MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Beppe non si stancherà mai - di Mina - La Stampa - 19.07.2009

Beppe non si stancherà mai - di Mina - La Stampa - 19.07.2009

Certo si sarà prodotto in uno dei suoi rarissimi stirati sorrisi. Un sorriso che assomiglia a una contrazione involontaria dei muscoli facciali. Ma lui, il divino Giulio, non è interessato ad alcunché di involontario e neppure lo ha mai praticato. Quindi, il suo deve essere stato un sorriso sincero. Non di sufficienza né di scherno. Lui, con quegli occhi artificiali che emanano il sibilo assordante dell’intelligenza. Lui, con la sua faccina cinese da terminator, con la sua feroce attenzione da ventenne, con l’aria tranquilla di chi sembra essere l’unico depositario delle verità e delle menzogne del nostro Paese, probabilmente, è l’unico politico che l’ha preso sul serio.

E il suo sorriso potrebbe essere stato provocato dalla previsione della comica reazione dei suoi co-categoriali. Che, infatti, si è puntualmente verificata. Il divino Giulio si sarà chiesto, e non per la prima volta, chi, in questo ridicolo braccino di ferro, fosse il comico e chi no. Ma se lo deve essere chiesto per un nanosecondo. La risposta la conosce da prima che si verificasse questo political affair. Lui non avrebbe avuto paura di Grillo, l’avrebbe accolto con la sua gelida cordialità pensando a come utilizzare, se non strumentalizzare, l’enorme, crescente seguito popolare che lo accompagna. Gli altri no. Si incartano in regolette, norme, misure per cercare di non fargli avere questa malaugurata tessera.

In questi giorni Grillo è dovunque. Dalla Sardegna, alla Liguria, alla Campania, alla Toscana. Scorribanda su e giù per il Paese ed è arrivato, appunto, fino a Paternopoli dove gli è stato rilasciato il famigerato pezzettino di carta. Ma, subito, il vice responsabile organizzativo del Pd Gero Grassi asserisce che ciò che è successo a Paternopoli è «privo di validità». E anche il segretario regionale Tino Iannuzzi non lascia margini di manovra: «L’iscrizione al Pd di Beppe Grillo è da considerarsi priva di ogni valore».

Bene, molto bene, benissimo. Ci vuol altro per fiaccare Beppe, non esisterà sufficiente acqua pubblica per spegnere il falò che incendia il petto del nostro eroe. Andrà a finire che «loro» si stancheranno. Lui no. Lui mai. Anche perché è dotato di una capacità poco frequentata dagli uomini del palazzo, ormai diventato diroccato maniero ragnateloso. Beppe sa ridere. Lo può fare per qualsiasi motivo e, quindi, a maggior ragione, per ciò che è naturalmente buffo e poco serio, come la burocrazia, l’ostinazione, la ripetitività ed altre faccenduole scarseggianti di fantasia.

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