MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Sanremo, polemiche sui compensi - De Filippi: nessun cachet, vado gratis

Immancabili le polemiche sulle canzoni, ma anche sui cachet. Altrimenti, è ovvio, non sarebbe Sanremo. Il mondo della politica contro le notizie che circolano sui compensi degli artisti: un milione di euro a Paolo Bonolis, 350 mila euro a Roberto Benigni, 50 mila euro a Maria De Filippi la quale però ribadisce: io al festival ci vado gratis.

Nessuna novità sulle polemiche cachet. Due anni fa polemiche per i compensi di Pippo Baudo e Michelle Hunziker. Il ministro per le riforme Luigi Nicolais, però, firmò una circolare che eliminava il tetto (272 mila euro) ai compensi per le star della Rai, previsto dalla finanziaria. Il dg Rai Claudio Cappon precisò che i compensi di Sanremo «sono un caso, ma non isolato perché gli alti compensi non sono meno di 40-50 l'anno. E parlò di un caso «esemplificativo dell'incertezza giuridica nella quale la Rai si deve gestire, su regole del gioco che non sono fissate dalla Rai che deve interpretarle al proprio meglio e poi attenervisi».
Invito alla «sobrietà». Dopo che ieri i senatori Villari, Pistorio e Perduca avevano annunciato un'interrogazione al Ministro dell'Economia sulla questione, oggi Walter Veltroni chiede che «questo paese torni ad essere più sobrio». «Non mi preoccupa tanto il compenso di Bonolis, che è un professionista. Parliamo - spiega - di un paese in cui si danno 300mila euro a uno del Grande fratello mentre gli operai che ho visto stamattina (dipendenti dell'Euroallumina di Porto Vesme) forse avranno una cassa integrazione da 880 euro».

E a non pagare il canone Rai. Parla di «vera casta» è il senatore della Lega nord Roberto Castelli: «come si può chiedere agli italiani di pagare il canone Rai a fronte di notizie del genere?». Il consigliere regionale di Progetto Nordest, Mariangelo Foggiato invita i veneti a non pagare più il canone della Rai. Proteste anche dall'assessore alla cultura della Regione Toscana Paolo Cocchi: «Sui 12 milioni di euro che stiamo investendo in Toscana per l'anno galileiano, dallo Stato abbiamo avuto solo le briciole».

Appello a Zavoli. A chiedere l'intervento di Sergio Zavoli sono Roberto Rao, capogruppo dell'Udc in commissione di Vigilanza e Nuccio Fava, ex direttore Tg Rai, per il quale il presidente della vigilanza «dovrebbe assumere come prima iniziativa l'audizione dei dirigenti Rai sullo scandalo dei compensi dello star system: il caso Bonolis, ma anche Benigni e De Filippi».

Contro Bonolis. Appello alla sobrietà anche da Paolo Romani (Pdl), sottosegretario alle Comunicazioni: «Anche lo show business dovrebbe tener conto della crisi economica che è in atto» e Bonolis avrebbe dovuto dire che il suo compenso era troppo elevato.

La De Filippi: vado al festival gratis. Maria De Filippi ribadisce che la sua partecipazione al festival di Sanremo, nella serata finale, è totalmente a titolo gratuito. «Leggo che il mio compenso è di 50 mila euro - dice - per fare un lavoro di riconoscenza al mio agente Lucio Presta perchè mi manda a Sanremo. Ribadisco che vado a titolo gratuito, al massimo per beneficenza, qualora la Rai decidesse di stabilire una somma. E che io non devo nulla, tantomeno per riconoscenza, a Presta, perchè non è il mio agente. Non ho agenti, non li ho mai avuti». Due sono le ipotesi sulla partecipazione che la De Filippi dice di aver chiesto contrattualmente alla Rai: «O è gratuita, e peraltro pago io il mio viaggio, trucco e parrucco e tutto quello che mi concerne; o, se la Rai stabilisce una cifra, ho chiesto che sia devoluta direttamente in beneficenza, senza neanche passare per le mie mani».

