro si comportassero con noi". E l’amicizia, quando è vera, senza scopi e senza rivalità, è secondo me, tutta da vivere! Si dice che i veri amici nella vita si contano su una sola mano… Lei ha scritto anche una canzone dal titolo “Amico”, con la quale partecipò ad un Cantagiro nella prima metà degli anni Sessanta. Ma cos’è per lei l’amicizia? Un tesoro prezioso? Un tema per canzoni? Un sentimento che sfiora un altro grande sentimento come l’amore?
R: Definire questi sentimenti è impossibile. Mi fanno ridere quelli che ci provano in Tv. Attrici, cantanti, psicologi, tutti a cercare di definire una sensazione che è diversa per ciascuno di noi. Così come per la felicità, l’amore, l’amicizia… Come si fa a darne una definizione? Se provo qualcosa per quella ragazza o qualcosa per un amico, come faccio a dire che quella cosa E’ l’essenza dello stesso sentimento che provi anche tu o altri 1000 individui? Nel mio libro "Questa è la storia…" c’è un passaggio che riporto qui di seguito. E’ un momento notturno in cui io e il mio amico Franco, si torna dall’essere stati al cinema. Franco (diventerà poi Frankie Ballan, il protagonista della mia prima canzone "La storia di Frankie Ballan"), era IL mio amico del cuore e in quel momento, espressi così la nostra amicizia:
<<…Erano così rari gli istanti di perfetto equilibrio come quello e, nella consapevolezza di starne vivendo uno proprio in quel momento, un attimo di malinconia lo afferrò. Chissà.... D'improvviso gli parve che tutto fosse avvolto in una grossa bolla d'oro la quale vagasse, staccata da tutto, con all'interno il loro piccolo Brigadoon (il paese della fiaba che compariva ogni cento anni), in un universo dove niente sarebbe potuto mutare…>>


24. Ha mai perdonato la stesa persona più di una volta?
R: Non mi ricordo, ma – dando retta alla mia natura – sarei disposto a farlo.

25. Ha mai pensato di incidere un disco di sole cover di famosi brani italiani?
R: No, non mi interessa minimamente. Sto pensando però di farne uno con cover di brani napoletani di fine anni ’40 fino alla metà dei ’50. Canzoni che ascoltavo e canticchiavo e che mi sono rimaste nel cuore, anche se nessuno se le ricorda più. Stanno tra le classiche immortali e le ciofeche che scrivono oggi. Io parlo benissimo il napoletano (oltre che il toscano), essendo vissuto a Castellammare e zone limitrofe per circa 15 anni, a seguito del lavoro di mio padre. Forse lo realizzerò prima o poi…

26. Faccio uno zapping... in questo momento prendo il telecomando in mano, e faccio un giro di canali in televisione. Ecco cosa vedo su quindici reti: una quiz italiano (format straniero), una trasmissione sportiva, un telegiornale, un altro telegiornale, un altro quiz italiano (format straniero), un programma per bambini, la pubblicità, un trailer cinematografico, un altro telegiornale ancora, un film in bianco e nero, la pubblicità, un talk show con ospiti e opinionisti, altra pubblicità, un documentario sugli uccelli, altra pubblicità. Ecco, mancano all'appello un reality show, un telefilm, una fiction, un varietà ed un cartone animato. Lei cosa segue solitamente in televisione?
R: Niente di tutto quel che hai elencato. Ho fatto un abbonamento a Sky e seguo in prevalenza I Simpson e i Griffin nel primo pomeriggio. La sera solo il cinema (spesso pentendomi). Le partite della Fiorentina la domenica e qualche partita di squadre italiane in coppa. Le altre cose sono occasionali.

27. Tormenta più il pensiero o l'azione?
R: Il pensiero è il paravento dell’azione. Il tormento si nasconde li dietro.

28. Quale di queste tre famose opere avrebbe voluto scrivere lei? E perché? Le tre opzioni sono:
1. I promessi sposi (Alessandro Manzoni); 2. Ragazzi di vita (Pier Paolo Pasolini); 3. I malavoglia (Giovanni Verga).
R: Il più vicino alla mia natura sentimentale, è sicuramente "I Prosposi Messi".

