MUSICA




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Tamponamento fra le stelle - di Mina - La Stampa 15.02.2009

Tamponamento fra le stelle - di Mina - La Stampa 15.02.2009





Attenzione. Popolazione. Boom! Due satelliti si sono scontrati. Le carrette del cosmo, di cui una addirittura in sospetto disuso, hanno incrociato la rotta o forse si sono tamponate. Già, chissà se lassù girano tutte nello stesso senso. Non so. Insomma, si sono rotte. Altri incidenti si erano già verificati in passato. Questo, però, rappresenta il segnale di un traffico che comincia a congestionarsi colpevolmente e, in assenza di adeguata segnalazione, rende statisticamente probabili le collisioni. Dopo ogni frase potrei cominciare a sparpagliare tanti «chissenefrega».

Ve li risparmio per fingere una robusta astronautica passione. Sul pianeta Terra, in alcuni sperduti, semisegreti o addirittura pulcinelliani osservatori, immagino tecnici annoiati e semidormienti che si imbambolano gli occhi tra playstation, scacchi, parole crociate e puntini verdi sui monitor che sorvegliano migliaia di chilometri di strato celeste oltre l’atmosfera. Ogni tanto si chiamano al telefono e con stanche parole russe e americane, con nostalgici sussulti da vecchie glorie, si informano di aver perso il conto degli oggetti circolanti. Si arrendono quasi subito all’ignoranza. Hanno perso il controllo degli oggetti visibili, di quelli volutamente invisibili, di quelli silenti, di quelli morti senza traccia.

Alcuni, i più abili ad usare un residuo barlume di doppiogiochismo, trasmettono informazioni confondenti. Rimangono gli ultimi cultori della guerra fredda che si può giocare soltanto molto in alto, là dove il suo pericoloso e ridicolo anacronismo sfugge alla sorveglianza. I controllori chiudono un occhio, se va bene. In linea di massima, poi, ne chiudono due per un più lungimirante pisolino. Gli incidenti, come questo, li fanno sobbalzare e tornano sotto i riflettori. Appaiono in tutto il loro splendore le lacune tecnologiche e politiche che sono le classiche magagne dell’uomo, quando, superbamente, sfida se stesso e tocca i fili dell’alta tensione.

Peccato che qualche pezzetto di astronave sbriciolata non possa contundere il colpevole crapone di alcuni meritevoli bersagli umani che saprei benissimo individuare. Occasione persa. La polvere di stelle, dono del cielo, punizione, se non divina almeno transatmosferica, non ci sarà. Ci assicurano che, purtroppo, i detritoni della collisione spaziale non arriveranno mai su questa terra. La temperatura, nell’avvicinamento, li farebbe liquefare. La protezione da lassù sembra valere per i colpevoli e gli innocenti. Non vorrei che si trattasse di buonismo bello e buono in un momento così adatto, invece, per punizioni esemplari.

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