Roy lo squartatore - di Mina - La Stampa - 22.02.2009
Roy lo squartatore - di Mina - La Stampa - 22.02.2009
Agghiaccianti fotografie di bambini che guardano atterriti i corpi fatti a fettine pubblicizzano la mostra di cadaveri «Bodies» aperta ieri, per la prima volta, a Varsavia. Il luogo? Un grande centro commerciale. Where else? La prima domanda sarebbe: quale genitore porta i propri figli a vedere un simile spettacolo, a parte gli Addams? Il raccapriccio è un’emozione forte che accelera la distrazione e altera la lucidità nelle scelte. Il curatore della mostra è un professore in pensione della Università del Michigan, Stati Uniti. Converrà affrettarsi. Chi mai vorrebbe perdersi una quindicina di cadaveri fatti a pezzi, a fettine, con la pelle, senza pelle, forse una dadolata non mancherà, una fricassea, suppongo.
Roy Glover, il curatore, dopo trent’anni di insegnamento, sostiene che questa mostra è stata fatta con un importante intendimento: l’educazione. Insegnava anatomia, ovviamente, e forse avrebbe dovuto smettere un po’ prima e andare a farsi qualche giretto rinfrescante nei boschi e nelle vallate che certamente nel Michigan non mancheranno. Non so. Forse il contatto così prolungato con il corpo umano e le sue putrefazioni può mandare fuori di testa.
I proprietari avevano, in vita, lasciato il proprio corpo alla scienza.
Sicuramente non avevano sospettato, durante la stesura del testamento, di poter essere acetonati, siliconati e confezionati come dei Big Jim o dei Gormiti o dei Babbi Natale appesi alle insegne di un negozio secondo le leggi dell’ammiccamento più bieco. Non riesco a non pensare che quelle fettine messe in fila come un macabro trenino appartenevano a un uomo, a un pensiero, a un’anima, un sorriso, pianti dirotti, storie magari dure, fatica, sollievo, intelligenza. Una persona. Una persona non è un corpo. Ma il corpo che la ospita merita cautela, considerazione, rispetto. Almeno come quelle camere da letto che portano l’iscrizione: «Qui ha dormito Garibaldi». Almeno.
C’è un’unica espressione che mi piacerebbe illustrasse la realtà. «Il signor Tal dei Tali è scomparso». Ecco, sì. Sparire. Così nessuno può più metterti le mani addosso e nessuno ha un simulacro da vegliare. La morte, come frutto di magia delicata e dolce, è meritevole di rispetto e stupore insieme. La definitiva assenza dal consesso sensoriale deve significare che il diritto dei viventi riguarda soltanto la memoria. Quei signori lucidi e scuoiati in mostra a Varsavia non sono altro che un ulteriore sintomo delle devianze di un’umanità che si vuole drogare di esagerazioni estetiche per non soccombere alla propria povertà di spirito.
c'è un passaggio tra le righe dell'articolo (dimostrazione che la realtà supera la fantasia!) che non so.. mi ha fatto pensare alla Ocone-Mina:
C’è un’unica espressione che mi piacerebbe illustrasse la realtà. «Il signor Tal dei Tali è scomparso». Ecco, sì. Sparire. Così nessuno può più metterti le mani addosso! ma qui il tema è decisamente drammatico.