Não posso ficar
Nem mais um minuto com você!
Sinto muito amor, mas não pode ser
Moro em Jaçanã
Se eu perder esse trem
Que sai agora às onze horas
Só amanhã de manhã
E além disso, mulher
Tem outra coisa:
Minha mãe não dorme enquanto eu não chegar
Sou filho único
Tenho minha casa prá olhar
(breque) Eu não posso ficar!
Traduzione:
Non posso restare
Un altro minuto insieme a te
Mi dispiace, amore
Ma non si può fare
Vivo a Jaçanã
Se perdo questo treno
Che parte adesso alle 23
Il prossimo é solo domani mattina
Ed a parte questo, donna
C’è dell’altro
Mia madre non riesce a dormire
Fino a che non torno a casa
Sono figlio unico
Trem das Onze ("il treno delle ventitre") è considerata, sia dallo stesso Adoniran sia da molti altri, il suo vero capolavoro. Fu lanciato nel 1964 e resa famosa lo stesso anno dal gruppo di samba Demônios da Garoa
e, al contrario di successi carnevaleschi precedenti come Malvina e Joga a Chave, ha cominciato ad avere successo prima a Rio de Janeiro e soltanto più tardi a San Paolo. È stata la canzone più popolare in occasione dei festeggiamenti per i 400 anni della città di Rio. Una canzone paulistana che diventa il più grande successo nella terra del samba!
Con un ritmo delizioso ed una melodia molto orecchiabile, Barbosa ritrae con umorismo il dramma di un innamorato che vive in un sobborgo povero e lontano di São Paulo chiamato Jaçanã e che non può stare più a lungo con la sua amata perchè l’ultimo treno sta per partire e sua madre non può dormire fino a che non tornerà a casa. Secondo alcuni, con la frase "Moro em Jaçanã", Adoniran intendeva rendere ancora più forte il significato di luogo distante, poichè l'espressione corretta sarebbe stata "Moro no Jaçanã
La canzone è un buon esempio sia del classico samba "paulista" che dell’uso di una struttura compositiva nota come il "samba de breque" (stoppato), in cui il flusso melodico si interrompe improvvisamente come per aprire una parentesi.
Fra le curiosità occorre dire che Adoniran era letteralmente terrorizzato all'idea di prendere un treno perchè aveva paura di rimanere incastrato nelle porte!
Re: Le versioni italiane: Del Turco/Mina/Arbore e Stefano Bollani
Le versioni italiane
Riccardo del Turco (presentato a Canzonissima 1966, col titolo Figlio Unico, in classifica nelle hit parades del 1966 al 60o posto; Del Turco ne scrisse il testo italiano)
Mina (1992, col titolo Figlio unico)
Renzo Arbore e l'Orchestra Italiana (col titolo Pascalino Tu)
Riccardo è quello che vanta la memoria storica del pezzo, quella di Mina non mi convince (alla fine il risultato non è ne carne ne pesce!)ma avrei apprezzato l'accoppiata Mina-Bollani... chissà?