MUSICA




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C'è bisogno di amore": il Califfo DI MARINELLA VENEGONI

C'è bisogno di amore": il Califfo
fra inediti, spleen e sospiri jazzati




Nel disco Di Battista, Bosso, Bencini, Nicolai e.....



ROMA
Passa il tempo e di Franco Califano resta l'icona, immutabile. L'uomo che ha molto vissuto, il bon vivant di 70 anni che ha pagato le colpe e non deve chiedere mai, ci fa scivolare addosso, con il suo spleen, l'innata capacità di porgere parole in musica infiaschiandosene dell'emissione e delle ottave (come del resto ha sempre fatto). Certo, bisogna essere appassionati del crooning (meglio se un po' scivolato, e stanco) per apprezzare senza riserve «C'è bisogno d'amore», l'album del Califfo in uscita con alcuni inediti notevoli, altri kitsch, e vecchie perle fra le quali una imperdibile, eterna «E la chiamano estate», di Bruno Martino e dello stesso Califano. Il disco strizza l'occhio ad atmosfere jazzy, grazie a due ottimi strumentisti come Stefano Di Battista e Fabrizio Bosso; ospita due belle voci femminili (Simona Bencini e Nicky Nicolai) e Federico Zampaglione in una «Nevicata del '56» rimodernata di chitarre audaci. Alla fine, il Califfo resta maudit (ma ora con una goccia di teocon), e neanche troppo stropicciato: ti viene incontro in nero, dimagritissimo grazie a una dieta del minestrone, ti si racconta senza infingimenti. Ed è una sorpresa che riesca sempre a sorprenderti.

Come si fa a rimanere così cool, Califano?
«Quando incontro un coetaneo, la prima cosa che mi dice è: "Hai visto chi è morto?". Non sono a mio agio con loro, dunque. Con i giovani non è così, rappresento un personaggio oltre le regole che vale, purtroppo, più dell'artista. E' anche un fatto di abbigliamento, del modo di porgerti. Non serve a niente ricorrere ai chirurghi e io poi, sappia, non ho mai avuto bisogno del Viagra. Basta avere la testa e una donna che ti sappia seguire. Le ragazze si lamentano dei giovani, dicono che sono sbrigativi ed egoisti: oggi si va di fretta in tutto... La voglia mia è di non rilassarmi. Se mi riposo, mi abbruttisco».

Ha inciso un bel disco, complimenti...
«Ci ho pensato tre anni, ho trovato questi due ragazzi di Avezzano che mi hanno coccolato nel loro studio, ho lavorato con tutti i crismi, mi è parso di tornare ai miei 30 anni, ho avuto voglia di scrivere i versi che non trovo più in nessuna canzone».

Ce l'ha con i talent-show tv, per caso?
«Troppi ragazzi s'illudono, non cercano lavoro o non studiano perché investono su X-Factor o Amici. Ce ne sono tanti bravi, ma tutti nella stessa maniera. Oggi l'Italia è un paese di cantanti: ma se capitasse in tv uno come Paolo Conte giovane, gli sputerebbero addosso».

Lei indossa un cornetto e un crocifisso: come si conciliano?
«La croce è in onore della fede e di Papa Ratzinger che io adoro: ho scoperto che non sono ruffiano, non sono attirato dalle cose facili; lui è come una donna che ti piace appena la vedi e non sai perché, non piace a nessuno e invece a te sì, violentemente. Mi sono attaccato un suo manifesto nel salone, in casa. Il cornetto? E' una scaramanzia meridionale».

La politica?
«Normale, sono liberale. Si dice: è finita la sinistra. Ma è finita pure la destra».

Da amatore professionale, che pensa dell'ultimo caso Berlusconi, con Noemi Letizia?
«Di lui mi piace il sorriso, odio il grigio, e poi anche a me piace circondarmi di belle donne. E a proposito, sa a quanti compleanni di ragazze di 18 anni son stato io? Non lo ritengo rilevante».