MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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UK, gli U2 vendono in un solo giorno 65.000 copie di "No Line On The Horizon"

“No line on the horizon”, il nuovo degli album degli U2, ha in tasca il primo posto nella classifica britannica perché il solo primo giorno ha venduto 65.000 copie. La nuova chart del Regno Unito sarà resa nota nella serata di domenica 8 marzo. E al secondo giorno di disponibilità il disco di Bono e soci ha poi venduto, riferisce la Official Charts Company, quattro volte più di quello del suo “rivale” più prossimo; quindi, con le proiezioni, il numero uno è assicurato. Se così effettivamente sarà, “No line on the horizon” diventerà il decimo album degli U2 ad ottenere il primo posto; la band irlandese si metterà al pari con Madonna e Rolling Stones. A quota undici c’è Elvis Presley. Solitari, in cima a quota quindici, rimangono i Beatles. Per una volta la regola che l’album funziona bene solo se anche il primo estratto funziona bene viene disattesa: nel Regno Unito “Get on your boots” è andato male, ottenendo un magro numero 12 e nell’attuale chart si trova in ventesima posizione. (Fonte: Rockol).

Da: Angolo del Gab (Facebook)

GLOBAL CHART: nessun disco italiano nella chart del Pianeta (c.v.d.)

Questa settimana sono i Prodigy che conquistano subito la vetta col loro ultimo "Invaders Must Die" con 158.000 copie vendute nel globo, cifra comunque assai bassa. Resistono ancora i magnifici Kings Of Leon con l'inesauribile "Only By The Night" -altre 108.000 copie che si aggiungono agli oltre 2 milioni già venduti in precedenza-. Nuovo ingresso anche per "No Line On The Horizon" degli U2, uscito solo lo scorso lunedì e probabile n. 1 la prossima settimana.

Questa la Global Top 10 di questa settimana:

1. Invaders Must Die - The Prodigy (new entry)
2. Only By The Night - Kings Of Leon (2)
3. No Line On The Horizon - U2 (new entry)
4. Wrath - Lamb Of God (new entry)
5. The Fame - Lady Gaga (8)
6. Working On A Dream - Bruce Springsteen (5)
7. Fearless - Taylor Swift (12)
8. It's Not Me, It's You - Lily Allen (4)
9. I Am... Sasha Fierce - Beyoncé (7)
10. Answer - Angela Aky (new entry)

Come volevasi dimostrare (c.v.d.), nei primi 40 posti -l'ultimo ha venduto la miserella cifra di solo 29.000 copie- non è presente nessun disco italiano nonostante la settimana sanremese, a riprova della marginalità quasi assoluta che ha il nostro mercato nell'ottica globale salvo l'eccezioni di Vasco, Pausini, Ferro e Ramazzotti.
Gab.

Re: GLOBAL CHART: nessun disco italiano nella chart del Pianeta (c.v.d.)

"Infine, sei certo che il disco di Marco Carta -che a me non piace assolutamente- abbia venduto solo 15/20.000 copie? A me invece risulta che siano già partiti i riordini dai negozi, che sta a significare che le famose 70.000 copie per il disco di platino -e qui avevi ragione, avevo sbagliato la cifra con 80.000- siano già state 'bruciate' dai clienti finali, cioè dagli acquirenti"

Parole e musica tue (scritte pochi giorni fa).

A chi sarebbe rivolto quel "c.v.d."?
A te stesso, dato che eri te il primo che millantava migliaia di copie vendute dal vincitore del Festival?

Quel c.v.d. sta a significare...

...che le cose stanno esattamente come ti ho detto io: che la FIMI è inaffidabile proprio perché spesso e volentieri le spara grosse e NON può fornire a Media Traffic il numero di copie in quanto NON sono veri i dati che diffonde nel nostro Paese per coloro che abboccano, classifiche comprese.
Le major in Italia quella società la 'gestiscono' come pare a loro e nel momento di certificare ciò che asseriscono qui da noi spesso NON possono farlo, se non davanti a reali casi di boom di vendite come per Vasco, Pausini, Ramazzotti e Ferro che vendono davvero e che in quella classifica ci sono entrati con tanto di numero di copie vendute certificate perché reali.
Ecco perché è più credibile Musica&Dischi che posiziona Carta prima di Mina e non viceversa. Ma in entrambi i casi nessuno dei due ha venduto di certo le copie che le case discografiche strombazzano e che per Carta il riordino è avvenuto dopo che hanno venduto -forse- le prime 10.000 copie nei primi tre/quattro giorni.
E pensare che qualcuno ha scritto che il disco di Mina aveva giù raggiunto le 100.000 copie!
Gab.

