MUSICA




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Ligabue: «La mia vita cambiata, niente più strapazzi e Certe notti»

Luciano torna in pista: altri 7 concerti all’Arena, dvd, cd,
e, nel 2010, per i suoi 50 anni un album di svolta

«Non è più tempo di Certe notti» confessa Luciano Ligabue. E racconta di come cambia il senso della vita (e non solo) per un rocker gagliardo e vitale che si sente alla soglia dei 50 anni. «È un numero che pesa, una rottura di palle mentale» racconta parlando della prossimità del compleanno (il 13 marzo) e contemporaneamente disegnando la strada del suo prossimo futuro: «Il 2010 sarà un anno dal sapore speciale: per quel compleanno e perché sono vent’anni esatti dal mio esordio discografico». E annuncia: «Avverto la responsabilità di dover cambiare pagina». Il discorso, ovviamente ha contenuti artistici, ma anche di vita: «È da qualche tempo che faccio una vita decisamente meno da rocker. Non mi alzo più alle 2 e non vado a letto alle 5 di mattina. Insomma, mi strapazzo di meno. Ma è anche vero che la mia vita è cambiata proprio da Certe notti, una canzone che esaltava una vita dispendiosa e che col suo successo mi ha spinto a modificare le mie abitudini».

Pensando al futuro, sicuramente un nuovo disco di inediti (sono passati cinque anni da Nome e cognome), probabilmente un tour teatrale («per vedere le facce della gente»), Luciano è di nuovo in pista, di nuovo a Verona, città che sta diventando una sorta di crocevia della sua attività: per i sette concerti del settembre scorso, per il progetto che ha presentato ieri (dvd e cd che illustrano elegantemente quell’impegno), per la partecipazione ai Wind music awards dove ha ricevuto il riconoscimento per le vendite di Secondo tempo, registrati questo week end (e su Italia 1 a fine mese), per l’annunciato progetto di tornare sul luogo del delitto, l’Arena, per altri 7 concerti di nuovo a settembre (dal 24 fino al 3 ottobre) col corredo di altre iniziative (un libro, un balletto basato sulla sua Certe notti, un film, un'esposizione.

«Fare concerti per me è come un ricostituente. Certe volte mi sembra di essere più me stesso sul palco che fuori...» dice. Poi, promette, si tufferà sul progetto di un nuovo album di inediti, dopo aver a lungo lavorato su materiale antologico coi dischi Primo tempo e Secondo tempo: «L’unica cosa che so è che ho molto materiale pronto, ma devo capire cosa usare e che taglio dargli. Sarà un album importante e insidioso, prodotto da Corrado Rustici che mi ha molto aiutato nell’esplorare nuovi suoni e nuovi ritmi».

Ligabue in questi mesi non è stato con le mani in mano. Per esempio ha provato il brivido di affrontare il pubblico europeo a Londra e Parigi: «All’Olympia la gente faceva tremare la galleria e la platea dall’entusiasmo, un promoter francese mi vuole per una serie di Festival, però non c’è dubbio che uno come me, che non fa la musica melodica che all’estero si aspettano da un italiano ma del pop rock, deve superare l’ostacolo dell’inglese. E io non ho ancora trovato una traduzione adeguata alle mie canzoni». Liga ha anche partecipato al disco pro Abruzzo Domani, ma non sarà all’Olimpico il 20 giugno: «Il mio contributo l’ho dato con Domani» risponde.

Poi, prima di chiudere, lancia una provocazione su Sanremo: «Quest’anno ci vado». Ma è solo una battuta: «Lì si gioca tutto in tre minuti, a me piace avere tempo a disposizione. Sanremo è l’opposto della mia idea di musica, ma non posso dire che non lo farò mai, nella mia vita spesso ho fatto cosa che pensavo che non avrei mai fatto».

Marco Molendini

www.ilmessaggero.it