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La promessa fatta ai deboli è sacra - di Mina - La Stampa 5.07.2009

La promessa fatta ai deboli è sacra - di Mina - La Stampa 5.07.2009



Parigi e Roma non pagano? Cominciamo noi

Esiste una parola per definire chi non mantiene una promessa sottoscritta? Un termine per bollare chi afferma, anzi promette, e poi non fa seguire all'impegno assunto la dovuta attuazione pratica, potrebbe essere "fedifrago". È un vocabolo poco usato che, però, esprime l'idea moralmente disonorevole del rompere la fiducia da parte di chi non tiene fede ad una promessa.

Anche solo a livello puramente fonico, risulta difficile spostare questo aggettivo un po' forbito e un po' ridicolo da una persona ad una Istituzione, magari ad un Governo. Se urta l'orecchio affermare che un Governo Nazionale è fedifrago, la causa risiede forse nel fatto che si tratta di circostanza neppure ipotizzabile, per lo meno secondo la logica del valore della parola data. Se la parola d'onore vale come impegno inderogabile per una persona fisica, deve valere, a maggior ragione, per una Istituzione. O no? Eppure al tavolo aquilano dell'imminente G8, dove, tra le mille questioni si dovrà discutere anche degli aiuti all'Africa, si siederanno almeno due Governi chiaramente fedifraghi. Quello francese e, purtroppo, quello che presiederà i lavori, e cioè quello italiano.

Al G8 di Gleneagles del 2005 i grandi della terra si erano impegnati a raddoppiare entro il 2010 gli aiuti all'Africa, per combattere la povertà e la fame e per sviluppare i sistemi sanitari, l'accesso all'acqua, l'agricoltura e l'istruzione per i bambini. Mancano all'appello più di 7 miliardi di dollari. E l'80% dei fondi mancanti sono imputabili ai tagli che Francia e Italia hanno apportato ai loro contributi per lo sviluppo dell'Africa.

Si possono addurre tutte le giustificazioni possibili, dall'imprevedibile gravità della crisi economica agli ingenti impegni di spesa per la ricostruzione dell'Abruzzo. Ma "una promessa fatta ai poveri è sacra", come dice l'arcivescovo sudafricano e premio Nobel Desmond Tutu. Il quale aggiunge: "Quando vengono fatti tutti gli sforzi per rispettare quei patti, si tratta di un atto di grazia e di grande leadership. Per questo quei paesi del G8 che guidano gli sforzi per i poveri meritano il plauso. Mi rattrista e mi fa arrabbiare il fatto che grandi nazioni come Italia e Francia vadano nella direzione opposta".

Ma i semplici travasi di denaro da un Governo all'altro, una volta arrivati, rischiano di percorrere rivoli non sempre chiari e trasparenti. E allora prima degli impegni economici degli Stati, e forse più dei progetti internazionali, conta la vicinanza solidale di chi opera non per l'Africa, ma per gli Africani. E in questo campo potremmo a buon diritto conservare almeno l'italico orgoglio di non essere secondi a nessuno. E non parlo solo dei missionari. Penso a uomini e donne meravigliosi che trasferiscono per anni la loro dedizione in terre dimenticate e in mezzo a gente bisognosa di tutto e, per questo, riconoscente per ogni attimo di attenzione gratuitamente dedicato.

Saranno i potenti del G8 a dettagliare le forme per garantire impegni economicamente certi e per esigere dai Governi locali una verifica dei modi in cui vengono utilizzati. A questo riguardo, sarà auspicabile che anche dalle classi dirigenti africane si esiga maggiore capacità amministrativa, sgomberando il campo da tutte le inefficienze e le corruzioni tipiche di regimi non sempre pienamente democratici. Ma questi sono impegni che competono ai politici. Agli Africani, però, non deve mancare la presenza di persone che prendono a cuore la loro difficile realtà e la condividono, portandovi dall'interno un contenuto di speranza attiva che mette in moto un cambiamento che parte dal piccolo. E per noi, che stiamo seduti sulla parte grassa del mappamondo, vale sempre, senza falsi alibi, il principio che per cambiare l'Africa, che ci sembra così lontana, deve cambiare qualche espressione della nostra vita. "Sii tu stesso il cambiamento che vuoi che accada nel mondo" (Gandhi).

Re: La promessa fatta ai deboli è sacra - di Mina - La Stampa 5.07.2009

Non c'è dubbio che il promettere implichi il mantenere, così come disattendere le promesse appaia tanto più rilevante quando esse sono dirette a soggetti deboli.

La gravità dell'inadempienza dipende però dalle cause che possono aver determinato l'inadempienza stessa.

In altre parole: "ho promesso perchè ero certo di poter mantenere, ma così non è stato perchè sono sopraggiunti eventi che mi hanno costretto".

Se quindi è vero che l'inadempienza esiste, ciò non lede, in questo caso, la moralità del soggetto.

