MUSICA




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MUSICA
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E' vero: il povero viene deriso e anche insultato dal ricco.

La settimana corta? non sono d'accordo»

Berlusconi: «I licenziati trovino qualcosa da fare».
Il premier a Napoli: «La situazione è difficile, ma io non me ne starei con le mani in mano»

Silvio Berlusconi (Ansa)
ROMA - «Auspico che chi è stato licenziato si trovi qualcosa da fare. Io non starei con le mani in mano». Lo dice Silvio Berlusconi conversando con i giornalisti all'Hotel Vesuvio a Napoli, dove si trova per l'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra. A proposito dei lavoratori della Fiat di Pomigliano (in giornata c'è stato l'incontro tra il premier e una delegazione delle rappresentanze sindacali), il Cavaliere promette di aprire «un tavolo a Palazzo Chigi affinché si arrivi innanzitutto ad un prolungamento della cassa integrazione».

SITUAZIONE DIFFICILE - «È una situazione veramente difficile» osserva il premier. «Io - aggiunge Berlusconi riferendosi alla situazione in generale - spero che si faccia di tutto affinché non si lasci nessuno a casa. Anche gli imprenditori si devono inventare qualcosa», sottolinea il Cavaliere. «Ci sono tante ricette - spiega - ma nessuno ha una cura precisa. Deve lavorare di più chi ha la possibilità di farlo» ribadisce il presidente del Consiglio, che si dice contrario alla proposta della settimana corta così come auspicata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

«ALTRO CHE CESARISMO» - Berlusconi torna poi a parlare dei poteri del presidente del Consiglio. «Non ne ha - dice - Può solo convincere, utilizzare la propria moral suasion, ma poi deve trattare con tutti. Altro che cesarismo, altro che vezzi napoleonici dei quali vengo accusato solo perché un architetto mio amico ha visto due statue non esposte da 30 anni e ha pensato di utilizzarle nel luogo in cui vengono accolti i capi di Stato e di governo di tutto il mondo».

LE REAZIONI - Immediata la reazione di Antonio Di Pietro alle frasi del premier. «Cornuti e mazziati. Così il Presidente del Consiglio tratta gli italiani che, per colpa delle sue scelte sbagliate in campo economico, si ritrovano senza lavoro» dice il leader dell'Italia dei Valori. «E poi - continua - c’è ancora qualcuno che dice che viviamo in uno Stato democratico. Se questo fosse vero, il governo dovrebbe pensare ai cittadini, alle fasce sociali più deboli e non a difendere gli interessi dei soliti noti».


Ecco come Silvio Berlusconi si diverte ad offendere le persone povere e chi non ha più un lavoro.
Complimenti.

Sam

Fonte: Corriere della Sera.
Link: http://www.corriere.it/politica/09_marzo_25/berlusconi_licenziati_fiat_pomigliano_959b0474-1976-11de-8031-00144f486ba6.shtml

Re:non E' vero...

l'ho ribadisco anche a costo di attirarmi antipatie a raffica: chi non lavora è perchè non vuole lavorare!
Cassa integrazione? fa comodo solo ai lavoratori (che subito si dedicano al secondo lavoro a tempo pieno!).

Re: E' vero: il povero viene deriso e anche insultato dal ricco.

Ciao Sam,

è giusto giudicare, ma sulla base di ciò che è stato effettivamente detto o fatto.

Dico questo, non per difendere Berlusconi (che certo non ne ha bisogno), ma perchè disturba la strumentalizzazione, indipendentemente da chi ne è l'oggetto.

Personalmente non ho sentito ciò che il Presidente del Consiglio ha detto, mentre ho ascoltato poco fa, in auto, alla radio, la sua smentita in merito al significato, appunto, strumentale che è stato attribuito alle sue parole. Ossia egli ha detto che la frase "incriminata" era semplicemente un' ultima risposta a chi gli domandava cosa dovesse fare chi è senza lavoro.

Pertanto ha detto ciò che "lui" farebbe al posto dei disoccupati e questo, come dicevo, al termine di un ampio dibattito con i sindacati e le parti sociali per porre, appunto, attenzione alla grave situazione.

E se c'è uno che, personalmente, non gradisco affatto è proprio Di Pietro che, per chi non l'avesse capito, cerca semplicemente visibilità giocando sul malcontento della gente nonchè sull'ignoranza di molti.

La crisi, infatti, non è certo imputabile al governo Berlusconi, come invece vorrebbe far credere anche Di Pietro. Giocare queste carte è, a mio avviso, prerogativa degli sciocchi, ossia di coloro che pensano che alla maggioranza degli italiani si possano raccontare novelle.

Ovviamente tutti possiamo essere giudicati, ma nel merito delle nostre scelte e comportamenti.

Ricco o povero poco conta.

Alberto