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Ce ne fossero di popstar come Taylor Swift (e di dischi come "Evermore")

Ce ne fossero di popstar come Taylor Swift (e di dischi come "Evermore")
A meno di cinque mesi dall'uscita del precedente "Folklore", la 30enne cantautrice statunitense torna con un nuovo album. Dalla nostalgia alla speranza, in queste canzoni racconta il ritorno alla luce. Suo, ma non solo. La recensione.
Recensione del 11 dic 2020 a cura di Mattia Marzi


VOTO 9/10

La recensione

La ragazza che si era persa nel bosco ha ritrovato finalmente la strada di casa. Mentre cammina, la foresta si fa meno folta e i raggi del sole che filtrano tra i rami le illuminano il volto. Sorride: sembra essere tutto finito. Quello smarrimento resterà solo un brutto ricordo.
È l'uscita dal tunnel - sua, ma non solo - la chiave di lettura che meglio si presta a raccontare "Evermore", il nuovo album in studio di Taylor Swift, il secondo in meno di cinque mesi (ha preso in parola Daniel Ek di Spotify, che ha recentemente suggerito agli artisti - tra le polemiche - di essere più presenti sul mercato e più produttivi, per resistere nell'era dello streaming), annunciato a sorpresa dalla cantautrice statunitense - come il precedente "Folklore", del quale è considerato "gemello" - ventiquattro ore prima della sua pubblicazione.

Un disco politico?
Quando Taylor Swift pubblicò "Folklore", lo scorso luglio, Donald Trump era ancora il presidente degli Stati Uniti. I sondaggi legati alle elezioni presidenziali che si sarebbero svolte tre mesi più tardi davano in testa il candidato democratico Joe Biden, ma il voto era circondato da tanti dubbi e interrogativi, alimentati dalla pandemia. In quel disco, scritto, registrato e prodotto in gran segreto tra le pareti di casa sua, la 30enne cantautrice nata in Pennsylvania e cresciuta in Tenneessee trasformò in musica le sensazioni provate durante l'isolamento mischiando riflessioni sull'attualità e considerazioni personali, recuperando le sonorità folk degli esordi prima che dischi come "1989", "Reputation" e "Lover" la rendessero una delle più grandi popstar degli Anni Duemiladieci, abile stratega intenzionata a non perdere nemmeno un centimetro del suo impero multimilionario (Forbes ha stimato in 825 milioni di dollari i guadagni della Swift tra il 2010 e il 2019). Nessuno sapeva dove sarebbe andata l'America. Quattro mesi e mezzo dopo, la nazione si avvia verso una nuova era, con Biden che ha promesso un cambio di passo dopo aver battuto Trump alle urne. "A novembre ti cacceremo via", aveva alzato la voce a maggio nei confronti del tycoon la popstar, che iniziò ad esporsi politicamente nell'autunno del 2018 - interrompendo un silenzio sulla politica che durava dall'inizio della sua carriera - esprimendo pubblicamente il suo supporto per due democratici del Tennessee candidati nella corsa di mid-term negli Stati Uniti.

Dalla nostalgia alla speranza
La nostalgia e il disorientamento di "Folklore" lasciano il posto, in "Evermore", a tutt'altro tipo di atmosfere. Lo testimonia anche la copertina: non il bianco e nero dell'immagine che accompagnava l'album uscito a fine luglio, che immortalava la cantautrice tra gli alberi di una foresta, ma i colori autunnali di una foto in cui è girata di spalle e guarda il bosco dal quale è appena riuscita ad uscire. Da "Willow" al duetto con Bon Iver sulla title track, passando per "Gold rush", "Happiness", "Dorothea" e "Marjorie", nei quindici brani contenuti nel suo nuovo album Taylor Swift sembra cantare la sua speranza e la ritrovata serenità. In "'This the **** season" cita "La strada non presa" di Robert Frost, il poeta preferito di John Fitzgerald Kennedy (gli fece leggere la sua "The gift outright", una composizione dedicata all'eccezionalità americana, in occasione della cerimonia di insediamento come presidente, nel gennaio del 1961): "And the road not taken looks real good now". Calza a pennello, in questo disco.

Gli eroi dell'indie al servizio di una popstar
Al suo fianco ritroviamo Aaron Dessner dei National (che suonano pure in "Coney Island"), Jack Antonoff e Bon Iver (torna a duettare con la Swift, dopo "Exile", nella title track "Evermore"), gli stessi collaboratori di "Folklore", con l'aggiunta delle sorelle Haim, il trio simbolo della nuova scena indie rock femminile statunitense, che tra chitarre elettriche e atmosfere western in "No body, no crime" danno un bello scossone al sound dell'album, in linea con i suoni acustici del precedente ma stavolta riproposti in chiave più pop (ascoltate "Ivy" e "Long story short"). "Pareva che fossimo ai margini del bosco folk, chiamati a scegliere tra voltarci e tornare indietro oppure viaggiare più lontano nella foresta di questa musica. Abbiamo scelto di andare più a fondo", ha scritto la Swift sui social.

Macinerà ascolti su ascolti sulle piattaforme di streaming e infrangerà record, esattamente come "Folklore", ché Taylor Swift è così magica da rendere un best-seller anche un disco di musica folk, nel 2020. Ce ne fossero, di popstar (e di album) così.

TRACKLIST
01. willow (03:34)
02. champagne problems (04:04)
03. gold rush (03:05)
04. ‘tis the **** season (03:49)
05. tolerate it (04:05)
06. no body, no crime (feat. Haim) (03:35)
07. happiness (05:15)
08. dorothea (03:45)
09. coney island (feat. The National) (04:35)
10. ivy (04:20)
11. cowboy like me (04:35)
12. long story short (03:35)
13. marjorie (04:17)
14. closure (03:00)
15. evermore (feat. Bon Iver) (05:04)