29. Bisogna vivere per amare o amare per vivere? Oppure bisogna vivere sperando di amare qualcuno che riesca ad amarci? (Chissà se questo, è peccare d'egoismo)…
R: Cos’è un rompicapo? Io direi che bisogna vivere per vivere. E in questo frattempo tentare di vivere. Dentro questo tentativo, c’è tutto il resto.

30. Cicerone diceva che una stanza senza libri è come un corpo senza un'anima. Una volta, a Napoli, ho visto una signora che stava comprando qualcosa come venti libri, e li metteva uno sopra l'altro sotto gli occhi stupiti del cassiere che doveva fare il conto. La mia curiosità, tutta partenopea, mi spinse a chiedere alla signora "Scusate, ma vi piace leggere? State comprando testi che vanno dai saggi ai romanzi storici, dai racconti d'avventura alle biografie di uomini illustri! Siete una accanita lettrice?". E la signora, con accento napoletano mi rispose "Ma quando mai giuvinò. Io i libri non me li leggo, ma ho comprato la casa nuova, e mi serve qualcosa per riempire il mobile
che mi ha regalato mia suocera. Se no, quando viene qualcuno a prendersi il caffè, faccio brutta figura. Uno si siede e che fa? Vede i mobili vuoti? Qualcosa ci devo mettere... anzi, dammi una mano a trovare i libri con la copertina bianca" e io le chiesi ancora più incuriosito "Signora, ma perché proprio con la copertina bianca?" e lei simpaticamente "Perchè il mobile è scuro e il bianco ci sta bene. Perchè se prendo i libri con la copertina nera, quelli non si vedono, e io che li compro a fare?". Ho letto, anche su un giornale, che in Italia i libri non si vendono più, eppure c'è l'inflazione di scrittori, anche chi non lo è, si improvvisa tale, e i risultati non sono nemmeno poi tanto scarsi.
Ma perchè gli italiani leggono sempre di meno? Non ci piace leggere? Non vogliamo spendere per comprare parole? La lettura ci annoia?
R: Carina questa. Nel mio ambiente ne circolava una riferita a un famoso cantante, che addirittura li comprava a metri e con le copertine colorate per riempire la "vasta biblioteca". Penso che i libri siano stati sostituiti dall’informazione spicciola e rapida che la Tv offre costantemente. Il nozionismo dei quiz, è sufficiente per apprendere rapidamente notizie. La mancanza di tempo – tutto dedito a cercare di far soldi con il minimo sforzo – mettici anche che io stesso ho iniziato almeno 5 volumi, abbandonandoli prima di pagina 20, per manifesta incapacità di restare coinvolto nella trama, nel tipo di scrittura, nell’intreccio e quant’altro… e il gioco è fatto. Oggi il 90% dei libri, è scritto da politici per farsi leggere da loro stessi o addetti ai lavori (che a loro volta scrivono), l’8% è scritto da gente che si paga la pubblicazione e il restante 2% da veri scrittori. Tutto sta individuarli.

31. Don Backy, mi dica una sua canzone che non avrebbe mai voluto scrivere e/o cantare… perché è potuto accadere anche questo, immagino, nella sua carriera.
R: Mah, quando si pubblica una canzone, solitamente – nel bene o nel male – ci si crede. Sarebbe da fessi farlo essendo consapevoli che si tratta di una bufala. Forse non reinciderei "Come Adriano", una canzone raffazzonata troppo velocemente, che voleva essere un omaggio e una critica, ma che fu travisata proprio perché mal espressa. Sì, forse quella la cancellerei se potessi.

