MUSICA




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MUSICA
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Crisi discografica. Esiste veramente la crisi?

Ieri si parlava anche con dei negozianti di musica sulla crisi di settore. Evito i paroloni o le definizioni troppo particolareggiate.

Esiste veramente la crisi discografica?

Secondo alcuni la risposta è "no", perché basta vedere l'esempio degli U2, dove acquirenti "bulimici" si sono presi addirittura tutte le versioni pubblicate. Qualcuno addirittura all'esagerazione si è preso più di una copia uguale.
Per spendere tanto vuol dire che la gente acquista.

Secondo altri invece "si", perché gli U2, Vasco Rossi, Mina, sono solo alcuni nomi dove non fanno sentire la crisi nel settore discografico. Quindi si punta sempre su di loro con le strategia di marketing. Ma per il resto di artisti e bands che vendono meno non vendono molto.

Le case discografiche puntano solo sui fans, sui collezionisti e sugli acquirenti "bulimici".

Se l'album degli U2 sarebbe stato realizzato in un solo formato, avrebbero comunque venduto? Un formato con un prezzo che era accessibile a TUTTI?
Invece ci sono differenziazioni notevoli. Un negoziante mi diceva sotto forma di ironia che le edizioni degli U2 sono state realizzate quanto segue:
- L'edizione per ilricco
- L'edizione per il borghese.
- L'edizione per il quasi-povero.
Invece il povero non acquista proprio niente.

Non è meglio a questo punto puntare su una unica edizione che possa comunque essere acquistata da tutti? Potrebbe essere una risoluzione alla crisi. Ma fin quando le case discografiche puntano a gonfiarsi di soldi, ci saranno sempre più differenziazioni e si evidenzierà la situazione di chi può acquista e chi no.
Dopo gli U2 tocca a Vasco Rossi: il nuovo DVD uscirà in tre versioni, e verrà venduto anche in edicola come allegato a Panorama e TV Sorrisi e Canzoni.
Più marketing di così, si muore.
Ma se Vasco Rossi era un signor nessuno bastava un solo formato?

La SIAE, ente ignorante in materia musicale, considera la musica BENE DI CONSUMO. In questo caso ha ragione.

Sam