MUSICA




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Nada: da star-Lolita a cantautrice "Il mio percorso intimo"

Al Festival di Locarno di scena il documentario "Il mio cuore umano"
Diretto da Costanza Quatriglio, ha come protagonista un'artista fuori dagli schemi

Nel 1969, una Nada Malanima appena quindicenne debuttò sul palcoscenico del Festival di Sanremo: corpo minuto, piglio deciso, voce insolita, fece della sua Ma che freddo fa un hit internazionale. Quarant'anni dopo - personalità ancora più forte, aspetto maturo ma identico sguardo da ragazzina - la ritroviamo sul palco del concerto in favore dell'Aquila terremotata: accompagnata da una band femminile d'eccezione, composta da Carmen Consoli, Marina Rei e Paola Turci, ripropone al pubblico proprio quella stessa canzone...

Due eventi paralleli, che testimoniano l'eterna giovinezza (personale, artistica) della cantante. Una figura eccentrica, indefinibile, raffinata all'interno della nostra scena musicale. Il cui successo senza tempo viene celebrato al Festival di Locarno: merito del documentario Il mio cuore umano di Costanza Quatriglio, la cui proiezione è seguita da un'esibizione canora della sua protagonista assoluta. Gli appassionati lo potranno vedere anche in tv, su RaiTre, il prossimo 20 agosto.

Col titolo preso a prestito dall'autobiografia scritta dalla stessa Nada (per Fazi editore), la pellicola - prodotta da Angelo Barbagallo - è totalmente centrata sulla personalità, musicale e non, della Malanima. Uno sguardo alle sue emozioni, e alla sua carriera, volutamente non distaccato: la cinepresa della Quatriglio segue l'artista con evidente partecipazione, soffermamdosi insistentemente sul suo volto di splendida cinquantaseienne che non teme il tempo che passa (come dimostrano, ad esempio, i fili grigi nella sua capigliatura rosso-castana).


In un contesto invernale, infagottata in maglioni e con lo scenario della sua campagna toscana, Nada ripercorre così la sua vita, il suo precoce (e riluttante) ingresso nel mondo della canzone fortemente voluto dalla madre, la sua evoluzione da canzoni più facili e orecchiabili a un percorso più cantautorale - grazie anche all'incontro con l'ex componente dei Camaleonti e suo compagno, Gerri Manzoli. Il tutto in un film in cui si alternano i monologhi di lei, e i brani cantati alla chitarra oggi, con foto d'epoca e spezzoni di trasmissioni televisive, con apparizioni di Sandro Ciotti e Renzo Arbore. In evidenza anche i suoi cambiamenti di look: come quello degli anni Ottanta, ai tempi di Ti stringerò, in cui esibisce una classica mise post-punk. E non mancano, ovviamente, i momenti sanremesi: il debutto nel 1969 con Ma che freddo fa, la vittoria due anni dopo con Il mio cuore è uno zingaro, con lei emozionatissima e quasi incapace di parlare.

E poi ci sono le "confessioni" più private. Centrate quasi esclusivamente sul rapporto coi familiari: il padre, e soprattutto la madre, prima artefice del suo successo ("se faccio questo mestiere è perché lei lo ha voluto a tutti i costi, senza porsi il problema di se volessi farlo o no") e poi colpita dal disagio psichico. Ed è proprio mentre racconta i colloqui con la mamma malata che Nada cede alla commozione, e i suoi occhi si riempiono di lacrime.

Ma in generale, nel corso del film, sui toni drammatici prevalgono nettamente quelli più scanzonati: come quando, nelle sequenze iniziali, lei ricorda che il giorno della sua nascita la nonna mise fretta alla levatrice: "Svelta, svelta, che il martedì pomeriggio passano le streghe...".

Insomma, un'opera a metà tra il diario e il biopic. Che la protagonista racconta così: "Mi sono lasciata guidare in un percorso intimo raccontando anche il privato con sincerità e verità: e ne è venuta fuori una storia piena d'emozione". E soprattutto molto umana, come il titolo già rivela.

www.repubblica.it


Claudia Morgoglione

Nada - Ti troverò

Nada - Ti troverò

Re: Nada - Ti troverò

Paolo ma che canzone bruttina che ci hai fatto ascoltare oggi, la me pias minga.