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Concertone del 1 maggio, Caso Fedez scuote la Rai, Di Mare: 'Frasi infamanti'



Il direttore di Rai3, Franco Di Mare, sarà ascoltato mercoledì 5 maggio alle 19 in commissione di Vigilanza sulla Rai. L'audizione urgente è stata decisa dal presidente della bicamerale, Alberto Barachini, dopo il caso Fedez e le accuse di censura mosse dal rapper alla tv pubblica. Le dichiarazioni di Fedez sulla "presunta censura da parte della Rai" sono "gravi e infamanti parimenti a quanto sono infondate", ha affermato, in un post su Facebook, Franco Di Mare, che si riserva di "fare chiarezza" in Vigilanza ma invita anche ad "ascoltare attentamente" la registrazione integrale della telefonata e sottolinea che nella versione di Fedez "ci sono gravi omissioni" che "alterano oggettivamente il senso di quanto detto dalla vicedirettrice (Ilaria Capitani, ndr) che nel colloquio esclude fermamente, ben due volte, ogni intenzione censoria".

E risponde una per una alle accuse che gli vengono mosse Fedez, e lo fa declinando le sue parole, come ha fatto in questi giorni, sui suoi profili social. Alle storie Instagram affida le risposte alla Lega e a chi ha postato frasi estrapolate da sue vecchie canzoni giudicate a carattere omofobo, o anche il tema della difesa dei lavoratori.

Ai politici ''che mi dicono che non avrei parlato abbastanza a favore dei lavoratori, rispondo che io non sono un vostro collega, sono un rapper, forse non sono nemmeno quello, e comunque con un gruppo di altri amici dello spettacolo abbiamo fatto un'associazione che ha raccolto 4 milioni di euro per i lavoratori del settore in difficoltà, una categoria che voi politici avete ignorato. Ora decurtate una parte del 2 per mille del vostro introito del partito a favore dei lavoratori di questo settore se ne siete capaci. Se i lavoratori sono ancora sfruttati in questo paese, la responsabilità di chi è? Mia?''.

Mentre è già scattato il conto alla rovescia per il rinnovo dei vertici Rai, sul palco del Primo maggio scoppia la scintilla della polemica più violenta di questo mandato, forte l'enorme popolarità di Fedez che vuole dire la sua contro la Lega e l'omofobia e alla fine lancia l'accusa di censura. E sembra un po' uno scontro epocale perchè mette a confronto sull'idea di libertà d'espressione il servizio pubblico con la cassa di risonanza dei social. Ma finisce con una caccia alle responsabilità che non è per niente conclusa.

Al centro la politica che non si fa pregare e vede scendere in campo contro Viale Mazzini i suoi esponenti di primo piano, da Giuseppe Conte a Luigi Di Maio, da Enrico Letta a Nicola Zingaretti, da Andrea Orlando a Stefano Patuanelli. Tanto che alla fine Matteo Salvini , da cui tutto ha origine, finisce col chiosare: "Fedez e Rai 3, polemica tutta interna alla sinistra. Artista di sinistra, "censori" di sinistra. Viva la musica e la libertà. Aspettiamo che qualcuno paghi e si dimetta''.

DA LETTA A DI MAIO LE REAZIONI

Ma andiamo con ordine. Tutto inizia sulle prime note del Concertone quando la Lega scrive in una nota firmata da senatori e deputati in Vigilanza Rai che "se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l'intero costo dell'evento". L'artista prima della sua esibizione risponde su Instagram: "E' la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione purtroppo che non c'è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio". Poi nel momento del massimo ascolto, dal palco, si esprimerà liberamente puntando il dito in particolare contro il senatore leghista Ostellari reo di ostacolare il ddl zan e contro tutto la Lega citando frasi omofobe con nomi e cognomi, ("Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno", Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria; "I gay? che inizino a comportarsi come tutte le persone normali", Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia; "I gay vittime di aberrazioni della natura, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri regionali Lombardia"; "I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie", Alberto Zelger, consigliere della Lega Nord a Verona; "Il matrimonio gay porta all'estinzione della razza", Stella Khorosheva, candidata leghista; "Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay", candidata della Lega Giuliana Li Vigni). Ma la polemica si concentra sull'accusa alla Rai e dopo che Rai3 respinge al mittente l'accusa di censura preventiva, il cantante pubblica un video che riprende la telefonata.

"Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad "adeguarmi ad un SISTEMA" dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi". La battaglia scavalla la notte e nella mattina del 2 maggio la Rai interviene nuovamente per dire che la direzione di Rai3 ''non mai chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al concerto del Primo Maggio - richiesta invece avanzata dalla società che organizza il concerto''. Più tardi lo ripete con fermezza anche l'ad Fabrizio Salini, spiegando ''di non aver mai censurato Fedez né altri artisti né di aver chiesto testi per una censura di qualsiasi tipo. Questo deve essere chiaro, senza equivoci e non accettiamo strumentalizzazioni che possano ledere la dignità aziendale e dei suoi dipendenti. Di certo in Rai non esiste e non deve esistere nessun "sistema" e se qualcuno, parlando in modo appropriato per conto e a nome della Rai, ha usato questa parola mi scuso. Su questo assicuro che sarà fatta luce con gli organizzatori''. Nella telefonata che Fedez ha pubblicato su twitter a parlare sono l'organizzatore Massimo Bonelli e l'autore capo progetto Massimo Cinque, che parlano delle loro responsabilità nei confronti di Cgil, Cisl e Uil e Rai rappresentata dalla Capitani. A prendere la parola è la politica con Letta che chiede ''parole chiare dalla Rai, di scuse e di chiarimento. Poi voglio ringraziare Fedez'', dice. Giuseppe Conte spiega: ''Io sto con Fedez. Nessuna censura'', per poi sostenere che ''questo è il momento giusto per riformare la Rai e sottrarla alle ingerenze della politica''. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio dice che ''un paese democratico non può accettare nessuna forma di censura''. A fare chiarezza sarà la Commissione di Vigilanza Rai che probabilmente martedì o mercoledì ascolterà il direttore di Rai3 Franco Di Mare per avviare un'indagine, come ha chiarito il presidente Alberto Barachini. Ora è caccia alle responsabilità.

Molte le manifestazioni di solidarietà a Fedez da parte dei suo colleghi, da Emma Marrone a Ermal Meta ai 99 Posse.