MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Gli Amici di Maria, quelli di Simona - Discografia a rimorchio: è giusto? - di M. Venegoni

Ho visto per intero "Amici" di Maria De Filippi, confesso, per la prima volta. Ho visto pure qualche puntata di X-Factor. Adesso sono preparata. Scandaloso, che sia successo solo adesso? Ma no. Checché ne dicano, secondo me la musica non passa da lì, per lo meno non ancora: questi restano programmi televisivi, che hanno al centro non la musica ma il linguaggio tv, e invece usano come pretesto la musica.
Fondamentalmente queste rivalità portate al diapason dentro "Amici" mi annoiano, il vero tema è lo scontro di attese e personalità e squadre e giurati, e non il talento musicale. C'è Platinette che tiene su la platea, De Filippi è bravissima nel suo afferrare con vigore o lasciar scorrere il plot, ma è più divertente allora la caciara che c'è a X-Factor: Morgan nobilita qualunque passaggio, con le sue osservazioni.
Non ho potuto far a meno di notare in Amici la faccia terribilmente televisiva di Rudy Zerbi, il giovane (per il ruolo) boss della Sony Italia, e mi sono ricordata che la sua etichetta è coinvolta, internazionalmente, anche con X-Factor.
Però viaggiando in questi giorni per case discografiche "per colpa" di Sanremo, ho notato alla Sony un'atmosfera piuttosto moscia, e dirigenti che conosco, che mi passavano accanto senza quasi salutarmi. E mi sono ricordata che il grande boss della Sony international ha annunciato licenziamenti a manetta in tutto il mondo a causa del calo del fatturato.
Mi sono anche detta che, se la Sony pensa di salvarsi in tutto il mondo rincorrendo queste faccette fresche e speranzose e chissà-se-con-talento, e di appr ofi ttare della tv pseudo-musicale per risollevare le proprie sorti, commette un tristissimo errore.
La specificità dell'arte della musica va coltivata in proprio, non solo legandosi alle sirene della tv che magari ti fanno fare un botto, ma poi non costruiscono il terreno su cui basare l'attività produttiva che (ricordiamolo) necessità di persone preparate, talento e talent-scout, cultura.
Mi hanno annunciato in Sony una sventagliata di Ep postsanremesi a E.9,90, la stessa operazione fatta per la Ferreri, poche canzoni ma si finisce nella classifica dei cd. E ho ascoltato il lavoro di questi ragazzi che - venuti dal nulla e dopo un anno di tv - vengono trattati come gioielli: ma credetemi molto spesso non ci sono, come artisti. Debbono crescere ed esser capaci di crescere.
Pino Daniele ha regalato una sua canzone a Silvia Aprile, ma non ha mica fatto bene; il signor Carta di "Amici" è un personaggio televisivo e non un artista di musica popolare. Karima mi sembra assai più attrezzata, invece.
Questa tremenda confusione viene non a caso evitata da altre case discografiche più attente, o da quelle più piccole e con gestione oculata. Ho sentito altrove (per esempio in Universal, o Sugar) talenti che lavorano nell'ombra da tempo, al riparo dalla fuffa, e che sono pronti per uscire, adesso. Malika Ayane è strabrava, Filippo Perbellini ha 18 anni ma anni di studio alle spalle, una voce particolare. Ho trovato attrezzate pure le figlie di: Irene di Zucchero ha una voce spaventosa, Chiara Canzian anche lei come voce non scherza, compone pure la musica ma ha trovato un Sangiorgi dei Negramaro assai svogliato, a scriverle il testo.
La sirena del guadagno via tv può fare alla musica più male delle sirene intorno alla barca procellosa di Ulisse. Bisogna farsi legare al palo, come lui, e resistere. Sennò - vedrete - ciao ciao.

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