E', questa, una considerazione che però credo possa valere su un piano strettamente personale. Diversa è la valutazione se gli impegni sono stati presi a livello governativo, ambito nel quale si dovrebbe cioè agire privilegiando aspetti contabili, ossia razionali.

Purtroppo, pur volendo essere razionali, l'imprevisto può sempre influenzare negativamente i propositi formulati sulla base di bilanci preventivi.

Imprevisti oggi rappresentati dalla crisi finanziaria nonchè, nel caso specifico dell'Italia, dalla sua esposizione relativamente al debito pubblico, con conseguente rigore cui il ministro Tremonti è chiamato a ricorrere (anche a costo di antipatie all'interno del suo stesso governo che plaude all'ottimismo esasperato).

Scelte di rigore che appaiono però ampiamente giustificate dai recenti dati che, ad esempio, ci dicono che nel primo trimestre dell'anno il rapporto deficit/Pil si è attestato al 9,3% segnando cioè il livello più alto dal 1999, mentre nel primo trimestre del 2008 l'indebitamento netto si era attestato al 5,7% del Pil.

Insomma, cuore e ragione raramente vanno a braccetto, salvo che si vogliano ignorare ad ogni costo i numeri in nome di un buonismo più che comprensibile ma che rischierebbe di far fare all'Italia la fine dell'Argentina.

In ogni caso, bene si fa a ricordare ai grandi del mondo le promesse fatte soprattutto ai più deboli e a tenere sempre vigile il senso critico nei confronti di tutti.

Forse, però, dovremmo essere noi, in prima persona e prima di aprir bocca, a fare autocritica, a dare l'esempio. Con i fatti.

A questo proposito mi chiedo: che credito si può dare a chi pone certe, seppur giuste, problematiche con uno scritto a pagamento, e si occupa sì di alimentazione ma pubblicizzando una nota marca di pasta italiana?

Credo che ognuno, se vuol essere credibile, debba avere un retroterra che glielo consenta.

In caso contrario, dobbiamo avere il pudore di inibire il nostro bisogno di esternazione su tematiche così delicate, per il rispetto che si deve a chi è più sfortunato di noi.

Questo per dire che l'incoerenza rischia di farci sembrare i soliti furbetti. O, quanto meno, niente affatto credibili.

Alberto

Re: La promessa fatta ai deboli è sacra - di Mina - La Stampa 5.07.2009

In trenta personaggi hanno espresso opinioni .MINA no, deve tacere, dovrebbe chiedere l'elemonisna e poi forse avrebbe diritto di esprimere un'opinione.
Si fanno in conti in tasca solo a lei.Politici, giornalisti , opinionisti vivono di compensi.Non capisco questo tuo continuo livori sui compensi di MINA.
FORSE SE TI AVESSE ACCETTATO LA C ANZONE SAREBBE LA PIU' BRAVA, LA PIU' ONESTA, LA PIU' GENEROSA PERSONA DEL MONDO.
Basta leggere con attenzione per capire che non condanna nessuno.
Scusa ALBERTO, ma parecchie volte ho lasciato perdere.
Fai battutine pesantissime sul figlio, sui soldi,sul perche' sceglie alcuni autori.Certo la butti sullo scherzo, ma lo scherzo e' pesante.
Non dimentichiamo il lavoro che da' a tanta gente.

Re:trovi tutte le opinioni cliccando sulla STAMPA

Miliardari nel vero senso della parola, dicono le stesse cose.Tutti parlano delle promesse difficili da mantenere, ma nessuno ha la ricetta.Non mi piace parlare di politica, non l'ho mai fatto, ma BERLUSCONI non puo' fare i miracoli.
Forse avrebbero dovuto prendere una trentina di pezzenti e farli parlare.Almeno gli avrebbero dato un compenso e qualcosa si sarebbe fatto, solo per quei 30, pero'.
Anche noi stiamo parlando sul nulla.Gia' ma noi non pubblicizziamo la pasta.MINA dovrebbe morire, cosi' tutti si metterebbero l'anima in pace.

Se Mina dice qualcosa... subito che le si punta il dito contro

Non è possibile caro Alberto, ogni volta che Mina dice qualcosa di vero, tu od altri, le puntate il dito contro quello che dice. Jovanotti anni fa diceva ai governi di non chiedere niente del debito del meraviglioso popolo africano e della loro splendida terra. A lui, però non si sono fatti i conti in tasca come tu stai facendo con Mina? I conti in tasca non si fanno a nessuno , non è carino, sopratutto verso una donna che ha detto chiaramente quello che di fatto è e cioè che alcuni governi non mantengono le promesse fatte, ed io potrei dire a chi sta al governo quello che hai detto tu a Mina. Senza contare che come fai a sapere che Mina non abbia già dato a chi ne ha bisogno? Mentre i potenti dei governi hanno dato?
Ciao.
Luigi

Re: La promessa fatta ai deboli è sacra - di Mina - La Stampa 5.07.2009

Ciao Luna,

hai fatto male, come dici, a lasciar perdere nei miei confronti quando ti sei trovata in dissenso con me.

