MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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VOLAMI NEL CUORE - di Alberto Testa

VOLAMI NEL CUORE
Mologni-Malgoni-A.Testa (1986 + 1996)
Non mi ricordo esattamente che anno fosse; so solo che erano tempi in cui si facevano canzoni perché veniva un’idea… musicale o di testo. Poi, a seconda dei rapporti con gli interpreti, l’editore cercava di affidarle agli artisti più adatti. E così capitava che gli autori si ritrovassero tra le mani un disco che non avevano proprio immaginato. Quella volta capitò che Mologni si facesse vivo con Alberto Carisch, consigliere delegato delle Edizioni Peer Southern, con uno spunto quasi completo di musica che necessitava solo di un piccolo ritocco musicale per diventare molto interessante. Il ritocco fu affidato al grande Walter Malgoni che – con poche note e molta capacità – lo eseguì abilmente e con gusto. Mologni non avrebbe voluto dividere con Malgoni la paternità della musica ma quando un altro autore ti fa diventare canzone una cosa che prima era incompleta… è giusto riconoscergli la co-paternità. A quel punto mancava solo il testo: e chiamarono me. La musica – moderna come il giovane autore Mologni e rotonda e completa come le musiche del classico Malgoni – mi portò a creare una storia antica con pensieri da giovane
NON È POSSIBILE
IO NON CI STO
È TROPPO STUPIDO
QUELLO CHE FAI
TI PREGO NON ANDARE VIA
PER UN PAIO DI OCCHI CHIARI
FORSE ORA LEI MAGARI...
SI MA POI TI BUTTA VIA…
VIA DALLE MIE MANI
C'È UN DESERTO SENZA FINE
TORNAMI NEL CUORE
CHE SI STRACCIA IL MONDO INTORNO A ME
RUGGINE DI VENTO
PRIGIONIERO DENTRO LA MIA MENTE
VOLAMI NEL CUORE
NON PUOI ANDARTENE VIA…VIA…VIA…VIA…VIA…VIA…
NON ANDARE VIA
MA SE PROPRIO DEVI ANDARE
SAI COME SI DICE
"VA’ E SII FELICE".
NON DOVREI MA TI RINGRAZIO
PER IL BENE CHE MI HAI DATO…
TORNAMI NEL CUORE
CHE SI STRACCIA IL MONDO INTORNO A ME
RUGGINE DI VENTO…………..
Carisch affidò la canzone ai produttori di Mina… Mina la incise… e a quel punto scoppiò un “caso”: un caso complicatissimo perché un’altra casa editrice dichiarò di avere un contratto di esclusiva con Mologni che intanto protestava per la presenza della co-firma di Malgoni, a sua volta esclusivo della Peer Southern. Nel frattempo la casa editrice di Mina chiedeva la co-edizione del brano, come già allora (purtroppo) si usava. Fummo tutti costretti a fare dichiarazioni legali da presentare in tribunale e naturalmente il disco restò nel cassetto della PDU, casa discografica di Mina. E contemporaneamente passò nel dimenticatoio degli autori: io stavo in America, Malgoni a Milano e Mologni, non so.
Circa dieci anni dopo, mentre ero al Teatro delle Vittorie a Roma, intento alla realizzazione di “Scommettiamo che… ?” o forse "Mille lire al mese", ricevetti la telefonata di un amico, Michele Di Lernia, collaboratore di Mina e forse anche funzionario della casa discografica con la quale era passata Mina (credo fosse la Emi) per dirmi che Mina aveva deciso di ricantare “Volami nel cuore” ed usare quella canzone come brano di punta di un suo nuovo CD. Però mi chiedeva di cambiare l’espressione “ruggine di vento”. Io non mi ricordavo più quel testo scritto una decina d’anni prima e promisi che sarei andato a cercarlo nel computer di casa (allora non giravo col portatile, più o meno come non ci giro adesso) con la speranza di trovarlo fra i testi che le due ragazze della copisteria milanese di cui ho scritto in un’altra occasione, l’avessero copiato bene dai miei dattiloscritti tutti pasticciati di correzioni che avevo loro affidato alla fine degli anni ’80, con totale incoscienza, compensata però dalla loro squisita qualità professionale oltre che estetica. Lo trovai: il testo era stato salvato col titolo “Volacuor” perché a quei tempi (almeno sul mio computer) non si potevano usare più di 8 byte per un salvataggio. Tirai un sospiro di sollievo, tentai di ricordarmi la musica, telefonai a Milano a Malgoni per farmela suonare al telefono e lui - dopo aver faticosamente trovato la partitura, scartabellando fra le sue scartoffie – me la suonò e cantò in modo abbastanza decente da farmela ricordare e capire. Poi, pensa che ti ripensa… pensai che non sarei stato capace di cambiare quella espressione migliorandola e decisi che avrei telefonato a Michele Di Lernia per chiedergli di farmi parlare con Mina e convincerla a tenere il testo così com’era. Ci voleva coraggio, perché le due volte precedenti che avevo preferito non cambiare alcune parole che Mina mi aveva chiesto di sostituire, erano andate una così e una cosà: in parole povere, la canzone “Il posto mio” nel ’68 non l’aveva incisa (infilandola però più di ventanni dopo nel CD “Canarino mannaro”), mentre (per fortuna) “Grande grande grande”, nel 1972 si era “rasseganata” a inciderla così com’era, con tanto di “rose rosse” che avrebbe preferito eliminare. Come avrebbe reagito questa terza volta? Non so. Avevo deciso che avrei cercato di convincerla e poi – pur di non far perdere l’occasione oltre che a me, al vecchio amico Malgoni e al giovane autore Mologni, che evidentemente sarebbe stato il più danneggiato – mi sarei sforzato di tentare di escogitare un verso che soddisfacesse lei e anche me. Mi preparai spiritualmente ad una telefonata difficile. Chiamai Di Lernia in sala d’incisione e gli spiegai perché volevo parlare direttamente con Mina ma Michele mi disse subito che il problema era superato perché Mina aveva cantato il pezzo “ieri” col testo originale. Io mi sentii sollevato e deluso allo stesso tempo perché mi aspettavo una bella guerra con la mia amica Mina che non vedevo e non sentivo da un pezzo. Ma tant’è: meglio così. Sono passati un po’ di anni e il successo continua. L’unico dubbio che mi è rimasto è che in realtà Mina non l’abbia per niente ricantata “ieri” ma abbia ritenuto valida la registrazione di dieci anni prima, cioè quella del 1986 (?). Cosa più che possibile perché la canzone mi sembra che sia e che sarà sempre valida e – se devo giudicare Mina - lei è sempre lei… comunque… nel ’66… nel ’76… nell’ 86… nel ’96… nel 2006… nel 2016… nel 2026… nel 2036…