MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Sanremo - Le canzoni in gara - Belle voci, brutti testi...e la Pravo - di M. Venegoni

Gran gusto del canto, e testi spesso deboli. Cercansi urgentemente autori, e cantautori se ne hanno ancora voglia. Il dilettantismo regna su buona parte delle parole cantate che si apprestano a inondare le volenterose orecchie tese al prossimo Festival di Sanremo. Non è un segno confortante per il nostro immaginario, se strazianti storie d'amore non trovano una via all'autenticità, se rara è l'originalità: presumendo che Bonolis&C. abbiano cercato il meglio, non c'è da stare allegri neanche per il nostro idioma. Ci è stato precluso l'ascolto del rap di Povia «Luca era gay» (una scelta di marketing che avrà le sue buone ragioni) e comunque, a un primo ascolto generale delle altre 15 canzoni in gara fra gli Artisti, il brano nel complesso più intrigante è quello di Patty Pravo: che sarà andata a rinfrescarsi da qualche parte le corde vocali, visto che esibisce il bel timbro di contralto dei tempi d'oro in «E io verrò un giorno là» del giovane sardo Andrea Cutri. Un brano etereo ma non evanescente, che si rifà alla tradizione francese con intarsi sapienti di melodramma, spezzati da una fulminea chitarra rock dove potrà entrare l'ospite del venerdì, il maledettissimo Pete Doherty. Vi si canta di un amore che fa rima con errore, e di una speranza ostinata che in fondo ci rappresenta tutti.

LA VECCHIA GUARDIA. La vecchia guardia arriva al Sanremone con il coltello fra i denti. Albano, più pop in «L'amore è sempre amore» non si strappa più le corde vocali. Brava, a tratti irriconoscibile, Iva Zanicchi in «Ti voglio senza amore», dove una donna pretende da sé un atteggiamento maschile nei confronti del sesso, come rivincita esistenziale: l'amante giovanissimo di cui si parlava nel testo non c'è, tanto che il venerdì la accompagnerà in duetto il non implume Franco Nero. L'autore della musica di Iva, Franco Fasano, è lo stesso di un'altra delicata canzone, «Una piccola parte di te»: ispirata al suo rapporto con il figlio adolescente, procurerà moti di identificazione. La canta, ma muscolosamente, Fausto Leali.

IL RARO IMPEGNO, E POVERA ITALIA. Pluripresente nei testi, è Giulio Mogol: suo è non solo quello assai carino di «Biancaneve» di Lavezzi/Alexia, ma soprattutto quello di una delle rare canzoni che affrontano il quotidiano. Su una musica tutto sommato banale, "L'Opportunità" (quella che si dà a chi solca i mari per vivere in Italia), il testo dice «Vivere insieme poi/Non è impossibile, dipende anche da noi»; cantano Pupo/Paolo Belli/Youssou N'Dour; e la voce di Youssou si mangia i colleghi. Inspiegabile per il venerdì la scelta di Raoul Bova come ospite, ma si vede che han dato forfait Morandi e gli altri della Nazionale Cantanti di cui si parlava. Molto più obliqua, l'interessante scelta degli Afterhours, in «Il paese è reale»: chitarre ruvide, sola voce di Manuel, ballad, si susseguono in un percorso sulla mancanza di punti di riferimento nella nostra società: «Inseguivi una cazzata/era splendida e dorata». Sanremo non è mai stato tanto scatologico: ce n'è qui con gli Afterhours, e torna in «L'Italia» di Marco Masini, piana ballad per chitarra che evoca «L'Italiano» di Cutugno ed è in fondo un atto d'amore al proprio Paese. E' rap sull'Italia con i Gemelli Diversi, che inanellano una preghiera mettendo in una lunghissima fila i mali della società.

OUTSIDERS. Non si smentisce il bravo Tricarico, in un pezzo arguto e molto ritmato sulla responsabilità in amore, «Il bosco delle Fragole»; Francesco Renga tocca vertici di potenza vocale in «Uomo senza età», una specie di «Ridi pagliaccio» pop.

PROPOSTE, OVVERO I RACCOMANDATI. Sono bravine le due ragazze di SanremoLab, Arisa e soprattutto Simona Molinari, swingante cantautrice di «Egocentrica», che dovrà cambiare la riga di testo «Non distinguo una Skoda da una Punto da una Fiesta», perché il regolamento proibisce la pubblicità (successe anche ai Pooh che dovettero togliere da «Uomini Soli» il nome «Corriere della Sera»). C'è bravura, in questa sezione, e belle voci: Iskra Menarini nella canzone di Dalla, Karima arrangiata da Burt Bacharach. Malika Ayane ha una superba vocalità, ma se la cavano con gran piglio anche le figlie d'arte Irene Fornaciari e Chiara Canzian che dev'essere un tipetto mica da niente: peccato i testi deboli di entrambe. L'unico maschietto, Filippo Perbellini, canterà bene un bel Cocciante doc.



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