Re: Quel c.v.d. sta a significare...

In un altro periodo della mia vita non avrei nemmeno risposto ad una persona così sprezzante come te, così sfacciata nel non ammettere di avere torto marcio.
Ma oggi sono stufo di lasciar passare questi atteggiamenti arroganti e fintamente saccenti.
Per cui, facciamo un piccolo riepiloghino:

1) Hai scritto che il disco di platino lo si consegna a 80.000 copie. Errato. Lo si consegna a 70.000 copie

2) Non sapevi nemmeno che le copie conteggiate per la consegna dei dischi di platino sono quelle distribuite e non quelle effettivamente vendute.

3) Hai riportato dati dalla Global chart errati (vedasi Vasco Rossi).

4) Hai sostenuto che la Global chart riporta dati di vendita certi e reali, quando di reale non c'è nulla.
Vedasi nota metodologica. Sono stime e come tutte le stime possono ampiamente essere errate.

5) Continui a far finta di non capire che i dati della Global chart (per l’Italia) sono stimati a partire dalla classifica Fimi e non di Musica e dischi.

6) Hai asserito che la Fimi è meno sicura della classifica di Musicaedischi. L’una si basa sui rilevamenti con i codici a barre, l’altra sulle interviste ai negozianti. Qual è più affidabile fra le due?

7) Hai parlato di corruzione nei confronti della Fimi e non si capisce perché questo non dovrebbe valere anche per Musica e dischi. Solo perché lo dici tu?

8) Hai scritto “Infine, sei certo che il disco di Marco Carta -che a me non piace assolutamente- abbia venduto solo 15/20.000 copie? A me invece risulta che siano già partiti i riordini dai negozi, che sta a significare che le famose 70.000 copie per il disco di platino -e qui avevi ragione, avevo sbagliato la cifra con 80.000- siano già state 'bruciate' dai clienti finali, cioè dagli acquirenti”.

Poi dopo aver visto che la Global Chart non l’ha inserito, rimangiandoti quanto affermato hai detto:

“..Ma in entrambi i casi nessuno dei due ha venduto di certo le copie che le case discografiche strombazzano e che per Carta il riordino è avvenuto dopo che hanno venduto -forse- le prime 10.000 copie nei primi tre/quattro giorni..”

Ma come non ne avevano bruciate 70.000?

Potrei continuare all’infinito, ma mi sono già stancato.

E adesso vediamo chi è che non ha argomenti.

P.S. Più ci penso e più trovo perfettamente calzante il paragone con Berlusconi. Stessa boria, stessa capacità di millantare qualità che non si hanno, stesso inutile teatrino per deviare le discussioni rigirando la frittata. E adesso scrivi pure che sono qui solo perché hai stroncato il disco di Mina. Ti è rimasto da scrivere solo questo…

Non entro nel merito della discussione, perché non conosco i metodi di rilevazione

per dire qualcosa di mio.

Mi limito a postare degli stralci dal sito di Hit Parade Italia, che mi sembrano molto illuminanti circa i mezzi con cui le classifiche di vendita possono essere facilmente manipolate.

"La credibilità delle classifiche di vendita musicali in Italia non è mai stata molto alta. Neanche ai tempi della mitica Hit Parade della RAI, quando i dischi si vendevano a milioni. Con l’avvento dell’era digitale la situazione è diventata tragicomica. Se date uno sguardo alle classifiche dei singoli, vedrete che sono infestate dai cosìdetti (da noi) “fenomeni da download”: perfetti carneadi, con brani del tutto sconosciuti che stazionano stabilmente ai vertici delle chart.