Benigni e i diritti tv Rai. Mentre la mancata "donna del Festival" Chiara Baschetti ha dovuto dare forfait per le sue richieste troppo esose (anche se lei ha smentito dicendo di aver abbassato molto il suo cachet), per quanto riguarda Benigni, la Rai non cederà i diritti tv dei programmi realizzati con lui in passato, ma l'attore concederà solo l'utilizzo di materiali di cui la Rai resta proprietaria, come ha già fatto con Fiorello e Celentano.

www.ilmessaggero.it

A me Bonolis, nonostante le sue bufale, non dispiace del tutto

Non credo che un Baudo - che ha avuto il Festival in quasi monopolio da quarant'anni a questa parte - avrebbe chiesto di meno. Bonolis è pur sempre un personaggio tv, che si stacca dagli altri, per la sua loquela, per la ricchezza del suo lessico, per come sa catturare l'attenzione.
Ha pregi e difetti, talvolta può essere irritante, ma non è uno sprovveduto. Il suo lavoro lo sa fare.
Bonolis non ha nascosto il suo cachet sanremese nelle interviste: un milione tondo tondo. Ed è cominciato il rosario con conseguente tiro al piccione. La parola più abusata ed usurata - la "crisi" - è piombata velocemente come l'avvoltoio sulla preda. Gli stereotipi più gettonati?
"In questi tempi è assurdo sprecare così il denaro pubblico"
"C'è gente che non arriva alla fine del mese"
"Tutto traballa meno la TV"

Certo, un milione è un milione. Bastano due spot per coprirlo. In cinque serate di Festival il giro di denaro è impressionante.
Nel calcio pure. Nessuno però alza la testa e batte i pugni per quattro milioni l'anno a un allenatore qualsiasi. La gente affolla gli stadi ogni domenica. Anche i cassa-integrati.
Siamo d'accordo: un calciatore dovrebbe percepire molto meno denaro di un chirurgo e così pure un presentatore tv.
Ci vorrebbe una rivoluzione per rimettere le cose in ordine.
O la facciamo sul serio o scegliamo i delinquenti vari su cui accanirci.
Andiamo a curiosare anche laddove pochi per paura, ficcano il naso, in certe sfere privilegiate dove l'euro gira in abbondanza e nessuno solleva obiezioni. A caso: i politici.
Se un dieci per cento, per dire tanto, fa onestamente il proprio lavoro, l'altro novanta si arricchisce sottraendo al popolo.
Eppure ce la prendiamo con Bonolis.
Perché è più comodo. Perché è un bersaglio facile facile.
Puntare canne mozze sul palazzo è ben più difficoltoso.
E poi non tutti i giornali e non tutte le tv sosterrebbero certe cause.
Su Sanremo, invece, tutti sparano volentieri. Tanto, nessuno ci rimette.
Se al contrario, ferisci un potente, sono guai seri.

Re: A me Bonolis, nonostante le sue bufale, non dispiace del tutto

Bravo ottime osservazioni piu' che condivisibili!!!!Ciao Michele

Re: Caro Paolo, girala come vuoi, per me, è un'indecenza

Caro Paolo, per me è un'indecenza dare compensi stratosferici a personaggi dello spettacolo e dello sport quando noi dobbiamo sudare 7 camicie per uno stipendio da fame. E non parliamo dei disoccupati.
Ti sembrano pochi 10.000 € al mese per costoro? Fossero almeno grandi personaggi dello spettacolo, potrei capire, ma questi tutto sono tranne che personaggi dello spettacolo. Per me, sono solo baracconi da fiera.
Sanremo è canzone. Il Festival si può fare anche senza Bonolis o Baudo ed altri ospiti che nulla hanno a che dividere con la canzone. Si può fare ridando posto prioritario alla canzone. Non a caso tu ed io, noi ricordiamo le canzoni del 1966 e non quelle dell'anno scorso. La ricordi "Eternità"? La ricordi "4 marzo 1943"? E "L'arca di Noè"? E "Vola colomba"? E "Volare"? E "Tintarella di luna"?
Ed ora ti ricordi della canzone che ha vinto l'anno scorso? Io no! E sai perché? Perché ho dovuto sorbirmi tutte le pippate e le altre baracconate non inerenti le canzoni.
Si ricordi Sanremo per le canzoni e non per Bonolis!

