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Laura Pausini, candidata agli Oscar: “Non riesco a spiegarmi il successo ottenuto”

Laura Pausini, candidata agli Oscar: “Non riesco a spiegarmi il successo ottenuto”
La cantante romagnola, dopo il Golden Globe, è ora in corsa per un Oscar con "Io sì (Seen)": “Quando mi chiama Baudo ho ansia, sono più tranquilla a parlare con Beyoncé”.

Laura Pausini, candidata agli Oscar: “Non riesco a spiegarmi il successo ottenuto”
Quella che vive Laura Pausini è una sorta di “sindrome dell’impostore”. Lontana da qualunque forma di divismo, durante un collegamento Zoom da Roma con la stampa, la cantante ha spiegato che in Italia si sente sotto osservazione molto più che all’estero: “Io riempio gli stadi nel mio Paese, a casa mia. Sono fiera di essere italiana. All’estero, nonostante il successo ottenuto, non sento le stesse pressioni…”. Al di là degli stati d’animo con cui affronta la sua carriera, oggi la cantante romagnola punta all'Oscar. Dopo aver vinto lo scorso mese il Golden Globe come "Miglior canzone originale" per "Io sì (Seen)", dalla colonna sonora di "La vita davanti a sé", il film di Edoardo Ponti con protagonista sua mamma Sophia Loren, Pausini è ora ufficialmente in corsa per un Oscar, il più ambito tra i premi del mondo del cinema. La voce di "Strani amori" ha ottenuto una nomination con il brano nella categoria "Best Original Song", firmata con Diane Warren e Niccolò Agliardi.

“Da quando ho vinto Sanremo 28 anni fa mi chiedo ‘perché?’ – dice Pausini – perché sta succedendo tutto a me? Da quel giorno all’Ariston ho deciso di non accontentarmi, di fare sempre di più e meglio. Come un’atleta. Vincere il Golden Globe e adesso questa nomination all’Oscar sono situazioni talmente grandi che non riesco neppure bene a metterle a fuoco. Non significa essere arrivati, ma iniziare qualche cosa di nuovo. Sono una donna che sente sempre empatia con quella ragazza di 18 anni che andò a Sanremo. Ancora oggi quando mi chiama Pippo Baudo ho ansia, sono più tranquilla a parlare con Beyoncé. Mi sento piccola oggi come allora, ma a Sanremo lo ero ancora di più rispetto agli Oscar. Il successo che ho ottenuto non me lo so spiegare. In passato sono anche andata da una psicologa perché credevo di non meritarmelo…”.

"Io sì (Seen)", il cui testo originale in inglese è stato scritto da Diane Warren, è stato adattato in italiano da Laura Pausini insieme a Niccolò Agliardi (da anni tra i suoi principali collaboratori - sue hit come "Primavera in anticipo", "Invece no", "La geografia del mio cammino", "Benvenuto", "Non ho mai smesso", "Le cose che non mi aspetto", tra le altre). “La canzone e il film sono dedicati alle persone che si sentono perse, abbandonate, senza protezione – sottolinea la cantante - stato d’animo che conosco e che oggi più che mai vive in molti a causa della pandemia. Ma la speranza è l’insegnamento che questa canzone e questo film si sono proposti di dare come tema principale. C’è una frase esplicativa: ‘quando essere invisibile è peggio che non vivere’. Non è stata scritta durante la pandemia, ma oggi se ripenso a quella frase mi commuovo. La canzone è nata in inglese, non in italiano. Quando Diane si è convinta a trasformarla in italiano, non ero certa avrebbe mantenuto la sua essenza, invece è stato proprio così”. Il dopo? “Dopo gli Oscar, non so se condurrei Sanremo. Di certo, non mi occuperei della direzione artistica, perché io sono molto plagiabile: metterei solo i miei amici, e so che non è giusto – sorride, concludendo - nel 2022, vorrei uscire con un nuovo disco e Sanremo non sarebbe compatibile”.