MUSICA




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Maneskin, l’intervista: “Orgogliosi, un segnale di speranza. I francesi? Coppa in faccia!”

Maneskin, l’intervista: “Orgogliosi, un segnale di speranza. I francesi? Coppa in faccia!”
Abbiamo parlato con la band, al rientro in Italia. Alle invidie dei cugini francesi per il trionfo rispondono con una metafora calcistica...

Di Gianni Sibilla
“Siamo un po’ distrutti, abbiamo fatto baldoria, che dobbiamo fare?” Le voci dei Maneskin arrivano euforiche, come è giusto che sia: la band ha riportato l’Eurovision in Italia dopo 31 anni, da quando vinse Toto Cutugno nel 1991. E si è presa le lodi della stampa straniera: il tour europeo, ci dicono, a questo punto si farà l’anno prossimo.
Non è stato semplicissimo: all’inizio la band è stata penalizzata dalle giurie, per poi trionfare al televoto. E ci sono le polemiche dei cugini francesi. Con loro è sempre un derby, che questa volta non sanno perdere. E Damiano, allora usa un’espressione calcistica: “Coppa in faccia!”

Le vostre facce erano un po’ cupe, mentre leggevano i voti delle giurie, che non stavano andando bene come si sperava.
Vic: Un po’ ci stava rodendo…
Damiano: Poi la gente, le persone con un buon gusto…

Vi aspettavate questo boom al televoto?
Damiano: Non così tanto. quando ci hanno detto il punteggio e siamo schizzati in classifica eravamo increduli,

Che sensazioni avete sul palco?
Vic: È andata una bomba, eravamo soddisfatti. Sapevamo di avere dato il nostro massimo, poi quello che succede..
Damiano: C’era un bel clima, chimica come sempre, super mega contenti.

Dopo la vittoria avete suonato la versione originale della canzone, quella con le parolacce.
Damiano: Non me potevano più squalificà…

Però i cugini francesi ci hanno provato, con la storia del video. Il giorno dopo, quali sono le sensazioni su questa storia?
Damiano: Una polemica sterile e stupida, senza fondamento. Dal primo giorno ci siamo sempre espressi contro le droghe. Non ne ho mai fatto uso, vi pare che inizio in diretta nazionale ed europea con la telecamera in faccia? Haters gonna hate.
Posso dire una cosa, però? Coppa in faccia!

Cosa succede ora?
Vic: Stiamo tornando a casa, e da domani ci mettiamo a lavorare al disco nuovo, al secondo volume di Teatro D’ira, che vogliamo far uscire entro la fine dell’anno, poi il tour in Italia e in Europa.

Dopo 31 anni riportate in Italia l’Eurovision…
Vic: Dopo un anno così difficile per l’industria musicale… speriamo possa essere un segnale di ripartenza. Siamo onorati di poterlo riportare a casa, per dare po’ di speranza.

L’ultimo Eurovision in Italia si svolse a Roma, nel 1991. Dove vorreste farlo, poteste scegliere?
Vic: Roma sarebbe figo, ma va bene ovunque!