Giusy

Re: Re: Indietro non si torna

Non è una novità. Io stesso più volte ho affermato che a Sanremo, non da oggi ma almeno da trent'anni a questa parte conta più la cornice del quadro.
Mi ricordo perfettamente i Sanremo degli anni sessanta o inizio settanta. Tutto doveva essere contenuto in due ore al massimo. E per la finale si aspettava la mezzanotte per sapere chi aveva vinto. Non l'una o le due.
Va detto che eravamo più giovani, più pronti ad assimilare tutto. Avevamo i nostri beniamini. Tifavamo per loro.
Ora, nonostante la macchina del Festival si metta in moto già a settembre, è prassi consolidata che si cerchi di dar lustro alla manifestazione con ospiti stranieri, attori, attrici del momento, personaggi che con il panorama della canzone italiana non hanno nulla da spartire.
Ma secondo te il modo attuale di fare televisione è uguale a quello degli anni sessanta o settanta?
Non ti accorgi che per ogni cosa c'è uno sponsor? "Provate il divano, andate all'autosalone, visitate la Liguria"? Per citarne solo alcuni...
I giovani non danno alcuna importanza a Sanremo. Rimane un'istituzione solo per persone di una certa età, che sperano sempre di trovare fra le canzoni in gara, il motivo gradevole, orecchiabile, cantabile che li riporti ai tempi della loro adolescenza o della loro gioventù, quando si aspettava ansiosi il lunedì o il martedì successivo per assicurarsi il 45 giri della canzone vincitrice.
E leggevamo e rileggevamo i testi, fino ad impararli a memoria, mentre oggi se ne leggiamo in anteprima un paio siamo già stufi ed insofferenti, presi come siamo da altri pensieri e preoccupazioni.
Chissà che non fosse così anche per i nostri genitori, che cercavamo di rendere partecipi della nostra gioia e dei nostri entusiasmi, e magari ci dicevano di apprezzare per farci contenti, ma in cuor loro ripensavano ai motivi della loro gioventù.
Anch'io devo pensare un attimo per ricordare i vincitori delle ultime edizioni del Festival.
Credo valga per tutti. Da anni non c'è nulla che lasci veramente il segno.

Commissioni selezionatrici non ce ne sono più, tutto è giocato da due major, le quali si dividono i due CD in uscita. Ed impongono i propri cantanti, che portano le canzoni scelte dagli stessi e non passate al vaglio di alcuna commissione veramente competente.
Ma tutto questo non ha attinenza con il compenso di Bonolis.
Io ho scritto che tale compenso è facile riconoscerglielo perché è il controvalore di due spot.
E' il mercato che vuole così.
E se così non piace, si tiene il televisore spento o si scende in piazza tutti, ma non solo per il compenso di Bonolis, ma per mirare più in alto.

Re: Re: Re: Bonolis? Neanche come compagno di funerale!

