MUSICA




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La gioiosa carrellata di Ornella (sì alla musica, no all'uncinetto) - di Marinella Venegoni

La gioiosa carrellata di Ornella (sì alla musica, no all'uncinetto) - di Marinella Venegoni



Finché quei sandalacci sadomaso compaiono addosso alla Ventura, pazienza. Ma perché la raffinata Ornella Vanoni s'immola così, su neri trampoli cinghiati tacco 13 che visibilmente la affliggono e non la lasciano nemmeno camminare? E perché il suo concerto è tutto spettacolarizzato intorno alla sofferenza da trampoli di vari colori, finché non se ne libera con gesto teatrale, per cantare a piedi scalzi? Non ce ne voglia Ornellina, la prima a denunciare le sue quasi 75 primavere (obbligata anche dalla frequentazione con l'eterno ex compagno suo coetaneo Gino Paoli): ma insomma un po' della curiosità intorno al recital «Più di me», che sta girando l'Italia, viene proprio dal fatto che ad un'età generalmente liquidata, per una donna, ad esclusivo lavoro all'uncinetto, lei se ne esca invece con un quintale di concerti ravvicinati, e se la cavi pure con onore, come l'altra sera all'Auditorium di via della Conciliazione, esaurito.

Vanoni è in Italia un caso unico per dedizione e tenuta spettacolare. Non ci si stupisce che lo stesso accada per Paoli, ma per lei sì. Siamo alle solite, e chissà se è consapevole che la sua sia anche una battaglia per una diversa percezione delle stagioni femminee, quando arringa il pubblico parlando di tacchi: «Fino al 12 si cammina, dal 13 non si può. Ma li mettiamo per piacere agli uomini, e per uscire col 13 devi avere un uomo. Però, hanno i loro effetti: io, da quando li metto, qualcosina vedo»; in agguato c'è l'effetto Zanicchi, ma lei ha dalla sua una sciccheria innata che le fa superare indenne il bosco dei rischi. Anche se, dopo una vita passata ad esibirsi con le mises più firmate e raffinate, da Ferré all'etno elegante, ha pure scelto per il tour un provocatorio up-to-date: leggins neri sotto un corto abito di velluto nero che le scopre le spalle; abitino rosso ciliegia da spumeggiante primavera, in verità poco donante; completo nero più classico nel finale. Come se, dopo una vita passata ai piani alti, si volesse togliere soddisfazioni inevase.

E però i modelli di riferimento sono impegnativi: «Sono diventata come Ella Fitzgerald, sento il caldo», esplode ricomponendo la chioma dorata durante il medley dedicato al Brasile. E' qui il suo punto forte, con «La voglia la pazzia», il «Samba della Rosa» o «Tristezza», vola via ogni senso anagrafico: è musica senza età. Il recital è decisamente lungo, ma sulla distanza la voce tradisce meno incertezze che non la band. Accompagnare la Vanoni non è impegno da poco, la signora ha i suoi zig-zag artistici; Mario Lavezzi le ha disegnato arrangiamenti più ritmici, giovanilistici, c'è perfino una «Senza fine» jazzy, alla Gino Paoli ultima maniera: si rimpiange la versione originale (ma succede anche con Paoli). Giovane anche la band, nella quale spiccano il figlio d'arte Paolo Jannacci, e la chitarra più matura di Michele Ascolese. Ornella affronta «Il Gorilla» di De André e «La Mantellate» del suo protoperiodo con la mala, ma dà il meglio negli ampli classici che sono il suo marchio: «L'appuntamento» («Quando morirò, sulla tomba sarà scritto "Aveva un appuntamento"»), «Che cosa c'è», «Una ragione di più» che suona omaggio all'autore scomparso Mino Reitano. Dei protagonisti del suo bel disco di duetti uscito da poco, non è venuto nessuno a farle compagnia: ma se n'è fatto a meno.

ORNELLA VANONI
«PIU' DI ME TOUR 2009».
19 Pescara, 20 Bologna, 21 Firenze, 23 Vicenza, 24 Torino, 30 Milano.



www.lastampa.it

Ornella Vanoni - Per l'eternità

Ornella Vanoni - Per l'eternità