Cinema2, Ivano Fizio, Barbara, Maurizio Cinesi e simili. Vi dicono niente? Eppure sono stati tutti nella Top Ten della classifica singoli di iTunes e, conseguentemente, nelle classifiche singoli della Fimi/Nielsen e di Musica & Dischi, che includono ovviamente quella di iTunes. Certo, l’era della rete consente ben altri mezzi promozionali, ad esempio, MySpace. Già, solo che il numero di visualizzazioni delle pagine dei suddetti interpreti sono miserevolmente basse. Ok, ma c’è YouTube. Idem, come sopra.

Qualche numero: il “grande” successo “Cry” dei Novecento (resuscitati come fenomeno da download dopo che avevano avuto un buon successo qualche decennio fa) ha superato a mala pena le 37.000 visualizzazioni su YouTube, la Barbara de “Il respiro di te” non arriva a 5.000, mentre un vero successo come “A te” di Jovanotti supera i 5.000.000 visualizzazioni, e un successino come “Dicono di te” di Cesare Cremonini ha circa 150.000 visualizzazioni.

Insomma, l’impressione è che, ancora una volta, le classifiche vengano utilizzate più come un mezzo di promozione che come un mezzo di rilevazione dei gusti del pubblico. Cosa che è sempre esistita, solo che le condizioni attuali del mercato consentono fenomeni abnormi.

Facciamo due calcoli: considerando i bassissimi livelli di vendita, per risultare primi nella chart singoli è sufficiente vendere qualcosa come un migliaio di copie al giorno. Una traccia acquistata su iTunes costa 99 centesimi. Ora, almeno la metà di questi ritornano ai produttori sotto forma di diritti di autore. Se mi auto-compro una decina di migliaia di pezzi in un paio di settimane, ho la certezza matematica di finire nella Top 10 dei singoli. Morale della favola con un investimento di poche migliaia di euro, si ha la garanzia di assicurarsi i passaggi airplay nello spazio delle classifiche di MTV, AllMusic TV, RadioRai, oltre a tutta la visibilità mediatica che ne consegue.

Certo, i fenomeni di auto-acquisto sono sempre esistiti e, le rilevazioni più serie, cercavano di osteggiarle con tecniche varie (es: facendo ruotare i negozi oggetto della rilevazione ed escludendo quelli dove si avevano dei picchi di vendita “anomali”). Comunque, i costi fisici dei dischi erano più elevati e la logistica dell’auto-acquisto era più complicata. Con i download la cosa è quasi banale: è sufficiente un computer ed una carta di credito. E la mancanza di intermediari (l’unico è il negozio online che di solito trattiene dai 20 ai 30 centesimi) fa sì che buona parte dell’investimento effettuato ritorni nelle tasche di autori e produttori.

Detto questo, ciò che risulta strano non è che vi siano fenomeni quali Maurizio Cinesi, Barbara, Novecento o Cinema2 in classifica, ma che la classifica non sia interamente costituita dai Maurizio Cinesi, Barbara, Novecento, Cinema2, e simili fenomeni da download.

In altri termini, il giochino ci sembra così evidente che ci sembra strano che non venga praticato da tutti indistintamente. Se così fosse tali storture si annullerebbero vicendevolmente e la classifica forse finirebbe per assomigliare maggiormente a quello che dovrebbe essere: una rilevazione dei gusti del pubblico.



Facciamo due calcoli: considerando i bassissimi livelli di vendita, per risultare primi nella chart singoli è sufficiente vendere qualcosa come un migliaio di copie al giorno. Una traccia acquistata su iTunes costa 99 centesimi. Ora, almeno la metà di questi ritornano ai produttori sotto forma di diritti di autore. Se mi auto-compro una decina di migliaia di pezzi in un paio di settimane, ho la certezza matematica di finire nella Top 10 dei singoli. Morale della favola con un investimento di poche migliaia di euro, si ha la garanzia di assicurarsi i passaggi airplay nello spazio delle classifiche di MTV, AllMusic TV, RadioRai, oltre a tutta la visibilità mediatica che ne consegue".