No Paolo! Doppiamente No! Io la penso esattamente come Gianni e come Giusy. Trovo davvero fuori luogo riversare fiumi di danaro per personaggi che meriterebbero solo - per usare un termine di Gianni - calci nel culo. Non abbiamo più attori o cantanti (a Parte Mina, che comunque è voce) capaci d'incantarci. Non abbiamo più programmi intelligenti ( a parte qualcuno) o varietà del tipo Canzonissima. Ma quand'anche avessimo personaggi dal calibro di De Sica, i De Filippo, Sordi, Mastroianni.... quand'anche Sophia Loren facesse tv o Gina Lollobrigida, quand'anche Mina dovesse tornare a far tv, io reputa un'offesa per l'umanità dare non 1 milione di euro, ma anche solo 100 mila euro per una comparsata in tv. E' un'offesa. E' un atto immorale. Se io fossi Dante, metterei questi personaggi in bocca a Lucifero.
Non è che io mi diletti al tiro al piccione-Bonolis (è risaputa la mia antipatia e sinceramente lo prenderei anche a schiaffi come quel tipo dei pacchi in prima serata. Professionista? Paolo, je t'en prie!!! 5043 volte meglio Pippo Baudo), però credo che i vari calciatori, che certi attori di chiara fama, che certi presentatori ed altri personaggi dello spettacolo debbano avere un compenso normale. Se ad un Bonolis qualsiasi si regala 1 mln di euro, cosa dovremmo dare al Prof. Veronesi che salva vite umane? Cosa dovrebbe prendere il Cardiologo Eugenio Quaini? Cosa dovrebbero prendere i premi Nobel per la scienza e per la medicina? Questi salvano vite umane, ma costoro sono solo emeriti cialtroni! Io li sculaccerei in una pubblica piazza, altro che sommergerli di danaro!
Citi i politici ed io ti aggiungo i consulenti e i manager. Sculacciate anche a loro. Mica li salvo! Dobbiamo limitarci a quanti prendono danaro pubblico. Non sono interessato a quelli che prendono danaro privato. Mi piacerebbe capire se Bonolis abbia più valore di Veronesi. Mi piacerebbe capire se quel ...,. del savoietto- Principe dei Cetriolini - che si sta esibendo ora se ha più valore di un ingegnere che produce progetti per l'ambiente. Lo so, ci sono professioni e professioni, ma i Bonolis, per me, non sono professionisti, sono solo cialtroni. Cialtroni che andrebbero mandati a casa tanto più che le loro trasmissioni stanno facendo rincoglionire tre quarti d'italioti. Io li accuso di favorire il genocidio culturale. Ma quando mai Paolo!!! Ma quale Bonolis! Ma per l'amore di Dio!!! Lungi da me da martedì in poi!!! E che fatica tenere il telecomando pronto per non registrarlo!!! Dopo Mina, dopo le eventuali cose inerenti Mina, me ne guarderò bene dal registrare. La TV? Pago il pizzo, almeno gli ipocriti TG devo vederli. Se ora sono costretto a vedere ballare alcune carcasse, se sono costretto a guardare i pacchi e le telenovelas di rete 4, è per far contenta mia Mamma, altrimenti me ne guarderei bene dal tollerarli un solo secondo. Ho repulsione nei confronti di costoro. Eppure c'è Geo& Geo, c'è Voyager, c'è Ulisse, c'è sempre qualche programma ben fatto. Ma è inammissibile cambiare canale e trovare ovunque Malgioglio, Sposini, Cucuzza, Parietti, Ripa di Meana, Luxuria ed altri eretti ad opinionisti per eccellenza. Quando le menti, i geni di questo Paese sono relegati à l'oubli. E quel Vespa? Paolo, vedi che a prendere le distanze dalla tv di oggi, sono i Falqui, sono gli Arbori, sono persino i Mike Bongiorno e i Pippo Baudo. E possibile mai che il teatro impegnato, le canzoni di un certo livello, i film di un ottimo contenuto bisogna andarli a vedere a pagamento su Sky, mentre la TV di Stato ci propina Malgioglio, Bonolis ed immondizie varie!!!!

Basta! Basta mi fermo qui!!!!

Se io fossi Pannella, griderei "Ladri di regime"!!! "Ladri di verità"! Ma non sono Pannella e rischio quindi la denuncia!!!

