MUSICA




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Un miliardo di vite per Paperino - di Mina - La Stampa 14.06.2009

Un miliardo di vite per Paperino - di Mina - La Stampa 14.06.2009

Lui è là, intero, criopreservato. A forma di Walt Disney, comprensiva di baffi, in una stecca trasparente appena uscita dalla fabbrica del ghiaccio. Un parallelepipedone come quelli che, anni fa, vedevo trasportare sulle spalle protette da una grossa salvietta da uomini forzuti, quando il caldo si faceva perfido. Mi veniva voglia di seguire la traccia di gocce d’acqua per vedere di quanto si sarebbe ridotta quella speranza di frescura destinata, forse, alla gelateria di corso Campi o, magari, alla pasticceria di via Janello Torriani. Non parlo dell’Ottocento, ma ero molto piccola e i tempi erano quelli della coda della guerra e non mi sembrava anacronistico veder passare gli uomini del ghiaccio, mentre uscivamo dal rifugio nello sprofondo delle cantine, dopo un allarme aereo. Lui, Walt Disney, costruiva i suoi trenini in miniatura sulle colline di Hollywood e aveva inventato già tutto. Quando morì aveva sessantacinque anni o, forse, li ha ancora se, come nelle sue previsioni, verrà il giorno in cui la scienza sarà in grado di riportarlo in vita come si fa con i cibi precotti. Dieci di meno del suo personaggio più amato. Paperino, infatti, ne ha compiuti 75. Da sempre uguale a se stesso, nel pasticciare la sua vita tra fracasso, liti, equivoci ed incidenti, imperversa a colori, appiccicato in due dimensioni alle pagine di Topolino, o in improbabili remake grafici e sonori.

Contrariamente a quello che asserivo, Paperino non mi piaceva gran che. Topolino, poi, mi era molto antipatico. Qui, Quo, Qua erano detestabili. Minnie insopportabile. Gastone orrendo. L’unico carino era Archimede Pitagorico, apparso molto più tardi. Io leggevo Nembo Kid, quello che oggi si chiama Superman. Era ancora più schematico. Arrivava volando, risolveva e se ne andava a riprendere la copertura di Clark Kent. Per dovere e piacere di nonna frequento ancora i «mati», storpiatura gentile dei cartoni, e non scopro in me stessa e neppure tra i piccoli significazioni o gusti diversi. Vorrà dire che Paperino, al di là dell’aspetto, è invecchiato? Può darsi. Oppure, in un percorso inverso a quello del suo inventore è stato congelato all’età di comparsa e non può morire. Ha attraversato miliardi di vite tra consensi e critiche. Solo colui che adesso è solo un ghiacciolo potrebbe decidere se prendere la gomma e cancellarne il disegno o convertirlo ad una più sicura eternità.





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