(da Hitparadeitalia)

Re: Non entro nel merito della discussione, perché non conosco i metodi di rilevazione

Paolo, non ho mai messo in dubbio che le classifiche in Italia siano deficitarie sotto molto aspetti.

La discussione è partita da altro e ha assunto toni inverosimili quando, smentendo quanto detto qualche giorno fa, Gabriele ha scritto che nessuno dei due dischi (quello di Mina e Carta) è entrato nella classifica di Global charts come lui aveva previsto.

In realtà sono stato io il primo a dire che nessuno dei due dischi sarebbe entrato in classifica.

Ti credo, quelli della Global Chart stimano le vendite guardando la lista della Fimi e non avrebbero potuto inserire le 70.000 copie spacciate dalla Warner per Marco Carta con il terzo posto attribuitogli da quella classifica (che poi possono anche essere veri questi dati, perchè si riferiscono alle copie distribuite, ma non a quelle effettivamente vendute agli acquirenti. Sono due cose completamente diverse).

I signori della Global chart fanno così;
guardano la classifica Fimi , stimano una media di 20.000 copie per la prima posizione in Italia, e via via a scendere per le altre.
A meno che non ci siano nuove entrate direttamente al primo posto; qui i numeri si fanno più incerti soprattutto se si tratta di nomi che, ipoteticamente, potrebbero vendere molto.
In questo caso attribuiscono un numero ipotetico di copie vendute (assolutamente arbitrario e smentibile, dato che non c'è nulla di certificato).
Dato che Carta è terzo in classifica, con primo Venditti alla seconda settimana di permanenza in classifica, non lo hanno calcolato nemmeno di striscio (magari sbagliando, perchè la settimana di Sanremo il volume di vendite aumenta sensibilmente rispetto alle altre del periodo).
Nonostante abbia fatto presente ciò nei messaggi da me scritti, Gabriele ha tenuto botta affermando:

"Dai per scontato che il disco di Mina non potrà entrare nella Global Chart in quanto per entrare in quella classifica almeno all'ultimo 40° posto, occorre vendere almeno circa 30.000/40.000 copie.
Ma come? Se il disco di Marco Carta ha bruciato 80.000 copie in pochi giorni come ha dichiarato la Warner -conferendogli il doppio platino-, 'Sulla tua bocca lo dirò', che gli è davanti secondo l'affidabilissima Fimi deve per forza aver venduto di più di quella cifra! E allora sarà sicuramente nella Global Chart: attualmente con oltre 80.000 copie si può aspirare ad essere al 6° o 7° posto."

Credendo che le 70.000 copie fossero quelle vendute, Gabriele affermava che sarebbe entrato di certo in classifica.

"Lo ripeto: se quel 2° posto davanti a Marco Carta è autentico, vedremo il disco di Mina entrare anche nella Global Chart con oltre 80.000 copie, che fa ipotizzare -considerate le fiacche vendite attuali nel mondo, come dicevo prima- un 6° o 7° posto, sempre davanti a Marco Carta anche lì."

Tanto che poi parlava anche di riordini del disco di Carta.

"Infine, sei certo che il disco di Marco Carta -che a me non piace assolutamente- abbia venduto solo 15/20.000 copie? A me invece risulta che siano già partiti i riordini dai negozi, che sta a significare che le famose 70.000 copie per il disco di platino -e qui avevi ragione, avevo sbagliato la cifra con 80.000- siano già state 'bruciate' dai clienti finali, cioè dagli acquirenti"

E ora, dopo aver visto la Global chart (che ripeto, non avrebbe mai e poi mai potuto inserire Carta in classifica perchè si basa sulla Fimi) con un triplo salto mortale carpiato, ha sostenuto che lui l'aveva sempre detto che non sarebbe stato in classifica e che le copie vendute erano poco più di 10.000:

"Ma in entrambi i casi nessuno dei due ha venduto di certo le copie che le case discografiche strombazzano e che per Carta il riordino è avvenuto dopo che hanno venduto -forse- le prime 10.000 copie nei primi tre/quattro giorni."

Come vedi, non è questione di classifiche.
E' questione di logica e di considerazioni errate.