Franco

Re: Re: Re: Re: Franco, c'è un punto in cui sono molto chiaro

Non ho detto che Bonolis è il non plus ultra, non ho detto che è il migliore su cui la televisione potesse puntare. Ho detto solo che fra tanti "cialtroni", ha delle qualità, pur essendo a volte irritante.
Il compenso lo stabilisce il mercato.
Ho scritto testualmente e qui sono d'accordo con te:

"Siamo d'accordo: un calciatore dovrebbe percepire molto meno denaro di un chirurgo e così pure un presentatore tv.
Ci vorrebbe una rivoluzione per rimettere le cose in ordine.
O la facciamo sul serio o scegliamo i delinquenti vari su cui accanirci"

Quindi avevi già la risposta circa il discorso che mi fai su Veronesi.

E poi proseguo. Rileggi il messaggio per favore.

Quante volte ho ripetuto che la TV spazzatura e lobotomizzante di oggi cerco di vederla il meno possibile?
Quante volte ho detto che andrebbero aboliti i pacchi, i grandi fratelli, le isole dei famosi e simili?
Ma ormai non si torna più indietro. I format vengono importati dall'estero. Viviamo nel cosiddetto villaggio globalizzato.
Abbiamo perso la nostra identità e ormai ci becchiamo le stesse cose che tutta l'Europa importa dagli Stati Uniti.
E' inutile rapportarci sempre ad una televisione semplice, in bianco e nero, di ottimo livello che non c'è più.

La televisione "commerciale" impera da oltre un ventennio. E' arrivata Mediaset a togliere la condizione di monopolio della Rai. Quest'ultima si è adeguata alla Mediaset, pur continuando a percepire il canone, e fra un poco infilerà interruzioni pubblicitarie anche durante il telegiornale.
E' una mangiatoia, è lottizzata.
I vari presentatori sono passati da una rete all'altra (Baudo compreso) più volte, secondo la legge della domanda e dell'offerta e hanno creato le loro fortune.
Esattamente come succede nel calcio, dove ci sono i calciatori che cambiano casacca ogni due stagioni e percepiscono compensi astronomici.
Ma questi sono sotto gli occhi di tutti. La gente per un poco s'indigna, si mostra schifata, però passata l'indignazione, è pronta ad accorrere allo stadio a tifare per la propria squadra che si è assicurata il supercampione.


Credi che stia vedendo "Ballando con le stelle"?
Mi rifiuto. La mia televisione è spenta.

Però è inutile prendersela con Bonolis. Il suo mestiere lo sa fare. E' iperpagato? Certo che se lo chiedi a un cassa-integrato o a un precario la risposta è una.
Ma è il mercato che è così.

Parliamo di Mina?
La stessa Mina nel 1961 a soli ventun anni guadagnava in un minuto più di quanto guadagnasse un dottore in un mese.

"Mi vuoi? Mi dai tanto. Altrimenti trovati un altro"

Non penso che nessuno sia andato a presentare Sanremo per cinquecentomila lire o duecentocinquanta euro.

Che poi tu preferisca Baudo è un altro discorso. Ma ha fatto il suo primo Sanremo nel 1968!
Ci vuole anche un po' di rinnovamento. Come in tutti i campi.

