Michael è sicuramente legato alla mia generazione, quella degli anni Ottanta. Le sue "Thriller" e "Bad" sono legate ai ricordi di una prima formazione musicale ma anche culturale, perché al di là di tutto il pop di Michael Jackson era un evento culturale, aveva una marcia in più. Era lui con la sua voce e i suoi sberleffi vocali a dare un segno inconfondibile a tutto ciò che gli passasse sottomano. Ed era un grande show-man, ancora prima di Madonna. Aveva nel sangue quella forza che solo i neri sanno dare alla musica, anche se "commerciale".
Non ho pianto, ma mi è dispiaciuto. E' come aver perso da una parte una fetta del proprio passato; e dall'altra riaverla riacquistata. Perché "Thriller" o "Bad" sono canzoni che portiamo dietro nel nostro inconscio, ma ci hanno plasmato inconsapevolmente o non.
Mi stupisce nell'articolo di Mina l'attenzione a particolari della sua vita privata che in realtà non conoscevo, ma forse sono utili a conoscere o a farsi un'idea dell'uomo che era dietro a tutto questo music-business.
E se dietro a questa scomparsa improvvisa ci fosse davvero un errore-orrore umano, la rabbia sicuramente crescerebbe di più. E' entrato nella leggenda, anche lui con un finale pieno di interrogativi che darà da mangiare a generazioni di sfruttatori di disgrazie altrui.
La cosa più bella è stata sicuramente questa voglia di ricongiungersi attraverso la sua musica a questo eterno ragazzo e anche io sono tentato di scoprire e riscoprire album come "Thriller" e "Bad" (ma anche dei Jackson Five, che trovo straordinari) che non sono ancora nei miei cd.