MUSICA




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MUSICA
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Recensione - Sandro Corsi Duo feat. Manuela Lioy in concerto a Foggia, 8 marzo 2009.

SANDRO CORSI Duo feturing Manuela Lioy.
Dal vivo al pub L'Ultimo Sogno.
Domenica, 8 marzo 2009 - Foggia, Italy.

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Foto: Sandro Corsi (chitarra), Umberto Calentini (contrabbasso).

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Foto: Manuela Lioy (violino), Sandro Corsi (chitarra), Umberto Calentini (contrabbasso).

Una bella, interessante e coinvolgente serata, è stata quella di ieri, domenica 8 marzo 2009 al pub L'Ultimo Sogno da Elio a Foggia.
Merito della esibizione del Sandro Corsi Duo con la partecipazione straordinaria della brava violinista Manuela Lioy.
Sandro Corsi Duo era formato da Sandro Corsi alla chitarra acustica e voce, e Umberto Calentini al contrabasso.

La musica proposta è stata prevalentemente blues denominato "desert blues", in quando aveva un sound scarno, essenziale che con la mente rimandava a quegli spazi enormi e assolati dell'America. Alcuni richiami mi rimandavano col pensiero al film "Paris-Texas": splendida la colonna sonora di Ry Cooder.
Di tanto in tanto il sound sviava verso territori jazzati e ragtime con venature di western music. Ma predominava soprattutto il Blues di stampo acustico: country-blues, folk-blues.
Le canzoni proposte hanno saputo dosare emozioni gradatamente all'ascoltatore più attento. Ma anche quello meno attento riusciva comunque ad essere coinvolto: merito del ritmo danzereccio che riuscivano a darei i blues più veloci.
Con l'immaginazione si potevano percorrere highways lineari, scorrevoli, polverose. Un viaggio fatto con l'anima, con la mente e col cuore racchiuso dalla magia delle vibrazioni che la musica di Sandro Corsi ha saputo scandire nota dopo nota. Talvolta smarrirsi era facile, proprio come i percorsi della vita caratterizzati da fragili silenzi e solitari momenti di ognuno di noi.
Le canzoni di Corsi descrivono proprio queste emozioni tra momenti sognanti e sogni interrotti, pensieri e ricordi rarefatti, eterei delusioni e speranze spesso e volentieri spezzate.
La vocalità di Sandro Corsi, che rimanda ai grandi padri del blues, tra cui ricordo Son Backy, Charlie Buse o Joe McCoy (bluesmen poco noti ma che hanno fatto grande la musica blues) ha descritto in maniera egregia questi percorsi della nostra anima.
Di tanto in tanto si ritrovavano suggestive atmosfere di un antico western o old time music grazie all'apporto felice di Manuela Lioy che col suo violino dava quel sound che rimanda ai grandi film "western" di John Ford.
Oppure chiari riferimenti al ragtime, se ricordo bene (non ho la scaletta delle canzoni suonate) è stata eseguita "Rag Time Party", una corsa contro il tempo scandita dalla chitarra acustica e le corde del contrabbasso pizzicate da Umberto Calentina che rimandava agli anni '30 musicalmente.
Struggente e appassionata è stata la bella versione di "Bésame Mucho" scritta nel 1940 dalla autrice messicana Consuelo Velázquez: ispirata ad un'aria di un'Opera di Enrique Granados. Il primo artista ad inciderla fu Emilio Tuero. Una versione blues cadenzata dal violino che dava un tocco americano e folk e la chitarra acustica che arpeggiava dando un sound latino. I due strumenti erano accompagnati dal contrabbasso che dava un ritmo latino.
Tra le altre canzoni ricordo l'interessante ""(Get Your Kicks On) Route 66", più comunemente chiamata "Route 66" composta nel 1946 da compositre Bobby Troup. Ricordo una versione, forse la più celeberrima, di Nat "King" Cole. Sandro Corsi l'ha resa più blues con un andamento veloce, "sporcandola" di polvere, tipica delle classiche autostrade americane che attraversano il deserto.
"All Of Me", uno standard americano, scritto da Gerald Marks e Seymour Simons nel 1931, inciso per la prima volta da Belle Baker, si conoscono altre interpretazioni più famose quali quella di Billie Holiday e Frank Sinatra. In questo episodio l'arrangiamento è stato stravolto, rendendo la canzone irriconoscibile, ma è bastato il primo verso "All of me" e poi "why not take all of me?" per riconoscerla. Un sound blues, veloce con assolo di chitarra nella parte centrale.
Tra i brani di Sandro Corsi cito la bellissima "Rolling My Life", che da il titolo anche al suo album autoprodotto. Una canzone d'autore con venature folk e blues. L'organico, chitarra acustica, violino e contrabbasso ha dato l'impronta di antico, come pagine ingiallite di un libro impolverato. Notevola e ricca di fascino.
Talvolta la chitarra di Sandro Corsi assumeva il tono di banjo, e si sfociava nel più autento "bluegrass", con ritmi veloci ed ossessivi. Se ci fosse stata anche un vero banjo, avremmo potuto assistere ad un duello incrociato tra i due strumenti.
Sandro Corsi Duo con Manuela Lioy hanno eseguito altre covers tra cui un brano dei Dire Straits in chiave blues.
Lo show è stato diviso in due parti, e ci sono stati due intermezzi suonati per violino e contrabbasso che hanno dato quel sapore folk-jazz.
Mentre notavo una maggiore padronanza degli strumenti da parte di Sandro Corsi e Umberto Calentini, mi sono accorto della timidezza di Manuela Lioy che col suo violino, suonava delicatamente le note o gli accompagnamenti talvolta non erano energici e profondi, di conseguenza passava in secondo piano. Ma sono piccolezze che possono essere omesse grazie anche alla sua bravura.
In conclusione tra brani sofferti, vedasi i vari "slow blues", ritmi ossessivi e a tratti più solari, il Sandro Corsi Duo ha saputo dare emozioni lasciando il pubblico con la voglia di riascoltarli. Si spera che ritornino a suonare dalle nostre parti. Sicuramente non ne resterete delusi.

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A cura di Samuele Romano