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Se la pedofilia diventa una favola (Gino Paoli e la sua arte sconfinata) - di M. Venegoni

Se la pedofilia diventa una favola (Gino Paoli e la sua arte sconfinata) - di M. Venegoni
Nel disco "Storie" che esce il 23 gennaio


Cinquant'anni di carriera, quasi 75 di età, e la voglia di continuare a raccontare storie, per far riflettere o per provocare: ma sempre pianamente, com'è nel suo stile, anche quando gli argomenti si fanno delicati, o delicatissimi. Si intitola proprio «Storie» il nuovo disco di inediti di Gino Paoli che esce domani, a sette anni da «Se», album che in realtà non ha lasciato una scia di memorie. I grandi veri sono così, discontinui nella creatività: però questa di «Storie» è una delle volte buone. I dodici pezzi che contiene sono gradevoli, curiosi o duri come pugni nello stomaco, con l'impronta stilistica tipica del decano dei cantautori: che cantautore rimane nel profondo delle sue ossa, occupandosi con metafore e riflessioni dell'eterno mestiere di vivere.

Un assaggio dei sapori dolci dell'album c'è stato con «Il nome», il singolo in circolazione, che è nel solco delle canzoni d'amore classiche di Paoli. Ma poi il gioco si fa anche duro, soprattutto con «Il pettirosso», crudo eppur poetico, delicato racconto per chitarra, di un episodio di pedofilia: «Era una donna di undici anni e mezzo/Si alzò la gonna per saltare il fosso....di settant'anni incontrò un bambino/Voleva ancora afferrare tutto/E non sapeva cos'è bello e cos'è brutto...». Con pochi tratti sapienti, cresce il racconto della violenza, poi la morte del vecchio è accolta dalla pietà della fanciulla. Un pezzo davvero fuori dalla routine di ogni ispirazione contemporanea.

Altro tema forte, la morte in «La signora e Mauri», dove canta di capire «la signora» che gli ha portato via un grande amico che «sapesse riparare tutto/che sapesse tutti i giochi nuovi»; c'è poi un secondo bambino, protagonista del «Buco»: esile e nudo di una vita fra i boschi, s'infila in un foro per entrare nella civiltà, ma il benessere e il nutrimento conquistato gli impedirà di riutilizzare quel passaggio per tornare alla vita secondo natura che ora gli manca. «La chiave» è invece dedicata al mondo femminile: «Amo le donne perché sono incomprensibili. Chi dice di capirle è un cretino», sbotta .

Storie, appunto, fra surrealismo e cruda realtà, che ieri sera Paoli ha cantato all'Auditorium del Parco della Musica per presentare l'album, sicuramente seguito da un tour, e da una partecipazione a Sanremo come padrino di Malika Ayane.

www.lastampa.it

Re: Le nuove ''Storie'' di Gino Paoli

Le nuove ''Storie'' di Gino Paoli