MUSICA




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MUSICA
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Le star dei talent show? Solo meteore"

Le star dei talent show? Solo meteore"




Secondo uno studio di Affari Italiani
alla celebrità di "Amici" e "X-Factor"
i giovani preferiscono una carriera
più graduata che parta dalla gavetta
Pausini: c'è troppa maleducazione
ROMA
Amici? X-Factor? No grazie. Le fortunate trasmissioni televisive trampolino di lancio per giovani talenti che si stanno contendendo milioni e milioni di spettatori, non sono una scorciatoia per il successo. Anzi, possono essere pericolose per chi vuole entrare nel mondo dello spettacolo: troppa e troppo rischiosa l’esposizione televisiva. A lanciare l’allarme uno studio di Affari Italiani su un campione di 500 giovani di età compresa tra i 16 ed i 25 anni, intercettate nei maggiori capoluoghi di provincia italiani. Per sfondare nel mondo dello spettacolo, i ragazzi preferiscono una carriera più graduata.

Partire dalla gavetta, insomma, sudare e lavorare per farsi strada. Alla faccia di chi dice che i giovani italiani sono fannulloni. Marco Carta e Giusy Ferreri sarebbero quindi delle meteore (52% degli intervistati). Meglio prendere come esempio la cantante Arianna Bergamaschi (31) e Lola Ponce (29) che hanno mosso i primi passi tra teatro e musical. Ma perchè vengono bocciate le trasmissioni della mattatrice Maria De Filippi e del magnifico trio Maionchi-Morgan-Ventura, campioni di ascolti e sicure fucine di talenti? Innanzitutto, afferma il 48% del campione, a causa della troppa attenzione che viene data al "personaggio" rispetto al suo talento artistico, che a volte mette in evidenza difetti caratteriali che sovrastano l’immagine artistica.

In secondo luogo (31) per i giudizi di critica e pubblico, ancorati al mezzo televisivo e lontani dalla realtà. Influisce negativamente, inoltre, l’eccessiva spettacolarizzazione (per il 12) e c’è chi critica anche la troppa esposizione mediatica (7), non sempre sinonimo di consensi. Insomma, Amici e X-Factor non produrrebbero veri artisti, ma per il 76% del campione meteore, personaggi costruiti a tavolino che in TV nascono, vivono e muoiono. La lunga strada per il successo, per i giovani intervistati, va ricercata altrove, e chi vuole imparare ad esibirsi farebbe meglio a cominciare dal musical (per il 52% del campione), considerata la perfetta palestra per un’esperienza artistica completa, o a cantare nei locali e piano bar (24). Meglio anche continuare a frequentare scuole accreditate di danza, recitazione e canto (13). Incredibile ma vero, anche esibirsi durante cerimonie e matrimoni (6) viene considerato un’esperienza artistica più utile della Corrida del piccolo schermo.

E così, se il palcoscenico televisivo viene messo in discussione, cambiano anche i modelli di riferimento. Marco Carta e Giusy Ferreri? Nonostante il successo di Sanremo del primo e i milioni di copie venduti dalla seconda, vengono tuttavia considerati dai giovani delle meteore che non riusciranno a catturare a lungo l’attenzione del pubblico.

D'altra parte un attaccco ai giovani dei talent show è arrivato qualche giorno fa anche da Laura Pusini: «I ragazzi dei talent show? Troppo presuntuosi e maleducati». Questa è stato il commento della cantante in un’interivsta a Tv Sorrisi e Canzoni. «Conosco bene la realtà dei talent show e appena posso partecipo (come ospite), anche all’estero. Mi piacciono le voci italiane che sono state scoperte grazie a questi programmi, come Marco Carta e Giusy Ferreri» racconta la cantante. «Mi piacerebbe però vedere un pò più di educazione, sia come telespettatrice sia come loro collega: non sopporto infatti la supponenza e la mancanza di umiltà che a volte, pur essendo molto giovani, alcuni di questi ragazzi manifestano».

Da noi è così

Diventano subito molto popolari, poi tornano tutti nell'anonimato più totale. Per bene che vada godono di una certa visibilità per alcuni mesi, con ospitate a trasmissioni di Canale Cinque e poi se ne tornano ai locali di provincia, ai piano-bar da cui sono venuti.

Non è così all'estero. Leona Lewis oggi è una star della musica mondiale, e a quanto mi risulta anche un Paul Potts che da noi nessuno ha considerato, ha già una discreta popolarità in Sudamerica.