MUSICA




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Sei anni fa ci lasciava Albertone - di Carlo Verdone

Sei anni fa ci lasciava Albertone - di Carlo Verdone

ROMA (25 febbraio) - Sembrano passati tanti anni da quando Alberto Sordi ci ha lasciati. In realtà ne sono trascorsi soltanto sei. Sei anni in cui abbiamo assistito a uno dei più traumatizzanti cambiamenti della società italiana che ha perso molti riferimenti etici, ha smarrito gran parte della sua memoria storica e spesso tende a confondere l’“intrattenimento” con la “cultura”. È una società che giorno dopo giorno vede morire il senso del ridicolo a favore di una visione distaccata delle cose, dove non c’è più spazio per l’indignazione, spesso nemmeno per l’ironia.

Probabilmente, se fosse ancora in vita, oggi Sordi osserverebbe con malinconia, forse con amarezza e sicuramente con tanta nostalgia quelli che furono i grandi anni del cinema italiano. Anni in cui si riusciva, con entusiasmo graffiante e una sferzante critica di costume, a raccontare una società che era sì piena di difetti, ma anche provvista di dignità. Nessuno più del grande Alberto ci ha fatti vergognare delle nostre ataviche fragilità. Nessuno, meglio di lui, è riuscito a sottolineare i timori, le ansie e la generosità che appartengono al Dna italico.

Personalmente, considero il Sordi in bianco e nero l’attore più rivoluzionario che il cinema comico italiano abbia mai avuto. Dal primo film “Mamma mia che impressione” a “Un americano a Roma”, dallo “Sceicco bianco” a “I vitelloni” e “Una vita difficile”, con la sua anarchica e prepotente interpretazione Alberto rompeva gli schemi della recitazione tradizionale dell’epoca, fatta di voci impostate e birignao di maniera. È stato un autentico avanguardista, il mattatore di quegli anni, una maschera unica, degna della più alta commedia dell’arte, amata e compresa da tutti gli italiani. E non solo.

La tv oggi ha molti difetti, ma anche qualche pregio come la possibilità di poterci regalare l’illusione che Alberto sia ancora vivo, sempre tra di noi. E grazie anche al grande impegno di recupero della nostra memoria storica messo in atto dall’home video, Sordi continua ad apparire nelle nostre case. Per ricordarci, senza smettere di rappresentare i nostri difetti, quanto il Paese di ieri fosse più dignitoso di quello di oggi.

Il regalo più grande che il destino mi ha fatto è stata la possibilità di conoscere Sordi, di diventargli amico, di lavorare al suo fianco. Non me lo sarei mai aspettato. Per questo continuo a portarlo sempre nel mio cuore.

www.ilmessaggero.it

Re: Mina e Alberto Sordi - Breve Amore

Mina e Alberto Sordi - Breve Amore