MUSICA




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Quelle corna senza sesso - di Mina - La Stampa 21.06.2009

Quelle corna senza sesso - di Mina - La Stampa 21.06.2009


La saggezza popolare può andare a farsi friggere. «Tra moglie e marito non mettere il dito» è un consiglio disatteso e allontanato dalla inutilmente auspicata ragionevolezza. Quando si parla di tradimenti e adulteri, veri o falsi, bianchi o rossi, sembra che nella mente dell’essere umano si chiudano dei relè, senza l’intervento della volontà del possessore del cervello. Certo, l’amore è la più grave e incurabile delle malattie e il sospetto la più disgustosa e maligna delle compagnie. E allora può succedere che un tribunale stigmatizzi l’operato di un marito, Giacomo, per via di un’amicizia con una collega di lavoro perché «... anche se non si sostanzi in un adulterio, comporti comunque offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge».

«L’obbligo di fedeltà è da intendersi non soltanto come astensione da relazioni sessuali extraconiugali, ma come impegno di ogni coniuge di non tradire la fiducia reciproca, avvicinandosi la nozione di fedeltà coniugale a quella di lealtà, che impone di sacrificare gli interessi e le scelte di ciascun coniuge, che si rivelino in conflitto con gli impegni e le prospettive di vita in comune». Ipse dixit. La sentenza si dilunga abbastanza da far passare la voglia a chi aveva preso accordi col sindaco o col prete per un festoso, passionale, arroventato, appassionato matrimonio da celebrarsi in questo mese di luglio.

Il verbo che terrorizza è «sacrificare». Sacrificare le scelte e gli interessi... Ma allora la radicata idea praticata da chi sa veramente maneggiare l’amore con rispetto e serietà va, anch’essa, a farsi friggere.

«Se ami qualcuno lascialo libero», lo sento ripetere da secoli. Ma, evidentemente, pochi ascoltano. C’è da chiedersi se la sentenza sarebbe stata la stessa se lui, il colpevole di adulterio bianco, avesse intrattenuto la stessa amicizia, come dire, collegale, con un uomo. Col cassiere o con il capostruttura o con il fattorino del terzo piano che, magari, gioca benissimo a squash. Devo immaginare di sì. Deve essere così. In questa vicenda trevigiana, niente affatto piccante, il sesso non è contemplato neppure lontanamente, quindi... Pensaci, Giacomino! Pensa se avessi detto una bugia. Se avessi confessato a tua moglie che sì, avevi una bollente relazione extraconiugale in piena regola, inventandoti anche i quando e i dove. Magari Giuseppa ti avrebbe perdonato e tutto sarebbe finito a tarallucci e vino.


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