MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Il percorso di Mina negli allegati al Corriere - di Mario Luzzatto Fegiz

Il percorso musicale di Mina è un labirinto di stili, sprimentazioni, sfide. La serie di album in vendita col Corriere esplora gran parte del complesso mondo della cantate cremonese. Si comincia con l'intera sequenza «Del mio meglio» che rappresenta la Mina interprete pura, virtuosa e pure estrosa, ma in qualche modo ancora influenzata nelle scelte da produttori, consigieri discografici. E' il biglietto da visita di un viaggio ricco e complicato, che spazia su molti autori e generi, ma con una netta propensione al melodico: una sequenza mozzafiato fra "Io vivrò senza te" "Se stasera sono qui", "Vedrai vedrai", «Yesterday», "Bugiardo e incosciente" (in cui riesce a rappresentare con inusitata drammaticità tutte le condraddizioni dell'Universo sentimentale maschile). Ma subito dopo spunta la Mina che affronta senza problemi, macinando secondo il suo stile, i repertori più disparati, i Beatles (succede nel 93 e c'è una "Something" da manuale), i brasiliani (A banda -La banda; Tem mais samba ; Nem vem que não tem (Sacumdì sacumdà) e il repertorio di Enzo Jannacci (preferendo le canzoni più struggenti come "Vincenzina e la fabbrica", "Sfiorisci bel fiore").
Alla quarta uscita emerge una Mina tipica del periodo dell'autodeterminazione, quella che decide cosa e come cantare, sceglie i musicisti e lavora in totale relax nella suo studio di registrazione non lontano dall'uscita di Lugano Sud. Emerge con «Rane Supreme», il cui titolo ha una origine curiosissima e ben lumeggia l'estroso capriccio creativo della cantante. Dunque il tecnico di sala ha dimenticato in giro una rivista specializzata inglese in cui si reclamizza un equalizzatore marca Rane il cui modello più avanzato si chiama Rane Supreme (immaginatelo pronunciato all'inglese). Ma lei ci legge l'eleganza fiera del batrace. Contiene fra le altre "Gloria" e la curiosa "Ma chi è quello li".
Abbinato a Del mio meglio n.8 (copertina stile abbronzatura in alta montagna) viene offero "Dedicato a mio padre" (del 1967). E’ il primo disco pubblicato dalla casa discografica di proprietà di Mina, la PDU. La prima edizione, distribuita dalla Durium presentava una copertina apribile in cartone pesante, con titolo e nome dell'interprete solo all'interno; fuori solo due foto senza didascalie. Le incisioni sono monofoniche. L'edizione distribuita dalla EMI nel 1970 presenta la copertina a busta chiusa che riporta titolo e nome della cantante oltre a tutti i crediti; incisioni stereofoniche. Ma c'è una altra ragione che rende questo disco "storico": fra varie canzoni inglesi spunta "La canzone di Marinella" che lancia Fabrizio De Andrè. La versione di Mina vende molto più dell’originale e Fabrizio decide, corroborato dai diritti d'autore del brano, di fare il cantautore a tempo pieno.
A metà del percorso, insieme a Del mio meglio 9 (aperto da "Devi dirmi di si" ) arriva "Quando mi spiavi in cima a un batticuore", disco essenzialmente melodico-sentimentale aperto da "Nessuno al mondo"). Da qui in poi troveremo la Mina totalmente autonoma che sforna ogni anno un doppio album con copertina e titolo originalissimi e due album: uno di cover, una di canzoni inedite scelte fra centinaia di proposte ricevute sia dai soliti noti autori, ma anche la sconosciuti. Mina ascolta tutto e conferma negli anni la sua vocazione di talent scout. Ecco dunque "Catene", uno dei pochi con una copertina in cui Mina ha un volto riconoscibile. La canzone originale che ha più fortuna è "Rose su Rose" (di Pani e Cassano) mentre le cover annoverano fra le altre Banana Boat, E la chiamano estate, Stranger in the night. A seguire UiIlalla, copertina e illustrazioni stile famiglia Adams (come sempre del fido MAURO Balleti». Fra gli inediti "Canterò per te", brillanti fra le cover "La pelle nera", "Angeli negri", "Una lunga storia d'amore". La formula inediti-cover prosegue con Ridi Pagliaccio, Finalmente ho conosciuto il Conte Dracula, Si,Buana, Caterpillar, Ti conosco mascherina, Lochness, Sorelle Lumiére. Il titolo è sempre coordinato alla copertina e alla grafica, mai al contenuto. La parte cover è sempre più eclatante quella di canzoni originali in genere più sperimentali. In "Si buana" c’è "Via di qua" che diviene sigla del programma televisivo "30 anni della nostra storia", in «Ti conosco Mascherina" c'è "Caruso di Dalla". Caterpillar ha canzoni inedite abbastana difficili eseguite con il gotha del grande jazz italiano fra cui Danilo Rea, pianoforte, organo Hammond, fisarmonica; Massimo Moriconi, basso, contrabbasso; Ellade Bandini, Roberto Gatto, Alfredo Golino batteria Candelo Cabezas - percussioni. Un laboratorio in qualche modo unico nel panorama musicale italiano.
Mario Luzzatto Fegiz