MUSICA




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"Universal: niente più cd dal 2011" - di Marinella Venegoni

Il mio collega milanese Luca Dondoni è un segugio, uno che trova notizie che gli altri non vorrebbero divulgare. L'altro giorno, si è imbattuto in Marco Masini a Scalo 76, e quello gli ha raccontato di aver firmato con la Universal un contratto che prevede un album di inediti, con la canzone di Sanremo "L'Italia", un greatest hits per i vent'anni di carriera che uscirà nel 2010, e un altro "contratto per 24 canzoni". Lui ha chiesto spiegazioni, che sono arrivate così: "Dal 2011 non distribuiremo più cd. Non useremo più il supporto fisico". "Insomma - ha proseguito Masini parlando con Dondoni - ho firmato un contratto dovendo fare il calcolo di un tanto a canzone". Scrive ancora Luca: "La gente, scaricando musica negli scaffali virtuali di un mercato digitale tipo I-Tunes, deciderà che canzoni comprare, i pezzi con i quali costruirsi il proprio album". E' allo studio a pochi centesimi un servizio fotografico, per poter stampare la propria copertina di quel disco di Masini che ti sei messo insieme tu: e potrai dargli il titolo che vorrai.
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A leggere le confessioni di Marco Masini, il futuro è già domani. Molto più vicino di quanto potevamo immaginare, quando prefiguravamo per il cd «d''artista» una dolce morte, accompagnata da un nuovo supporto perché, come mi diceva qualche tempo fa Peter Gabriel, pare impossibile che si possa fare a meno della fisicità della musica: «Sarà una statua, una fontana, ma qualcosa ci dovrà pur essere, per contenere le canzoni», ragionava l''artista inglese pensando a un tempo ancora indefinito, certo più lontano di quel che effettivamente sarà, almeno nelle intenzioni di una major come la Universal.

La prima cosa che viene in mente, per la nuova realtà, è la scomposizione della creatività che la scomparsa del cd fisico si porterà dietro: un vero salto mortale delle cellule cerebrali degli artisti veri, costretti all''improvviso a sfornare elenchi di canzoni, a diventare oggetto passivo nelle mani di consumatori che a loro piacimento tagliano e titolano. E'' come se uno scrittore si dovesse d''ora in avanti limitare soltanto a racconti brevi, eliminando la possibilità di un romanzo. Come se un film dovesse diventare necessariamente un videoclip.

La storia della musica popolare moderna è segnata da album che hanno prodotto storie e suoni: non si possono nemmeno immaginare i grandi, dai Beatles ai Led Zeppelin, dai Pink Floyd agli U2, da Guccini a De Gregori, senza quei volumetti sonori che dipanano la loro ispirazione attraverso una serie di proposte concatenate, inconfondibili per epoche, suoni, copertine.

La fretta con la quale la discografia vuole ora liquidare questa storia, pare un po'' sospetta. Privilegiare la tecnologia rispetto alle decisioni artistiche, è come buttare via il bambino con l''acqua sporca. Senza contare che rimarrà privo di musica chi è rimasto indietro con la tecnologia: un mondo davvero poco auspicabile, che creerà fenomeni carsici e libererà altre idee (speriamo).



www.lastampa.it

Risposta scritta anche nel "salotto" di Marinella Venegoni.

"Con questo articolo, cara Marinella, finisce la musica come forma d'arte. Affermo questo pensiero perché il supporto fisico fa comunque parte integrante di tutto ciò che coniuga grafica, musica.
A chi di voi piace l'album di fotografie da sfogiare? Vi piacerebbe un album musicale con delle fotografie visibili e la musica da poter ascoltare - badate bene, ho scritto "ascoltare" - su un I-Pod o PC? A me no, resto legato ai vinili (il vero supporto fisico che ha rivoluzionato la musica) e ai compact discs. Aggiungo anche che sto riportando alla luce artisti del periodo 78rpm dimenticati e caduti nell'oblio. Più controcorrente di così. E vi assicuro che ci sono certe scoperte culturali che la Universal se le può solo immaginare. La musica è soprattutto CULTURA. Abbinare il suono e le immagini da "svogliare" è qualcosa di insostituibile. Profeticamente - son diventato anche profeta :-) - dirò che la Universal è una Torre di Babele, che prima o poi crollerà. Si tenesse la sua musica digitale e ci guadagnasse con quella. Basta che lascia a noi - appassionati di muisca, di cultura e di grafica - la libertà di rivalutare i vinili e i CD e alla riscoperta di artisti dimenticati. Un saluto a tutti".

Sam