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Mogol: "I brani non siano scelti in base al numero di follower del cantante"

Mogol: "I brani non siano scelti in base al numero di follower del cantante"
In una intervista il noto paroliere, presidente della SIAE, ha parlato del festival di Sanremo

Di Redazione
In una intervista rilasciata all’Adnkronos, presidente della Siae, Giulio Rapetti meglio conosciuto con lo pseudonimo Mogol, ha avvertito il festival di Sanremo di evitare una deriva esclusivamente radiofonica e di ricorrere alla sola popolarità social come criterio per scegliere i cantanti in gara. Per l'85enne Mogol il Festival di Sanremo ”è una grande responsabilità”, perché ”il livello delle canzoni influisce sull’evoluzione della gente, per cui la cosa importante è che i brani siano scelti da persone competenti e non in base a quanto piacciano sui social o al numero di follower del cantante”.

”La scelta del brano – ha detto il noto 'paroliere' – deve essere fatta non sulla garanzia che la canzone sarà ascoltata in radio ma sul valore della canzone stessa e questo è un elemento fondamentale per la cultura e per il bene del paese. Ci sono giornalisti molto competenti e potrebbero essere loro a essere chiamati a giudicare il valore delle canzoni”.

Esponendo ulteriormente il proprio pensiero Mogol spiega ancora: ”Un tempo le canzoni del festival di Sanremo le cantavano tutti insieme, facevano parte della cultura popolare del paese. Il rischio oggi è che i brani siano rivolti a un pubblico settoriale, di nicchia, fatto solo di giovani che seguono i social”.

Riguardo all’introduzione, per la prima volta nella storia della competizione canora, delle cover straniere nella serata dei duetti del festival, Mogol non è del tutto convinto e ammette: ”Io sarei più propenso a proteggere in una certa misura le canzoni italiane. Spazio anche alle canzoni straniere perché ce ne sono alcune molto belle ma chiaramente rispettando anche il nostro lavoro. Un po’ di protezionismo ci vuole. La decisione su queste cose spetta alla direzione artistica ma comunque c’è una legge che prevede che ci sia una percentuale di canzoni italiane che va rispettata. Insomma, io non sono contrario alle cover internazionali ma lascerei maggiore spazio alle canzoni italiane”.