MUSICA




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MUSICA
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Nilla nostra, grazie dei fior e della tua saggezza senza età - di Alfonso Signorini

La regina della canzone italiana, lo ha scritto di recente anche Mina, è una sola: Nilla nostra. Per la cronaca, Nilla Pizzi. In un mondo musicale privo di certezze dove si sfasciano perfino i Pooh, lei, a 90 anni suonati, resiste fiera e indomita come le colline dalle quali proviene, fresca come i fiori che l’hanno resa famosa, e continua a volare alta come le sue colombe.
Il mondo di Nilla non conosce tempo: le sue papere e i suoi papaveri non invecchieranno mai, l’edera continuerà ad arrampicarsi e le vele bianche a solcare i mari. E questa è la sua forza, la forza di una realtà lontana che non si faceva problemi, una realtà solo apparentemente frivola, ma in realtà profondamente serena.
Certo, le sue atmosfere sono lontane anni luce da quelle tormentate di Tiziano Ferro o da quelle torbide di Gianna Nannini. I colori di Nilla sono invece più vicini a quelli di Arisa e dei bambini di Povia che, non è un caso, è uno dei suoi cantanti preferiti.
Ho avuto la fortuna di cenare con Nilla nostra proprio l’altra sera. Quando le ho chiesto quanti anni avesse in realtà (ufficialmente ne ha festeggiati 90, c’è chi azzarda ne abbia 94, ma per noi non ha e non avrà mai età) lei mi ha risposto: «Cinquantotto». Sono rimasto spiazzato.
Con occhi indagatori mi scrutava per capire se ci credessi veramente. Sono rimasto imperturbabile. Al che lei ha aggiunto: «Sono nata nel 1951, al Festival di Sanremo: prima non esistevo».
Grazie Nilla, non per i tuoi fior, ma per la tua intelligenza scaltra e arguta. A una come te i Tokio Hotel fanno proprio un baffo.
Alla prossima.

Alfonso Signorini

www.sorrisi.com

Re: Nilla Pizzi - Cocoricò

Nilla Pizzi - Cocoricò


Re: Caro Cugino, L'amore è come l'edera, ma non l'edera della Pizzi

Caro Cugino, L'amore è come l'edera, ma non l'edera della Pizzi


Tu che sai sempre tutto, tu che vanti collaborazioni con il gotha della Minosità bene, tu che una ne pensi e cento ne fai, tu che parli correntemente 5043 lingue, tu che non sopporti l'incenso, ma che quando ricevi i fiori non ti risparmi a dire "Grazie dei fiori"!, tu che consigli il Principino Don Ottavio, tu che sei ricercato in tutti gli angoli, tu che sei il più invidiato e al contempo il più gettonato quando si vuol approfondire un discorso musicale... tu... tu avresti dovuto rispondermi subito che l'edera non è solo un tema pizziano, ma anche bertiano.
L'amore, infatti, è come l'edera. Ma se il mio discorso se fermasse qui, mia suocera smetterebbe di spulciare nel l'uso dei miei congiuntivi. Avrebbe capito il significato dirompente della celebre canzone che contiene il verso "l'amore è come l'edera".
"Via dei ciclamini", infatti, vendette all'epoca ben 230.000 copie.
Testo dirompente e non capito dal grande pubblico degli Osservatori. Mia suocera, infatti, capisce sempre Roma per Toma. Capisce solo quello che le fa comodo e che le torna utile. Non capisce che un testo può essere dirompente. Non è che io mi contrapponga alla Pizzi. Nilla è sicuramente la Regina. Le sue canzoni sono 5043 volte migliori di certe lagne che si ascoltavano, per dovere e non per piacere, nel web. Passato. Passato remoto. Che lagne! Per fortuna che non si ha più l'obbligo dell'ascolto e della riverenza. L'incenso. Chi più ne ha più ne metta. "M'illudo - dice mia suocera - che le mie amiche mi ammirino davvero". Io, invece, credo che le mie amiche, non appeno mi giro per vedere uno sgambetto di Bobo, mi pugnalano. Aspettano che io mi distragga per soffiarmelo.
Scusa cugino. Ho dimenticato di proseguire il discorso su quel testo dirompente interpretato dalla mia Icona. Via dei ciclamini "in realtà non fu capita dal grande pubblico, tanto che la stessa Orietta Berti, ospite del giornalista Fabio Fazio nella trasmissione cult "Anima mia", dichiarò che la sua bistrattata e non capita "Via dei Ciclamini" tratta in realtà il tema della chiusura delle case di tolleranza e che quindi è a tutti gli effetti una canzone socialmente impegnata. Lo stesso critico musicale Dario Salvatori la definirà "la canzone più coraggiosa scritta negli anni della contestazione".

Esaminiamo il testo cugino:


In via dei Ciclamini
al 123
vendevano le bambole
vestite come me.

La guerra era finita
ma però ricordo che
sui muri delle bambole
scrivevo insieme a te.

L'amore è come l'edera,
s'attacca dove vuole.
Quel giorno, senza dirmelo,
m'hai presa con un fiore.

L'amore è come l'edera,
s'attacca dove vuole.
Non vedo più le bambole
ma son legata a te.

Eran giorni tutti per me.
Eran giorni tutti per te.

In via dei ciclamini,
dove abitavi tu,
il muro delle bambole
adesso non c'è più.

Han messo una balera
e l'ascensore va su e giù,
e cambiano ogni sera
le bamboline blu.

L'amore è come l'edera,
s'attacca dove vuole.
Quel giorno senza dirmelo
m'hai presa con un fiore.

L'amore è come l'edera,
s'attacca dove vuole.
Non vedo più le bambole
ma son legata a te.

Eran giorni tutti per me,
eran giorni tutti per te.

In via dei Ciclamini
l'amore si fermò,
mi disse "Ciao bambina,
un giorno tornerò".

La guerra era finita
ma però ricordo che
mi disse "Ciao bambina,
ho amato solo te".

L'amore è come l'edera,
s'attacca dove vuole.
Quel giorno senza dirmelo
m'hai presa con un fiore.

L'amore è come l'edera,
s'attacca dove vuole.
Non vedo più le bambole
ma son legata a te.

Eran giorni tutti per me!
Eran giorni tutti per te!



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