32. "Il tempo che passa...", "Il tempo che fu...", "I tempi andati...", "Il tempo migliore...", "I tempi in cui...", "Quel tempo...". Tempo, tempo, tempo, tempo, tempo, tempo, tempo! Quanti filosofi, scrittori, poeti, hanno parlato del tempo. Quante persone, ogni giorno, parlano del tempo. Esisterà? Cos'è per lei il tempo?
R: Il tempo è quella chiocciolina elastica racchiusa in quell’involucro che noi chiamiamo orologio. Nient’altro. Per farti capire il mio punto di vista, non trovo niente di meglio che un nuovo periodo raccontato nel mio libro "Questa è la storia…", riferito – purtroppo – alla scomparsa in un incidente del mio amico e bassista dei Fuggiaschi, Aldo Pavesi: <<…Cercò di convincersi disperatamente, di trovarsi in una dimensione senza tempo - tra passato e futuro mescolati al presente in un sogno già vissuto - avverandosi finalmente le sue teorie, secondo le quali, l'Uomo di Neanderthal, Giulio Cesare, Napoleone, Cleopatra, Giovanni vigesimoterzo, James Dean, Wojitila, l'uomo del tremila, del diecimila e lui stesso, erano tutti lì - nelle matrici di Adamo e Eva, o nei geni di un invertebrato strisciante - al momento in cui il pianeta era stato creato, e ci sarebbero rimasti - trasformati - fino a quando non fosse scomparso…>>


33. Mi dica un film che non si stancherebbe mai di vedere…
R: Ne cito due: "Poveri ma belli" e “Bulli & Pupe".

34. Quasi in conclusione della nostra chiacchierata, mi viene da chiederle: Che differenza c’è tra Aldo Caponi (il suo vero nome) e Don Backy?
R: Anche a questa domanda risponderò con un paio di stralci dal mio libro. E’ il momento del mio ingresso nel Clan, con conseguente battesimo del nuovo nome: <<…Improvvisamente rifletté. Si chiese chi sarebbe stato quel Don Backy - che cosa si aspettassero da lui i suoi nuovi amici - e in che tipo di disegno si era andato a cacciare. Sentì che quello era ormai un gioco solo in apparenza. Osservò Adriano - deciso nei suoi movimenti e nelle parole - e anche gli altri, che mostravano chiaramente di conoscere bene i loro obbiettivi, e il significato di quel che dicevano. In tutti, intuì una determinazione feroce nei confronti di quella professione. No, non era più soltanto un gioco, e - istintivamente - si sentì insicuro…>> E alla conclusione del I° capitolo (laddove è il Juke box – che è il narratore della storia - che risponde alla tua domanda: <<…Personalmente, avevo amato, come per la prima versione de La storia di Frankie Ballan, anche la prima parte della storia di Agaton, che in seguito cambiò nome d'arte, diventando anche persone diverse...
In qualsiasi altro modo si chiamasse o diventasse però, posso serenamente affermare che, nel profondo dell'anima, non fu mai altro, se non semplicemente, Aldo!...>>

35. E questa risposta me la dica da cantautore… Cos’è l’amore?
R: E’ una delle mie canzoni più belle!



Grazie Don Backy, veramente gentile... e mò che abbiamo finito l'intervista, vorrei farti un augurio, anzi un incoraggiamento per il progetto "canzoni napoletane" di cui hai parlato... spero di essere tra i primi ad ascoltarlo! Don, grazie, davvero grazie!

www.pamabu.altervista.org

Don Backy - Vi lascerò

Don Backy - Vi lascerò




Don Backy - Vi lascerò

Di me vi lascerò / Quel gran bravo ragazzo
La parte mia di pazzo / Che mai si piegherà
Di me vi lascerò / Quell'entusiasmo antico
E' lui il mio vero amico / Non vi abbandonerà
Ma mi dispiacerà, lasciarvi le bugie
che tutti quei saccenti, maldicenti e fannulloni
sussurrano di me
Ma non vi lascerò, il male che ho subito
perché l'ho già scordato e solo il bene ho conservato
ed io quello lascerò
Di me vi lascerò / Albe meravigliose
L'amore per le rose / Che io non colsi mai
Di me vi lascerò / Le mie malinconie
Giornate di poesie / Le grandi ingenuità
Ringrazio tutti e in più
quelli che mi hanno amato
sapendo di trovare niente in più che io sappia dare
e di non chiedermi di più
Io non vi lascerò
ciò che non è servito
ma se una cosa sola ha fatto nascere un sorriso
io ve la lascerò
Di me vi lascerò / Me di quand'ero vivo
La musica che scrivo / Là, nell'immensità