MUSICA




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Povia fa tramontare la leggendaria mamma sanremese - di Marinella Venegoni

I rischi del Festivalone non passano solo per gli ascolti televisivi. Il dramma simbolico e definitivo, è l'uccisione del mito della Mamma Sanremese che stasera Povia compirà in diretta sul palco dell'Ariston, alle prese con l'ormai arcinota/sconosciuta canzone «Luca era Gay», il cui testo è stato disvelato alfine al popolo da «Sorrisi e Canzoni», il Billboard de noantri. Ebbene, la comunità gay avrà tutti i sacrosanti motivi per lamentarsi, ma che cosa dovrebbero dire allora le Mamme, che in un tempo lontano erano tutte belle quando un bambino stringevano al cuor? La mamma che Povia canta - evidentemente, nel contesto, causa dei gusti sessuali del figlio - è una specie di iena nevrotica: «Mia mamma mi ha voluto troppo bene, un bene diventato ossessione, piena delle sue convinzioni, ed io non respiravo per le sue attenzioni». Altro che la lieve «Portami a ballare», di barbarossiana memoria: questa mamma qui, che poi si separerà, fa al suo ragazzo non raccomandabili raccomandazioni: «Mi diceva non sposarti mai per carità, delle mie amiche era gelosa morbosa, e la mia identità era sempre più confusa».

Tramonto di un ruolo, occasione di riflessione per generazioni di genitrici? Di sicuro sono già al lavoro psicologi e psicoanalisti, visto che Povia fa dire ancora al suo Luca in cerca di risposte sulla propria inclinazione: «C'era chi mi diceva "E' naturale", io studiavo Freud non la pensava uguale». Ma il buon «Sorrisi» ha pensato a tutto, dando pure fiato a una testimonianza di Grillini, che parla da psicologo e taccia Povia di malafede sulle tesi di Freud («dice esattamente il contrario»), per confessare poi che la propria esperienza è stata l'opposto che nella canzone: «padre molto presente, mamma un po' meno». Ma intanto, la Mamma sanremese sta per essere assassinata, e tanti saluti.

Quella di Povia si rivela sempre più una storia nata per fare - come ha fatto - il botto: tanto che, ha confessato in radio l'autore dei Bambini che fanno Ohh, dalla canzone è già previsto che scaturiscano un libro e un film, sulla scia dell'operazione «Questo piccolo grande amore». Certo, il valore in sé del brano è leggermente diverso da quello storico di Baglioni: svelato durante le prove di ieri pomeriggio, con un pessimo audio e i bassi che rimbombavano, è risuonato in tutta la sua allarmante bruttezza, con l'urgenza del racconto in rap che si mangia l'eventuale armonia dell'insieme, con un vago sentore di deja vu perché ricorda un po' «Pensa» di Fabrizio Moro.

La genialata, resta nell'intenzione di provocare su un tema tanto sensibile. Ma inevitabilmente si sono già sviluppati gli anticorpi, a prescindere da com'è «Luca era gay». Senza nemmeno ascoltarla, sono nate almeno due satire: la prima di Vladimir Luxuria, che a «Chiambretti Night» ha cantato una «Luca non era etero», ovvero «La vera storia di Luca prima che si traviasse», in chiave discotecara. «Lui con i soldati ci giocherà da grande», sussurra la vocetta dell'eroina dell'«Isola dei Famosi», ormai in circolazione su «You Tube»: come del resto il «Luca era gay» che Elio e Le Storie Tese hanno raccontato e cantato a «Parla con me», chez Dandini, qualche giorno fa. In modo irresistibile, la band ha ripercorso le avventure non solo artistiche di Povia: «Ho cantato una canzone per i bimbi del Darfur/Guadagnando molti soldi con il disco e con il tour/ma gliene ho dati solo un po'/perché ho avuto problemi di liquidità». Il racconto prosegue con dati di realtà: «Poi ho scritto una canzone sul Piccione viaggiator...ma forse non si capirà/ perché scrivo con difficoltà/...Tanto io sti soldi non li ho più/Non ditelo a Youssou N'Dour». Segue una delirante sequenza di pezzi storici, sui quali è innestato il tema: «Non lo sapete che Luca era gay/e forse anche il piccione...», canta Elio sulla musica di «YMCA». Si scopre anche che un altro Luca è stato tema, in tempi non sospetti, di un ulteriore brano, «Io piaccio a Luca», cantato dai Novena e anche questo rintracciabile su You Tube: richiesto agli autori, di recente, da esponenti dell'Arcigay, forse per cantarlo qui a Sanremo.

Già, perché i gay reagiscono, come promesso. E sia stasera all'apertura del Festival, sia sabato alla chiusura, sono attese due manifestazioni. Che farà Bonolis, li accoglierà come Pippo accolse i metalmeccanici sul palco? «Dipende dalla qualità della loro proposta», risponde sibillino il bravo Presentatore. Perché la Mamma si può ammazzare, ma l'audience no.


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