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Guardando Richard Gere Debbie Harry scrisse il più grande successo dei Blondie

Guardando Richard Gere Debbie Harry scrisse il più grande successo dei Blondie
La cantante dei Blondie scrisse il testo, la musica ce la mise Giorgio Moroder

Di Paolo Panzeri
Nel 1979 il deus ex machina della disco music Giorgio Moroder, dopo avere prodotto l'album di Donna Summer "Bad Girls", era al lavoro sulla colonna sonora del film 'American Gigolò' che sarebbe uscito nelle sale cinematografiche l'anno successivo per la regia di Paul Schrader con protagonisti Richard Gere e Lauren Hutton. Il produttore alto atesino aveva per le mani uno strumentale, chiamato 'Man Machine', ed era alla ricerca di qualcuno che ne scrivesse il testo e magari lo interpretasse. In un primo tempo si rivolse alla cantante dei Fleetwood Mac Stevie Nicks, ma questa, per questioni contrattuali dovette declinare l'offerta. A quel punto entrarono in scena Debbie Harry e i Blondie.



La band newyorkese nell'estate del 1979 aveva completato le fatiche in studio di registrazione sul suo quarto album, "Eat to the Beat", che venne poi pubblicato nell'ottobre seguente. Il gruppo della Harry e di Chris Stein in quel periodo era all'apice della popolarità, nell'aprile del 1979, con la canzone "Heart of Glass", aveva raggiunto per la prima volta la prima posizione nella classifica di vendita degli Stati Uniti. E aveva trascinato anche l'album che la includeva, "Parallel Lines", nella Top Ten della chart ottenendo un sesto posto che rimane ad oggi il loro picco di sempre.





Tornando a Moroder, la cantante dei Blondie accettò la sua proposta, ottenne di vedere un primo montaggio del film e scrisse il testo della canzone basandosi sulla impressione che ebbe del gigolò interpretato da Richard Gere nella pellicola. La storia racconta che in un paio di ore la musicista nata a Miami - che nella giornata di oggi compie 76 anni - scrisse il testo della canzone che si sarebbe intitolata "Call Me".




Giorgio Moroder era un maestro nel fare della ripetitività di una canzone il suo punto di forza e "Call Me" è indubbiamente una delle sue migliori produzioni e fu anche una delle migliori canzoni mai pubblicate dai Blondie. Il brano uscì come singolo all'inizio del febbraio 1980 e il 19 aprile andò a conquistare la prima posizione della classifica negli Stati Uniti, rimanendovi per sei settimane consecutivamente. Secondo i dati riportati da Billboard, è stato il singolo più venduto negli USA quell'anno.

Nonostante il successo della canzone Moroder dichiarò alla rivista Billboard che non fu semplice avere a che fare con i Blondie e l'esperienza gli insegnò a non lavorare mai con le rock band. "C'erano sempre liti. Dopo quello, dovevo fare un album con loro. Siamo andati in studio e il chitarrista litigava con il tastierista. Ho chiamato il loro manager e li ho lasciati".

"Call Me" è stato il più grande successo dei Blondie.


L'album "Eat to the Beat" invece non andò più in là di un onorevole 17esima posizione nella chart americana, anche se conquistò la vetta in quella britannica. Nel 1981 la band pubblicò il quinto album, "Autoamerican", che fruttò loro altri due singoli da prima posizione: "The Tide Is High" e "Rapture". Ma le liti a cui faceva riferimento Moroder evidentemente si erano incancrenite, così dopo un ultimo album, nel 1982, il gruppo si sciolse. Nel 1990 la reunion e per i Blondie iniziò la seconda parte della loro carriera.