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John Lennon, "Imagine" ha 50 anni

John Lennon, "Imagine" ha 50 anni
Il secondo album da solista di John Lennon uscì il 9 settembre del 1971

Di Luca Perasi
LE REGISTRAZIONI A MAGGIO

Definito da John “'Plastic Ono Band' con della cioccolata sopra”, è l’album con il quale Lennon sintetizzò al meglio la propria filosofia facendone il suo disco-brand. Si tratta in effetti di un lavoro curato nei particolari, dagli evidenti connotati commerciali, ritenuto spesso il “superamento naturale” di "John Lennon/Plastic Ono Band".
Il disco in realtà porta i segni della contraddizione di cui Lennon sarebbe rimasto sempre prigioniero. Infatti proietta Lennon in una dimensione onirica, contrapposta al crudo realismo di "John Lennon/Plastic Ono Band".
Le sessions dell’album si svolsero tra il 20 e il 28 maggio 1971 presso lo studio personale di Lennon ad Ascot, con Phil Spector come co-produttore.


Dei dieci brani registrati per "Imagine", “It’s So Hard” risaliva in realtà alle incisioni di febbraio per “Power to the People”. Alcune sedute supplementari – per l’aggiunta dell’orchestra in cinque pezzi (“Imagine”, “Jealous Guy”, “How?”, “Oh, Yoko!” e “How Do You Sleep”) – ebbero luogo il 4 e 5 luglio ai Record Plant Studios di New York: gli archi erano a cura della New York Philharmonic Orchestra (ribattezzata “The Flux Fiddlers” da Lennon), molti membri della quale avevano partecipato qualche mese prima alle registrazioni di "RAM" con McCartney.


Lennon fece affidamento sui consueti musicisti, tra cui Klaus Voormann al basso, Nicky Hopkins al pianoforte, Alan White, Jim Gordon e Jim Keltner alla batteria. John Barham aggiunse il vibrafono e le tastiere in alcuni brani. Tra i vari ospiti vi erano Tom Evans e Joey Molland dei Badfinger alle chitarre acustiche, King Curtis al sassofono (il celebre musicista sarebbe stato assassinato poco dopo aver partecipato a queste sedute, il 13 agosto 1971) e George Harrison, che suonò in cinque pezzi contribuendo ad alcuni degli episodi più controversi del disco.



LA TITLE TRACK


Il perno dell’album è “Imagine”, la canzone che dà il titolo al lavoro.

Il brano era stato ispirato a John da una poesia di Yoko, dal titolo “Cloud Piece”, contenuta nel suo libro "Grapefruit" (1964). Altra fonte era stata un libro di preghiere donato a Yoko da Dick Gregory, un comico che aveva supportato le cause del movimento per i diritti civili. Invito alla pace e all’armonia universali, “Imagine” disegna l’utopia sociale di Lennon. “Imagine” fu pubblicata a 45 giri solamente negli Stati Uniti, e arrivò al n.3, con una permanenza di nove settimane in classifica. Avrebbe dovuto attendere il 1975 – quando verrà estratta dalla raccolta "Shaved Fish" – per essere proposta su singolo anche in Gran Bretagna, dove raggiunse il n.6.
Il brano sarebbe divenuto popolare nel corso degli anni (soprattutto dopo la morte di Lennon).



LE ALTRE CANZONI


L'album "Imagine" è colmo di brani melodici, per così dire “alla McCartney”, una qualità evidenziata da molti critici. “How?”, una ballata per pianoforte e voce, con un gentile accompagnamento di basso e batteria e un arrangiamento d’archi, è una delle tracce più emblematiche del disco sia dal punto di vista stilistico che da quello lirico.
Simile per atmosfera ed arrangiamento è anche “Jealous Guy”, un brano che Lennon aveva trasformato nel corso degli anni. La canzone era nata nel 1968 in India, con il titolo “Child of Nature” ed era stata presa in considerazione dai Beatles nel gennaio 1969 durante le sedute di "Get Back", ma il testo fu in seguito riscritto da John. Arrangiata in modo mieloso, e con il caratteristico fischio di John come intermezzo solista, “Jealous Guy” vede il contributo di Joey Molland e Tom Evans alle chitarre acustiche, mentre la parte principale di pianoforte è opera di Nicky Hopkins.


Anche “Oh My Love” (accreditata a John e Yoko), risaliva ai tempi del “White Album”. Accanto al piano di Lennon l’arrangiamento impiega una strumentazione leggera, con Hopkins al piano elettrico e White alle campane tibetane. Harrison contribuisce alla chitarra elettrica con un arpeggio semplice ma efficace.
“Oh Yoko!” è un altro brano dedicato a Yoko: la canzone risaliva al 1968 e Lennon ne aveva suonato una versione alla chitarra acustica nel giugno 1969, durante il Bed-In di Montreal.

Condotto dal piano di Nicky Hopkins, il brano vanta il contributo di Lennon all’armonica a bocca, per l’unica volta nella sua carriera da solista; per le armonie vocali John è aiutato da Phil Spector. .

Accanto alla maggioranza di pezzi melodici l’album conteneva qualche episodio più rockeggiante, come “It’s So Hard”, un tipico blues in dodici battute.
"Imagine" contiene anche un altro brano di matrice blues, la lunga “I Don’tWant to Be a Soldier”, venuta fuori da una jam session durante le sedute di febbraio. La canzone anticipa per certi versi le tematiche che sarebbero state sviluppate da John l’anno successivo, anche se il testo era generico e mancava dei riferimenti circostanziati che avrebbero caratterizzato le
canzoni del seguente "Some Time in New York City".