Re: Re: Re: Re: Re: Ero infatti meravigliato che tu

Ero infatti meravigliato che tu approvassi tutto ciò. Io dico che il mercato dipenda dalla domanda. Se il popolo è beota, è ovvio che si lasci coinvolgere di più dalle cretinaggini o dalle telenovelas di quei ragazzi di Perugia o dall'infinita telenovelas macabra di Cogne. Sul caso Englaro hanno avuto pane per i loro denti. E chi gestisce il potere sa bene come addormentare il popolo beota. Mentre è in atto una crisi di portata mondiale, mentre chiudono fabbriche, mentre aumenta la disoccupazione, mentre i lavoratori pagnano il prezzo più alto, i Signori del potere economico-politico distribuiscono oppio a piene mani.
Allora non aveva torto quel re borbone che diceva: "Il popolo vuole feste, farina e forche". Lui aveva ragione davvero. Feste=cretinate televisive; Farina= 40 euro per i pensionati e bonus baby; Forche=leggi sulla giustizia di questo governo.
Popolo bue! Popolo ignorante! E se lunedì la Sardegna sarà consegnata alla destra, per l'Italia si avvicinano momenti davvero bui e tragici.
Bonolis non ha nessuna qualità che possa sviluppare le intelligenze. Bonolis è l'oppio per eccellenza.Io preferisco mille volte di più un concerto live che una bacarata televisiva. Preferisco mille volte di più un dvd, un cd che mille puntate di Ballando sotto le stelle. Ora che mia Mamma è a letto sono passato a Rai tre con Piero Angela.
Non dico che tutta la tv debba essere impegnata, ma neanche tutta cretina. Ed io ce l'ho contro la Tv di Stato perché pago il pizzo altrimenti ne farei volentieri a meno. Ahhhhhhhhhhhhh io vedo, per quanto mi sia possibile, Annozero. Trovo noiosetto Ballarò, ma lo guardo in parte. Per il resto, e quando ho tempo, ho la fortuna di avere una scorta di vhs e dvd con film di qualsiasi genere. Ma se BS offrisse le stesse opportunità di Milano, la TV la farei ricoprire di polvere.

Se l'audience di certi programmi calasse, forse molti cialtroni verrebbero davvero licenziati. Ma si sa, il regime (siamo in regime da decenni) vuole diffondere idiozie per consolidarsi meglio.

Ma perché non parliamo di mala sanità e di trasporti che fanno letteralmente schivo? Con 1 mln di euro, avrebberom potuto assumere qualche precario in più e garantire migliori servizi nella pubblica amministrazione. Avrebbero potuto sistemare qualche strada. Migliorare il servizio ferroviario. Non chiudere qualche presidio sanitario. Ripulire la periferia di Roma. Comprare dieci bilocali - a BS - a dieci nuove coppie.

A Bonolis e a quanti sono superpagati vada tutto di traverso! Per loro, nessuna pietà, solo goduria!
Voglio la rivoluzione? Sììììììììììììììììììììììì! Bastonate fino a rompergli la testa, ma soprattutto sequestro dei loro beni e redistribuzione ai poveri!

Si vergognino! Vergogna! Vergogna!
Mai con questo regime! Mai collaborazionsta!

Io sono e resterò sempre radical-comunista!

Franco

Ma certo! E' così da sempre! Il popolo vuole feste, farina e forche

Hai messo a fuoco il problema. La gente è lobotomizzata. Se critichi i grandi fratelli o le isole ti prendono per uno "snobbone". Delitti di Perugia, telenovele sulla Franzoni, casi Englaro? Ce ne fossero! La TV andrebbe a nozze e il popolo bue pure.

Però non è il milione di Bonolis che fa la differenza.
Sicuramente chi guadagna 1000 - 1500 al mese, grida allo scandalo.

Ma per me è ancora più scandaloso dare 200.000 euro o 250.000 se non 500.000, il premio massimo, a degli emeriti imbecilli, che chiamano i numeri dei pacchi.
Quella sì che è gente senza arte né parte.
Franco, se c'è un momentaccio di crisi generale, si facciano meno sprechi. Ma dimentica Sanremo. A Sanremo pagano gli sponsor, sperando in ritorni per le proprie industrie. Bonolis non toglie denaro a te. E' pagato da loro.

Guarda in direzione delle sfere privilegiate dove circolano le mazzette, formate anche dalle trattenute sul tuo stipendio. Guarda dove si scialacqua senza concludere niente e arricchendo solo i propri portafogli.

Guarda al palazzo. Là c'è il più grande scandalo.

Re: Re: Re: Re: Re: Bonolis? Non è questione di merito ma di mercato...

Credo sia giusto scandalizzarci se si fa una comparazione fra guadagni realizzati in un ambito nel quale prevale il superfluo, rispetto ad ambiti finalizzati al progresso scientifico o sociale.