Fai invece bene adesso a cantarmele chiare, nel senso che sostieni, a torto o a ragione, che sotto, sotto, il sottoscritto critichi Mina (ed anche Massimiliano)soprattutto perchè non avrebbero accettato la mia canzone.

Penso che al tuo posto, trarrei probabilmente le stesse conclusioni e, se tu arrivi a certe considerazioni non lo fai per malizia, ma perchè segui una logica che desumi dalla lettura di quel che scrivo.

Per quanto mi riguarda, se scrivo qui, lo faccio sia per il piacere di esprimermi (il che non significa che poi dica cose interessanti) ma anche perchè, e soprattutto, so che a leggermi non ci sono dei cretini.

Aggiungo che non solo non mi urta il dissenso, ma che è proprio il dissenso che ci aiuta a crescere se la controparte si pone con rispetto.

Per questo ti ringrazio delle critiche che mi rivolgi perchè è confrontandoci con la diversità che possiamo correggere la nostra miopia.

Ciò premesso, ribadisco il mio pensiero su Mina. Mina chi? Quella che conosco, cioè quella che appare. E se quella che appare è senz'altro una infinitesima parte della Mina reale, quella, per inerderci, che pecepiscono coloro che la conoscono (o pensano di conoscere - senza volerci troppo addentrare in pensieri Pirandelliani -)è, quella che appare, la parte che lei, Mina, ci propone.

Ed io giudico, appunto, in base agli elementi che lei ci fornisce senza, per questo, avere la pretesa di squalificare una persona che non conosco.

E qui sta il punto. Attenti a pensare che la critica di un comportamento squalifichi in toto l'autore/autrice di quel comportamento.

Chi, cioè, si propone in un ambito, in una situazione, dovrebbe, a mio parere, essere osservato in quell'ambito, in quella situazione.

Dunque, se mi si propone la lettura di un pensiero di Mina e, personalmente, riterrò che, nello specifico, ci siano delle incoerenze criticherò, a torto o a ragione, quel pensiero e, per quanto mi riguarda, mi sarà impossibile dissociare il pensiero dalla coerenza a quel pensiero da parte di chi lo esprime.

Ciò non significa che poi la mia critica sia corretta, ma è la mia critica e tiene conto di una serie di elementi di valutazione che fanno parte di un mio modo di vedere. Elementi che, mi sembra, altri ignorino o reputino di scarsa rilevanza.

L'odio o l'amore possono accecare, possono condizionare la nostra lucidità. Ammirare qualcuno non significa farsi condizionare in positivo in tutto ciò che fa.

Ammiro molto Mina. Le sono anche affezionato per i ricordi che ho di lei che si associano al percorso della mia vita.

Luna, pensi che sia così meschino da essermi legato al dito una cosa del genere da indurmi ad avere del risentimento verso qualcuno che neppure mi conosce?

Pensi che sia tanto presuntuoso da pensare che a Lugano prestino attenzione ad ascoltare e riascoltare una goccia nel mare quale può esser una mia canzone rispetto a quel che ricevono?

E pensi che abbia così poco rispetto di me stesso da legare la mia autostima al "verdetto" che Mina e il suo figliolo possano dare su una mia canzone?

Ti abbraccio
Alberto

Re: Se Mina dice qualcosa... subito che le si punta il dito contro

Certo Luigi, i conti in tasca, come dici, non si fanno a nessuno.

Diverso però è quando si parla pubblicamente, ci si espone.

Allora deve esistere coerenza fra le nostre tesi e la nostra condotta.

Saluti!

Re: meschino mai..

neanche per un momento l'ho pensato
.Semplicemente, forse, spontaneamente,automaticamente avresti evitato.Ed e' umano!
Per il resto non capisco dov'e' l'icoerenza.
Ho sottolineato l'incoerenza di tutti.
Mina per L'ABRUZZO ed e' successo un pandemonio perche' non avrebbe fatto niente, neanche due righe.
Vedi ALBERTO, e parlo davvero grazie all'esperienza di tutti questi anni seguendo tutta la musica, pare che solo MINA debba essere criticata e nei forum a lei dedicati , per giunta.
Penso che abbia pagato e paghi ogni centesimo che ha guadagnato.Basta vedere tutti gli atTACCHI CHE SUBISCE.
Di una sua collega indagata per aver portato 9 milioni di euro all'estero, non solo non se ne e' quasi parlato, ma l'hanno accomunata a MINA per via delle tasse.
Non si e' accecati dall'ammirazione, ma e' una questione palese.Due pesi e due misure, sempre.

Comunque voglio ribadire:meschino mai, non lho mai pensato.
Ho scritto malissimo ma ho una febbre strana, un'influenza fuori stagione.

ciao