MUSICA




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Show travolgente di Madonna che ipnotizza lo stadio Friuli - di Nicola Cossar

Show travolgente di Madonna che ipnotizza lo stadio Friuli - di Nicola Cossar

UDINE. La regina della notte appare alle 22, assisa in trono. Una padrona. Accende le luci del suo tecno-negozio di caramelle (Candy shop) e con esse una serata memorabile per i 40 mila fan dello stadio Friuli, giunti qui ieri da tante regioni italiane e dall’estero per acclamarla. Lei li ripaga con uno spettacolo di due ore, travolgente per suoni, luci, colori, ballerini, musica. Tra immagini volutamente rétro con una Rolls stile Viale del tramonto, con un ring, baci assortiti (saffici e... normali), dj’s, un po’ di ginnastica (salto della corda). Un circo. Grande, grandissimo.

Poco importa se più di «Ciao Italia» e «Buona sera Udine» non dice. La festa impazza. E lo stadio si commuove quando... appare Michael Jackson (un eccellente ballerino del gruppo vestito come Jacko). E dopo il celebre Moonwalk un invito a tutti a ricordare la stella numero 1 del pop.

Il dancefloor più affollato della regione si surriscalda e si stordisce presto al genio (così dicono) di Paul Oakenfold, altra icona della cultura club, padre dei rave party, amatissimo dj-profeta della trance e sicuramente uno strepitoso professionista, musico di corte e altro gioiello nella corona della regina del pop.

Poi il mondo si ferma per la Diva, forse l’ultima diva del pop, l’u ltima donna a dettare le mode e a precederle, l’ultima a comandare – vedi il precedente esagerato e noiosamente kitsch Confession tour – maestra della trasgressione furba fino a diventare idolatrata icona gay e padrona della disco music del terzo millennio, l’evo della restaurazione della cultura dei club in tutte le sue declinazioni più o meno eleganti.

Già, disco music, è questo il motivo conduttore anche di questa serata udinese, memorabile, storica, eccetera eccetera. Madonna ci regala altre piccole follie da cantare e ballare, ci porta in una nuova Off Broadway dai contenuti artistici sicuramente meno alti ma dai colori spettacolari, straordinari e ineguagliabili: dal palco ai ballerini, dalla macchina musicale alle luci, dai costumi sfavillanti alla sua debordante personalità che non conosce rughe (almeno dopo il trucco...).



Dire che si è trattato di un grande concerto crediamo sia sbagliato. Lo show che Miss Ciccone porta in giro in questo tour appicciaticcio e dolce (Sticky & sweet appunto) è qualcosa di diverso, è discoteca all’ aperto, dancefloor per decine di migliaia di persone. Lei canta e danza in plancia delle nave-palco, un transatlantico-show, unica e sfrontata maestra di cerimonie a guidare la tribù che balla con i suoi dorati suoni di plastica, con le sue ginnicità coreografiche sincronizzate al millesimo tra un pezzo e l’altro, tra un cambio costume e l’altro.

In questo show che è tutto da vedere e da vivere e poco da raccontare il giorno dopo, Madonna ci regala le caramelle dure (Hard candy titola l’ultimo disco), già un inno alla disco-cultura, beat contemporanei e profondi, recuperi di archi sintetici, voce insinuante e complice, disincantata e tentatrice. Sfilano allora parecchi dei pezzi realizzati per questo perfetto prodotto dance: la folgorante doppia apertura di Candy shop e Beat goes on, ma più avanti c’è spazio anche per le belle She’s not me e Devil wouldn’t recognize you, per la sensuale e gitaneggiante Spanish lesson accoppiata a Miles away (la più bella del disco, per noi) e al singolo apripista 4 minutes, fino al festoso saluto di Give it 2 me. In mezzo, le tante stagioni di Madonna, i tanti piccoli miracoli di questa giovane cinquantenne che secondo molti sarebbe durata lo spazio di un mattino e che invece 25 anni dopo è ancora qui più viva che mai, più trionfante che mai, più regina che mai.

Dal disco di esordio arriva Holiday (per Jacko, la sua stella binaria), da Like a virgin ecco la durissima Dress up, e poi ci avventuriamo in escursioni fra i solchi di Bedtime stories (Human nature), I’m breathlesss (Vogue), American life (Die another day), Music, Erotica (Rain), per giungere a quella perla ancora stupenda che s’intitola La Isla bonita (dal capolavoro True blue) e via danzando.

Si respira l’aria dell’evento, Madonna lo sa e non si risparmia. La voce è squillante (fin troppo: playback assortiti qui e là?). Ma la tribù che balla la vuole, la acclama e si scatena con lei in questo enorme e fantasmagorico show. Nella mega-discoteca dello stadio Friuli c’è gente di ogni età: tantissimi ragazzini, tantissimi ex ragazzini, cultori dell’evento, del club e della disco. Una festa, come doveva essere.

Poi la regina della notte saluta, sale su un altro aereo, destinazione Francia, in quella Marsiglia dove ieri purtroppo un tecnico che montava il palco ha perso la vita (e Miss Ciccone, con saggia dolcezza, lo ha ricordato piangendo – «Penso ai suoi figli» – e dedicandogli You must love me). Spente le luci friulane, via in volo verso un altro pubblico da stregare.
(17 luglio 2009)

(da "Il Messaggero Veneto" - di Udine)