MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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crisi del disco o crisi della musica?

più la seconda che la prima. Analizziamo i due aspetti:
il disco in sè perde valore un po per il download ma sopratutto per i costi e i contenuti; se pago 22 euro un cd con 10 pezzi mettiamo e solo 1 è valido io la prossima volta che devo comprare ci penso...
e questo risponde anche al secondo punto cioè: i cantanti firmano contratti che prevedono un tot di uscite per un determinato periodo come se la creatività funzionasse a comando! l'arte non può essere creativa a comando ma secondo l'ispirazione. A questo punto torniamo agli anni 60 quando un artista usciva almeno 3 volte in un anno con delle canzoni nuove e la gente ne decretava il successo o il flop senza farne un dramma tanto potevi rifarti col pezzo successivo... e gli appuntamenti tv sono gli stessi di sempre: Sanremo in inverno, disco estate/festivalbar e canzonissima in autunno (in autunno si va per ospitate nei vari talk show o reality)...
Questa è la mia ricetta del giorno.Solo sul Web!

E se abbassassero i prezzi dei CD?

Conosco la risposta: voi negozianti morireste di fame.
Mentre negli Stores virtuali e non, si trovano prezzi molto convenienti.
In questo caso l'acquirente di materiale fonografico - prendete il sottoscritto per esempio - pensa che è meglio fare un acquisto via internet che acquistare presso un negozio di dischi. Compra una quantità di CD, li paga la metà o leggermente più della metà di quando li paga in un megozio di dischi.

1° ESEMPIO.
Una doppia compilations BARLOTTI, distribuita in Italia da Audioglobe, costava 35,95 Euro. Io l'ho trovata su uno Store americano, via Internet, e l'ho pagata senza esagerare 20,00 Euro. Meno di un CD nuovo che lo si paga tra le 22,00 e 23,00 Euro.
Se lo ordinavo ad un negozio della mia città lo avrei pagato ben 42,00 Euro. Ho risparmiato ben 22,00 Euro.

2° ESEMPIO.
Restando in tema Audioglobe: ho dovuto acquistare il nuovo Buddha-Bar, volume XI.
Sul sito Audioglobe (che distribuisce l'etichetta George V Records, da cui sono pubblicati i vari Buddha-Bar) il prezzo è di 36,95 Euro. Io invece nel classico negozio di dischi l'ho pagato 42,00 Euro (scontato di un Euro, costava 43,00 Euro).
Avrei risparmiato 5,05 Euro, che sono sempre soldini.
Perché affermo che avrei risparmiato? Perché Audioglobe su un quantitativo - che ora non ricordo il prezzo da raggiungere - non fa pagare le spese di spedizione.
Acquistando un certo numero di titoli, avrei pagato il Buddha-Bar 36,05 Euro.
Questo ragionamento l'ho fatto anche al negoziante il quale non gliene è importato nulla. Ma così facendo è destinato prima o poi a chiudere. Ahivoglia a inserire materiale per la telefonia che integra il guadagno.

A me personalmente queste differenziazioni di mercato tra negozi e negozi, tra stores e stores non mi sono mai piaciute.

Ho fatto l'esempio di Audioglobe. Ma anche sul versante di altre etichette le differenziazioni sostanziali ci sono. Se il mio negoziante ha fatto orecchie da mercante (lo considero un mercante) davanti a questi esempi, è destinato prima o poi a chiudere baracca. Continuasse a puntare su artisti di punta, come gli U2, che gli sono rimaste invendute alcune copie del Box. Pensavo che le avesse vendute tutte e invece no. Alcune stanno tra gli scaffali a impolverarsi.
Per me questo è un esempio di crisi nel settore.
Ciao.

Sam