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Sanremo, tutti parlano di Mina: lei continua a non farsi vedere di Simona orlando

20 febbraio 2009
Il Messaggero
Sanremo, tutti parlano di Mina: lei continua a non farsi vedere di Simona orlando



SANREMO (20 febbraio) - Il miglior modo per esserci è mancare. Mina lo sa e non è mai stata così assente. Il Festival la voleva, l’ha corteggiata, supplicata e lei si è concessa, anche se partecipare le serviva a sua volta per promuovere il disco in cui incontra la musica lirica intitolato Sulla tua bocca lo dirò (nei negozi proprio da oggi). Lo ha presentato nella sala stampa sanremese suo figlio Massimiliano Pani che è suo portavoce ma non fa la sua vece. Di nuovo: c’è ma non c’è.

La prima sera non si è presentata sul palco, è andata in video con il Nessun dorma in meno inquadrature di quanto avessimo tirato a indovinare (ed erano già poche). All’Ariston non è andata eppure Benigni l’ha portata in pompa magna davanti a quindici milioni di italiani paragonandola a Bin Laden, Patty Pravo l’ha provocata dalle pagine dei quotidiani chiamandola “ectoplasma” e Iva Zanicchi l’ha invitata animosamente a rendersi una comune mortale; l’Osservatore Romano l’ha criticata per aver «reso insapore una delle arie più note della lirica» proprio mentre deputati di maggioranza e opposizione meditavano di proporla alla carica di senatrice a vita. Certo, sarebbe paradossale rivederla prima a Palazzo Madama che su un palco. Qualcuno è invece sicuro che un giorno apparirà in cima a una grotta.

Lei rimanda ogni invito e se la ride. Stamattina ha titolato la sua rubrica su La Stampa “Sanremone mio” e parlato di un Festival «impavidamente sbilanciato a voler piacere», «capace di dare asilo anche a chi, di routine, non sa dire nulla o non ha nulla da dire» e si è lamentata di «essersi ciucciata un oceano di elegantissime parole sull’opportunità della sua presenza». Cioè la tigre di Lugano ha sfruttato la manifestazione per lanciare il suo disco e poi ha attentato alla sua già minima credibilità. Mina si domanda «se può o non può fare pipì quando le scappa», rivendica la sua libertà di scelta e proprio non vuol centrare il punto in discussione, quello che fa agitare il pubblico: può decidere se esserci o non esserci, ma non di esserci “e” non esserci. E’ una strategia che non genera più magia, ma fastidio e sensazione di raggiro.

Non si vede ma sappiamo che ci guarda, segue attentamente le notizie conseguenti alla sua assenza. Ribadisce che le piacciono gli Afterhours (nel suo album Leggera fece la cover della loro Dentro Marylin reintitolandola Tre volte dentro), si è complimentata per il brano e si è dispiaciuta per l’eliminazione. Si sarà riconosciuta in Più sole di Nicky Nicolai e Stefano Di Battista e le sarà gradito il commento fatto stamane dalla soprano Daniela Dessì (stasera in duetto con Francesco Renga): «Amo Mina e sogno di debuttare con lei. Ha una incredibile capacità di seduzione e arriva dove deve arrivare».

Questa entità, invisibile eppur operativissima, quando meno te lo aspetti sa dare un segno alle nuove generazioni, ad esempio il gruppo marchigiano Malamonroe, tra i dieci finalisti di Sanremoweb, è arrivato qui proprio perché da lei spronato. Le hanno inviato una cover punteggiante di Regolarmente e lei ha risposto attraverso la sua rubrica su Vanity Fair: «A parte il mal di denti per il cambio d’accordi, mi siete piaciuti. Siete bravi, non demordete».

Quanto è conta-mina-to il Festival? Totalmente, non si fa che chiedere di lei, non si fa che parlare di lei, di quanto è assente. Domani sera la maratona musicale finisce e va in letargo per un anno. Lei ci sarà con un nuovo video Mi chiamano Mimì, ma quasi niente si vedrà.