MUSICA




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LUNEDÌ MINA E LA CORAZZATA POTEMKIN - di Edmondo Berselli

LUNEDÌ MINA E LA CORAZZATA POTEMKIN - di Edmondo Berselli

Repubblica — 02 marzo 2009 pagina 27

Noi timidi avevamo confidato solo agli intimi che il Nessun dorma di Mina all' ultimo Sanremo non ci sembrava così entusiasmante come invece si spergiurava. In verità non erano mai mancati i dubbi sulla capacità di Mina di scegliersi il repertorio; eppure, di fronte al monumento, la comunità si inchinava, attaccandosi alla magia della voce e bla-bla. Ma poi su questo giornale appare la recensione di un' anima cattiva, il musicologo Guido Barbieri, che non deve avere molti complessi, e così parla di Sulla tua bocca ti dirò, ultimo album del mostro sacro: «Il disco contiene due piccoli, indifendibili orrori»: si tratta dell' Adagio di Albinoni, un mezzo falso di suo, a cui sono state perfino appiccicate parole «in puro sanremese» con un' orchestrazione «in stile Teatro Sistina»; e del Preludio al terzo atto della Manon Lescaut di Puccini, ridotto a una «banalità». L' esecuzione vocale di quest' ultimo brano è «periclitante». I brani pucciniani «sanno di parodia», «come se Tosca e Turandot le avesse scritte, insomma, Giovanni Allevi» (olà, due piccioni con una fava). È la prima volta che si applica a Mina il paradigma della Potemkin, cioè la boiata pazzesca, o lo schema "il re è nudo". Ma se, con tutto il rispetto per i mostri sacri, il perfido Barbieri avesse semplicemente ragione?