Avremmo dovuto sentire “il premio Oscar Laura Pausini” ad oltranza
Al di là di una più che superficiale delusione che l’Italia non sia stata in grado di portare a casa niente, devo dire che sono sollevato per il mancato Oscar alla Pausini. Sia chiaro, non gioisco per la scon*****, non è un attacco a Laura che ribadisco non mi sta nemmeno così antipatica (quello che non digerisco è un valore artistico attribuitole totalmente smisurato per una che canta bene ma come canterebbe bene una corista - semicit. Sergio Endrigo - e che trova solo in un consenso popolare oceanico perlopiù latinoamericano l’unico perno su cui fare leva). Il mio è un sollievo perché appunto dopo i vari Grammy snocciolati nei vari anni e strombazzati ogni volta che viene nominata (alla pari dei 110 milioni di dischi venduti da Patty Pravo, fonte Wikipedia che a sua volta usa come fonte un sito di un fan che così a caso dichiarava 2 milioni di copie a dischi flop tipo Nic Unic) ora avremmo dovuto sentire “il premio Oscar Laura Pausini” ad oltranza. E già dobbiamo farlo con Benigni.. quindi un caso così basta e avanza. La canzone non meritava comunque l’Oscar e ho più la sensazione che fin lì sia arrivata grazie alla co-firma di una Dianne Warren ben più blasonata artisticamente della romagnola...