MUSICA




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Laura Pausini, microfono Tiffany e debutto scanzonato a Torino - di M. Venegoni

Laura Pausini, microfono Tiffany e debutto scanzonato a Torino - di M. Venegoni

Laura Pausini ovvero la ragazza della porta accanto. Una che dà fiducia, e rallegra il popolo quando dal palco confida la felicità quieta di veder realizzato il sogno del successo pieno. Sedici anni dopo la spartana malinconia della «Solitudine» di Sanremo, si ritrova a esibirsi «sotto un impianto di 32 tonnellate», come diceva lei fiera, ieri notte, ai diecimila fans stipati nel Palaisozaki per il debutto del suo tour mondiale. E guardava in alto, verso le tortuose rotaie che reggono un complicato ambaradan di quattro schermi semoventi; guardava verso il soffitto costellato di curiose, solitarie, enormi gocce di lampadario, che cambiano colore e ospitano immagini: già, è difficile dare un tocco femminile a un rude palco in tournée. La storia dei concerti, diciamolo, non è troppo abituata al tocco femminile; per lei, il team di Roberto De Luca ha disegnato tre piani di palco, sinuosi, che ospitano i musicisti scendendo al proscenio con scalini luminosi: sotto a queste terrazze, sono nascosti due camerini, che le servono per rapidi cambi d'abito. Laura poi, di suo, ci ha messo gli accessori tecnici «color Tiffany», come piace a lei: l'asta e il microfono sono di turchese un po' spento, coordinati a volte con le molte mises di Laura disegnate da Armani.
Un tocco di femminilità per un'impresa importante. Per ora, 41 concerti fra Italia ed Europa, praticamente tutti esauriti e con molte repliche già programmate, prima del salto al di là dell'Oceano. E' un'impresa anche economica, il tour di «Primavera in anticipo», l'album che ha venduto un milione di copie nel mondo da metà novembre ad oggi. Un'altra sfida, è quella del Made in Italy totale, cento per cento; Laura che va fiera della propria nazionalità ha espressamente voluto giovani musicisti tutti italiani («Hanno dieci anni meno di me, ma già basta a farli tutti diversi. Mi piace vedere che vogliono imparare in fretta, non fanno la gara fra loro come succede spesso»).

La paura, per la Pausini, è sempre in agguato, anche dopo 16 anni di tagliandi continui. L'ha voluta visualizzare: ha preparato per l'apertura, un filmato nel quale si fascia le mani, come un pugile prima dell'incontro fatale. «Ma la lotta è la mia con me stessa», spiega dietro le quinte prima del debutto, e aggiunge di aver scelto di partire da Torino perché proprio da qui, nel 2005, debuttò il primo tour che le fece capire che il mercato internazionale era ormai conquistato.

Il concerto, va detto, è movimentato, non ha certi lunghi momenti di sospensione dentro canzoni troppo melodiche che finivano in passato per incartarsi. Intanto gli arrangiamenti, a cura di Paolo Carta, chitarrista nonché fidanzato di Laura, sono più mossi e tentati spesso dal ritmo, con la complicità della band che marcia già alquanto rodata. E poi la scaletta è spezzata da medley continui, il primo addirittura di ispirazione rock, con «Spaccacuore», «Benedetta Passione» scritta per lei da Vasco, «La prospettiva di me» e «Parlami». Ogni tanto, Laura smette di cantare e si confida con il pubblico; a metà concerto c'è una parentesi di impegno, su «Sorella Terra»: Laura in un sontuoso abito con il corpino tempestato di Svarovsky, parla della devastazione del Pianeta, mentre alle sue spalle corrono immagini eloquenti che lei stessa ha pescato su Internet. Dopo il brano «Gente», sbuca accompagnato da un applauso il ricordo degli operai della Thyssen («In questa serata di gioia non possiamo dimenticarci delle persone che sono morte semplicemente mentre facevano il loro lavoro»). Poi l'ultimo medley acustico, dove i tre coristi e i musicisti danno vita a meticolose vocalità per «Incancellabile»; e lei: «Vuoi andar in America, a cercar 'sta gente qui?». Gran finale, ovviamente, con «Solitudine», concetto che è un lontano ricordo in una serata calda, affettuosa, di puro tifo.

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Prossime date: stasera Torino, domani Mantova. 9 Perugia, 11/12 Firenze, 14-16 Roma, 19 Eboli, 21 Reggio Calabria, 24/25 Acireale, 27/28 Caserta, 31 Ancona. 1 aprile Pesaro, 3 Bologna, 5 Brescia, 7 Bolzano, 14 Milano, 16/17 Treviso, 19 Livorno, 20 Genova, 22-28 Milano, 30 Barcellona.



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