MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Opera canzone, quel terreno è minato - di Marco Mangiarotti

Opera canzone, quel terreno è minato - di Marco Mangiarotti

Adagio con il melodramma. Che non tiri troppa aria fra le romanze, gli spartiti e i fogli. L’ultima Mina divide e spariglia, “Sulla tua bocca lo dirò” arriva come una provocazione intrigante, una sfida vocale impossibile.

di Marco Mangiarotti


Adagio con il melodramma. Che non tiri troppa aria fra le romanze, gli spartiti e i fogli. L’ultima Mina divide e spariglia, “Sulla tua bocca lo dirò” arriva come una provocazione intrigante, una sfida vocale impossibile. Non per la bravura, ma per la maleducazione del canto, il rifiuto a qualsiasi sopranistico sforzo.



Letti con interesse due amici che stimo, Lorenzo Arruga e Cesare Romana. Il critico classico applaude sommessamente, il critico colto di musica extracolta dissente. Sottolinea una piacevole noia. Fraintende però gli arrangiamenti di Gianni Ferrio, in chiave Third Stream, la terza corrente che con Gunther Schuller traghettava il classico nel jazz. E viceversa, come un vecchio tram di Frisco.



Ma quella corrente guardava al Novecento contemporaneo, non all’Ottocento di tradizione. E qui anche l’omerico Ferrio, a volte si addormenta. Mina canta bene, non benissimo, come fossero canzoni di un altro mondo. Punta il dito alla luna, si emoziona ma canta poco più in là del mito. E del dito.

Musicologica è la discussione, se ne ho la patente (forse sì, forse no). Poi qualcosa, la melodia assoluta, ti cade dal cielo dritta sul cuore. Curioso ascoltare la donna in “Nessun dorma”, come in “E lucean le stelle”. “Sono andati!” sembra repertorio napoletano e moderno.



L’impressione è di un “buona la prima” come si fa con la pasta asciutta di mezzanotte. Fame grande, cottura buona ma eventuale. Meglio Astor Piazzolla (“Oblivion”), inferiore alle mie alte attese Gershwin (“Bess, You Is My Woman Now” — I Loves You, Porgy”). Non Ella, non Sarah, neppure Lena (Horne). Billie? Lasciamo perdere. Prevale il birignao minoso.



Il problema è che davanti a un album così viene da spaccar in quattro il capello. Lo compreresti? Si, sempre e comunque. L’ascolto emotivo è più ignorante e vero. Felice e confuso quanto basta.



Marco Mangiarotti



http://ilgiorno.ilsole24ore.com

Re: Opera canzone, quel terreno è minato - di Marco Mangiarotti

PAOLO bella analisi di MANGIAROTTI
VINCENT