Quel che dovrebbe però esser chiaro, è che qui non si sta valutando in base ad un ritorno in termini culturali o di utilità pubblica, ma siamo semplicemente in un mercato ed il mercato è regolato dalla legge del profitto, nonchè dalla domanda e dall'offerta.

Il programma televisivo, festival o oltro, è dunque soltanto un prodotto, un contenitore soggetto, appunto, alle regole di mercato.

Chi lo presenta è quindi un venditore e guadagna una provvigione proporzionale ai guadagni che egli riesce a far percepire a chi gli ha dato l'incarico di vendere tale prodotto.

Naturalmente le cifre in ballo dipendono dall'ambito nel quale si opera. Un ciclista guadagna meno di un pilota di formula uno e la proporzione, anzi la sproporzione, dei guadagni non sarà certo valutabile in base alle rispettive fatiche ed impegno ma semplicemente in conseguenza ai soldi che circolano in questi diversi ambiti.

E le persone di buon senso non possono non meravigliarsi o irritarsi di fronte a guadagni facili e sproporzionati, ma la questione, ripeto, non può essere valutata in base a valori etici ma a leggi di mercato.

Ed il mercato non ha coscienza, non ha anima, ignora l'ingiustizia.

Ma se il prodotto che pretendono di venderci ci indigna, l'unica possibilità che ci resta è annullare la domanda cioè non comprare.

E se proprio vogliamo punire Bonolis, e i mille Bonolis che quotidianamente ci propongono, l'unica possibilità è non accendere la televisione.

Alberto

Pienamente d'accordo, Alberto! E' una questione di "mercato"

Se indigna, perchè seguire Sanremo?
Ci sono degli ottimi libri da leggere, si possono fare delle conversazioni con familiari ed amici ed il televisore può rimanere spento.

Re: Pienamente d'accordo, Alberto! E' una questione di "mercato"

Ciao Paolo,

in verità me ne frega poco.

Voglio dire che non mi interessa fare crociate.

Per quel poco che conosco della natura umana, i soldi sono sempre troppi quando dobbiamo tirarli fuori, viceversa, quando siamo noi ad incassare, scopriamo che il moralismo ci interessa poco o niente.

E' evidente che il sottoscritto non si ritiene migliore degli altri e, in estrema sintesi, dovrebbe esser chiaro che ognuno fa il suo.

Un Salutone e a Presto!
Alberto

Ancora d'accordo. Anzi d'accordissimo!

Nemmeno a me interessano le crociate, Alberto.
E sono d'accordissimo con te, quando sintetizzi dicendo che i soldi sono sempre troppi quando dobbiamo sborsare, mentre se ad intascare siamo noi, ecco che tutti i nostri discorsi improntati al moralismo finiscono sotto le scarpe.

Ciao Alberto!
Paolo:-))

Infatti, se non ci fosse stata Mina, avrei cambiato programma

Io non ho mai favorito il mercato per il quale sono contro. Favorisco solo il mercato al quale sono interessato. Purtroppo, a volte, si è costretti a favorire anche ciò che si combatte. Se rilevano l'audience attraverso i miei due apparecchi televisivi, io finisco sul patibolo: Laurent guarda il Grande Fratello e le altre porcate, mia Madre i pacchi, Rete 4 con Fede e le telenovelas, persino mi guarda Italia uno.... Povero me! Devo strillare per vedere almeno un TG. Ma con Sanremo, almeno una tv sarà mia! Registrerò solo Mina e le canzoni che m'interessano, per il resto turerò le orecchie. I miei occhi sono sempre al computer.
Contribuirò anch'io ad alimentare l'audience. Ohimé! Ma se non fosse stato per Mina, campa cavallo-bonolis che Lo Vecchio cambia programma!
Il mercato! Selvaggio e barbaro. Lo è a tal punto che ha generato una crisi economica mondiale. Fosse solo la fine del capitalismo, potrei giubilare, peccato che qui è l'inizio di una grande catastrofe di cui non abbiamo ancora preso coscienza.

