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Giorgio Gaber/ Il genio, la musica e le parole del Signor G

Giorgio Gaber/ Il genio, la musica e le parole del Signor G: “Date fiducia all’amore”
Pubblicazione: 25.01.2022 Ultimo aggiornamento: 07:18 - Fabio Belli
Google dedica a Giorgio Gaber un Doodle speciale per il suo 83esimo compleanno: ecco alcune sue storiche citazioni sull’amore, la libertà e la musica

Una bella sorpresa per i moltissimi fan di Giorgio Gaber: Google ha deciso di dedicare oggi un Doodle proprio al fenomenale artista milanese, che oggi avrebbe compiuto gli 83 anni di età (nasceva il 25 gennaio del 1939), Giorgio Gaber . Di lui sono ben famose le canzoni, brani rimasti indelebili nella storia della musica, ma anche se le sue citazioni, i suoi pensieri, sono divenuti famosi nel tempo, di pari passo alle sue realizzazioni.


L’artista era un uomo pieno d’amore, e un giorno disse: “Date fiducia all’amore, il resto è niente”. Un’altra grande qualità che l’ha sempre contraddistinta era la libertà, la ‘lotta’ al sistema: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”. Sui suoi colleghi invece diceva: “Ci sono due tipi di artisti: quelli che vogliono passare alla storia e quelli che si accontentano di passare alla cassa”. Infine, il particolare pensiero del cantante sull’idea: “Un’idea, un concetto, un’idea, finché resta un’idea è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia rivoluzione”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)


GIORGIO GABER, GABERSCIK, UN PO’ CANTAUTORE, UN PO’ DRAMMATURGO, UN PO’ PERFORMER
Giorgio Gaber di nuovo protagonista nel giorno del suo 83mo compleanno. Il Doodle di Google di oggi infatti celebra l’83° anniversario della nascita del cantautore, drammaturgo e performer italiano. Giorgio Gaber è meglio conosciuto e ricordato come un pioniere del teatro canzone, un riflesso della società milanese unico nel suo genere catturato attraverso la fusione di musica, poesia e teatro, creando una commistione unica nel suo genere che ancora oggi viene apprezzata da molti, giovani compresi.


Nato in una famiglia di musicisti a Milano il 25 gennaio del 1939, Giorgio Gaberscik, questo il suo vero nome, sviluppò inizialmente l’amore per la musica mentre suonava la chitarra come terapia per una ferita alla mano. Più tardi imparò a cantare e nei suoi vent’anni Gaber co-produsse la prima canzone rock ‘n’ roll italiana: “Ciao ti dirò“. Durante gli anni Sessanta, Giorgio Gaber si esibì principalmente in televisione, dove la sua scrittura ricca di ironia ed estremamente originale per la forma-canzone dell’epoca affascinava il pubblico impegnandosi intelligentemente con il mutevole paesaggio culturale di Milano.

GIORGIO GABER, I SUCCESSI TEATRALI
Nel 1969 pubblicò Com’è bella la città, che rimane tra i suoi lavori più noti per la sua attenzione ai problemi sociali contemporanei, un aspetto al quale Giorgio Gaber è sempre stato estremamente attento, cercando di coniugare l’amore per l’arte a trecentosessanta gradi all’impegno sociale. Per stabilire una connessione più personale con il pubblico, Giorgio Gaber passò quasi esclusivamente al palcoscenico teatrale nel 1970.

I suoi spettacoli teatrali emotivi e complessi esaminarono la società italiana e incoraggiarono un dialogo nazionale introspettivo, anche se non mancarono le polemiche com’era consuetudine in un decennio molto caldo per l’Italia dell’epoca, soprattutto dal punto di vista politico.

L’INTITOLAZIONE DEL TEATRO A GIORGIO GABER
Nei 30 anni successivi, Giorgio Gaber non ha mai smesso di esibirsi e creare e raffinò il mezzo del teatro-canzone con centinaia di spettacoli all’anno. Questa monumentale opera dimostrò che la musica, i monologhi e la commedia erano strumenti per espandere i propri limiti emotivi mentre si rifletteva su realtà nazionali condivise. In onore dei contributi di Gaber, uno storico teatro d’opera milanese fu riaperto sotto il suo nome come Teatro Lirico Giorgio Gaber nel 2003, anno nel quale venne a mancare nel giorno di Capodanno, dopo le sue ultime apparizioni televisivi, una delle quali in uno show di Adriano Celentano, con il quale ha sempre mantenuto un legame di amicizia avendo mosso assieme i primi passi sulla scena artistica milanese degli anni Sessanta.