In “Crippled Inside”, un brano in cui compaiono Klaus Voormann al contrabbasso ed Harrison al dobro, il tono è scanzonato, sostenuto dal piano saltellante come in molti brani di un certo filone di McCartney, forse proprio con intento parodistico.
“Gimme Some Truth”, nato anch’esso in India, era stato provato con i Beatles durante le sedute di "Get Back" (fu proprio McCartney a comporre il middle-eight). La canzone contiene il contributo di Harrison, stavolta alla chitarra slide.
Il testo della conclusiva “How Do You Sleep?” è un attacco esplicitamente diretto a McCartney.

Il brano si apre con i musicisti che accordano gli strumenti: l’incipit è una parodia di "Sgt. Pepper’s", album il cui titolo era inserito nel primo verso della canzone. Stilisticamente, la canzone è un rock/blues ed è arrangiata con passaggi di archi orientaleggianti e un pungente contributo alla chitarra slide di Harrison. .



LA PUBBLICAZIONE. LE CRITICHE


"Imagine" fu pubblicato il 9 settembre negli Stati Uniti e solo l’8 ottobre in Gran Bretagna, probabilmente per questioni sul copyright di “Oh My Love”, firmata Lennon/Ono. La copertina dell’album presentava una foto scattata da Yoko con un primo piano di Lennon, seminascosto da alcune nuvole. Sul retro comparivano un altro ritratto di John, ancora catturato da Yoko, e
una frase tratta dal suo libro "Grapefruit": “Imagine the clouds dripping. Dig a hole in your garden to put them in.” Nella confezione del disco Lennon riservò un’altra stoccata a Paul: in una foto John era ritratto mentre teneva per le orecchie un
maiale, in una posa che parodiava quella di McCartney alle prese con un montone sulla copertina di "RAM".

Non tutta la critica fu unanime nel giudizio sull’album, all’epoca della sua pubblicazione.

Ben Gerson su "Rolling Stone" si fece diverse domande su questo disco e sul ruolo di John all’interno della scena rock dell’epoca, scrivendo: “Il problema di dare un seguito ad un album perfetto come 'John Lennon/Plastic Ono Band' non è solo stilistico. Nella sua trascuratezza tecnica e nel suo egocentrismo, 'Imagine' è il 'Self-Portrait' di Lennon. "Plastic Ono Band" riusciva ad essere spontaneo e curato allo stesso tempo, mentre "Imagine" possiede meno di entrambe le qualità. Ancor più insidiosamente, temo che John si veda nel ruolo di depositario della verità e temo anche che in questo modo possa giustificare ogni sorta di auto indulgente.
brutalità in nome della verità.”

Altri trovarono invece il disco notevole, e sulle riviste britanniche per Lennon fu un trionfo. Alan Smith di "Melody Maker" scrisse: “L’album è superbo. Le canzoni hanno struttura, direzione e melodia: intime, sensibili e di classe. Lasciate che la metta in questi termini: ascoltare questo disco è come sentire le ballate e i rock di McCartney nel modo in cui McCartney dovrebbe
farli. E’ come se Lennon stesse mostrando a Paul come eliminare gli eccessi della sua musica.”

Sempre sulla stessa rivista, espresse la sua opinione sull’album anche Roy Hollingworth: “Lennon ha vinto, arrendiamoci… E’ il miglior album dell’anno, e per me anche il miglior album che John abbia mai fatto con chiunque altro in qualsiasi momento.” Gavin Petrie di "Disc & Music Echo" sintetizzò così le qualità di "Imagine": “E’ sorprendente come un artista possa migliorare quando sente di non aver nulla da dimostrare… John Lennon ha prodotto uno dei migliori album dell’anno, se non il migliore, ed anche uno dei più piacevoli.” Paul McCartney stesso ammise: “Mi piace molto la canzone ‘Imagine’. Ho ascoltato il disco per vedere se c’è qualcosa cui mi posso ispirare. L’album è John che fa quel che sa fare meglio.”


Il successo commerciale arrivò inevitabile. "Imagine" raggiunse la prima posizione sia in Inghilterra – dove l’album raccolse 100mila prenotazioni – sia negli Stati Uniti, dove scalzò "Every Picture Tells a Story" di Rod Stewart e dove in meno di tre settimane vendette ben un milione e 200mila copie: la R.I.A.A. lo avrebbe più avanti certificato con due dischi di platino per la soglia dei due milioni di copie.

Dopo "Imagine", Lennon avrebbe aggiunto un nuovo tassello alla sua rappresentazione onirico/visionaria del mondo con “Happy Xmas (War Is Over)”, un altro brano/slogan dal taglio molto commerciale, con il quale John e Yoko si sarebbero presi ancora una volta prepotentemente la scena.


Tracklist

Imagine
Crippled Inside
Jealous Guy
It's So Hard
I Don't Wanna Be a Soldier Mama, I Don't Wanna Die
Gimme Some Truth
Oh My Love
How Do You Sleep?
How?
Oh Yoko!

L'articolo è una sintesi (per gentile concessione dell'autore e editore Luca Perasi) del capitolo dedicato a "Imagine" nel libro "I Beatles dopo i Beatles" (2016)