Franco

Re: La parola a Bonolis (dalla Stampa di oggi)

Bonolis torna sulle polemiche relative al compenso: «Chi critica è un infelice, io ho solo accettato un'offerta»

Paolo Bonolis, conduttore e direttore artistico della prossima edizione del festival di Sanremo, in un intervento telefonico a "Radio Radio", durante il programma "Due di Tutto" si dice dispiaciuto per il «bailamme» che si crea sempre intorno al festival. «Ci sono persone che si portano dentro l’infelicità e che tentano di delegittimare» Sanremo, ammonisce. E Bonolis si riferisce soprattutto alle polemiche che sono emerse sul suo compenso, pari a un milione di euro, «è stata un’offerta», puntualizza.

Sempre riguardo alle discussioni di questi giorni Bonolis spiega «costruire il festival non è una cosa facile, mentre si fa presto a distruggerlo». «Se c’è qualcuno che mi aspetta al varco? Io preferisco essere uno che si muove da un varco all’altro e non sta ad attendere che qualcuno passi per lanciargli un sasso contro».

Riguardo agli ospiti il presentatore parla di Burt Bacherach che nonostante l’età, 80 anni, si esibirà giovedì 19 sul palco dell’Ariston: «l’età non conta, è un "highlander", non ha tempo come non ha tempo la sua musica». Bonolis, poi, rivela l’abito con cui salirà sul palco, «sarò in smoking», e assicura che nel tessuto dei vestiti non ci saranno «filamenti di platino», come prevedevano alcune indiscrezioni, «non vorrei assomigliare ad una banconota», ironizza.

Re: Articolo di Lorenzo Mondo sempre dalla Stampa di oggi (considerazioni fatte anche da noi)

La crisi non canta a Sanremo

Bonolis si becca un milione di euro per condurre il Festival di Sanremo, Benigni si accontenta di 350.000 per una comparsata, alla faccia del suo Dante nemico dell’«usura». Non vale gridare allo scandalo davanti a un simile dispendio di denaro pubblico. Da casa Rai si obbietta, con il callido realismo di chi è avvezzo nel suo piccolo a largheggiare per sé, che l’anno scorso, alla manifestazione onorata dalla presenza di Pippo Baudo, non si è speso molto di meno. E che, in ogni caso, pagano gli sponsor. Come se questi avessero la vocazione della beneficenza e non trovassero il modo di rivalersi sui consumatori, già penalizzati dall’esborso del canone. D’accordo, dobbiamo riconoscere mestamente che è sempre andata così, ma l’andazzo diventa intollerabile mentre il paese è investito dalla piena della crisi. Mentre la crescita zero, i cassintegrati, i precari, le famiglie che stentano ad affrontare la quarta settimana disegnano un quadro fosco, non schiarito dai lustrini dello spettacolo. Poiché è inutile affidarci all’etica personale, sono le istituzioni pubbliche che dovrebbero dare un esempio, imporre un comportamento virtuoso, ispirato al senso del limite, al rispetto per le angustie che affliggono tanta parte della società.

Si assiste d’altra parte a un singolare paradosso. Sono proprio i cittadini meno abbienti che, incollati al televisore, si lasciano sedurre oltre misura, non solo dalle pur apprezzabili gare canore, ma più generalmente dalle scempiaggini che hanno largo corso nei programmi della Rai. Sono essi a legittimare, con il loro consenso, gli sproporzionati compensi del divo di turno. Si spellano le mani negli applausi, mentre dovrebbero ribellarsi a suon di fischi contro quella che si risolve in una acida beffa nei loro confronti. Fino a insorgere, magari, contro la taglia del canone televisivo di cui prof ittano Bonolis e compagnia di giro. Si sa quanto aiuti, di questi tempi, qualche serata di svago, magari abbastanza intelligente da non vergognarsene. Ma il prezzo da pagare non deve essere troppo caro e avvilente. E non vale consolarsi pronunciando, a denti stretti, il «Canta che ti passa».


www.lastampa.it